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Mps-Mediobanca: governo non esercita golden power. Aumentano i sì all’aumento

Dopo Algebris e Pimco, anche Norges Bank in favore dell’aumento in vista dell’assemblea del 17 aprile. Caltagirone sale sopra il 9%

Mps-Mediobanca: governo non esercita golden power. Aumentano i sì all’aumento

Come ampiamente atteso, il governo italiano non eserciterà il golden power sull’ops di Mps su Mediobanca. Lo annuncia ufficialmente la banca senese mentre si avvicina l’assemblea dei soci del 17 aprile chiamata ad approvare l’aumento di capitale propedeutico all’operazione. Dopo la comunicazione a Piazza Affari il titolo Mps guadagna il 2,78%, mentre le azioni Mediobanca salgono del 4,24%.

L’annuncio di Mps

“La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deliberato, in accoglimento della proposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il non esercizio dei poteri speciali con riferimento all’offerta pubblica di scambio di Mps sulla totalità delle azioni ordinarie di Mediobanca”, spiega la nota diffusa dalla banca. Si tratta di una decisione abbastanza scontata, considerando che sin dal primo momento il Governo aveva lasciato trapelare il suo appoggio all’operazione con l’obiettivo di creare l’agognato terzo polo e che, con la quota dell’11,7% in mano al Tesoro, giovedì voterà a favore dell’aumento insieme a Caltagirone e Delfin, a meno di clamorosi colpi di scena.

Anche Norges bank a favore dell’aumento, Caltagirone sale al 9%

Nel frattempo, sale l’attesa per l’assemblea del 17 aprile chiamata ad approvare il bilancio e l’aumento di capitale a servizio dell’ops lanciata su Mediobanca. Si andrà alla conta dei voti con due novità importanti emerse nel weekend. La prima: è salita sopra il 9% la partecipazione del gruppo Caltagirone rispetto all’8% circa in precedenza ipotizzato. 

La seconda: Norges Bank, fondo sovrano norvegese, ha annunciato che si esprimerà a favore dell’aumento di capitale di Mps al servizio dell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca con il suo 2,6%.

Favorevoli e contrari 

Oltre al sì dell’asse Tesoro-Caltagirone-Delfin, cominciano dunque ad arrivare endorsement importanti in vista dell’assemblea di giovedì 17: il primo a schierarsi a favore dell’operazione è stato Algebris, seguito venerdì da Pimco. Sabato è arrivato anche il sì di Norges Bank. 

È lecito presupporre inoltre che voteranno sì anche le Fondazioni azioniste – da Mps, a Cariplo alla Compagnia di Sanpaolo – e le casse di previdenza (a partire da Enpam ed Enasarco). 

Contrari al blitz sono invece i tre grandi fondi internazionali: New York City Controller (0,16% di Mps), Florida state board of administration (0,13% dell’istituto toscano), e il fondo Calvert, che ha circa lo 0,1% del Monte dei Paschi. Stessa manifestazione di voto contraria anche da parte di Cpp Investments, il fondo che opera per conto del Canada Pension Plans, e che detiene una quota pari allo 0,7% del capitale di Mps.

Resta tanto incerto quanto determinante, il voto del blocco Banco Bpm e Anima, che assieme detengono il 9% dei diritti di voto, anche se, secondo gli analisti, dovrebbero approvare l’operazione, spingendo dunque la quota dei favorevoli quasi al 40%. 

Sono su posizioni opposte sono i proxy advisor: Glass Lewis ha raccomandato ai soci di Mps un voto favorevole, Iss ha consigliato di votare contro. L’aumento di capitale verrà approvato se otterrà il 66% dei voti favorevoli dell’assemblea.

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