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Mps: l’aumento di capitale chiude al 93%, parte l’asta per l’inoptato

Imagoeconomica


Mps ce l’ha fatta. L’aumento di capitale è andato a buon fine. La banca senese ha comunicato i risultati della maxi operazione da 2,5 miliardi di euro avviata lunedì 17 ottobre. 

Aumento di capitale Mps: coperto il 93% del capitale

Al termine del periodo di offerta, tra sottoscrizioni e impegni, risulta coperto il 93% dell’aumento. Nei dettagli, sono stati esercitati 7.409.022 diritti di opzione per la sottoscrizione di 923.658.076 nuove azioni, pari al 74% del totale delle nuove azioni offerte. Il controvalore complessivo ammonta a circa 1,85 miliardi di euro, compresa la quota di circa 1,6 miliardi versata dal Tesoro, che è primo socio al 64%.

Non risultano esercitati i diritti per un controvalore di 652 milioni circa ma il dato, scrive Banca Mps, non tiene conto degli impegni di sub-underwriting da parte di investitori terzi per un ammontare pari a complessivi 475 milioni corrispondenti al 19% dell’aumento di capitale. Facendo una semplice somma si arriva dunque a oltre 2,32 miliardi, con un inoptato di circa 175 milioni di euro.

Mps: i prossimi massi, parte l’asta dell’inoptato

Stamattina parte l’asta dell’inoptato che si chiuderà domani, mercoledì 2 novembre, salvo chiusura anticipata. I diritti andranno esercitati entro il 3 novembre. Tra i possibili acquirenti ci saranno le fondazioni di origine bancaria che la scorsa settimana hanno  dato disponibilità a sottoscrivere. A quel punto arriveranno i garanti: i sub-underwriter ( Axa, Algebris, Ion, Pimco, Bluebay per citare i principali) e il consorzio bancario capitanato da Mediobanca, Credit Suisse, Citi e BofA. 

In questo contesto, parlando al margine della giornata del Risparmio, Francesco Profumo, presidente di Acri e della Compagnia di San Paolo, ha dichiarato a Radiocor che “le Fondazioni hanno partecipato in modo convinto partendo da un progetto di banca” e “hanno dimostrato di essere un attore con competenze che possono accompagnare il Paese” Profumo ha confermato la volontà degli enti di essere investitori stabili in Mps: “Questo è certo ed è anche parte della strategia perché avere, accanto a investitori di breve, una parte dell’azionariato stabile e’ qualcosa che da’ sicurezza alla banca e al mercato”. Compagnia San Paolo ha aderito all’aumento di capitale di Mps con un investimento da 10 milioni.

Dallo stesso palco, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha assicurato che: “L’attuale Governo lavorerà per gestire, in maniera ordinata, la dismissione della quota azionaria detenuta dallo Stato nel rispetto degli impegni con la Commissione europea lasciando al mercato un soggetto bancario forte e capace di operare in un’economia diversificata e articolata anche geograficamente come quella italiana”.

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Categories: Finanza e Mercati