Il mercato accoglie bene i conti di Mps: il titolo sale del 3,4%, a 0,2272 euro per azione, nonostante i conti abbiano rivelato un rosso superiore alle attese e mentre si è appena conclusa la conference call con gli analisti. Rocca Salimbeni ha chiuso il 2013 con una perdita di 1,43 miliardi di euro, che si confronta con il rosso di 3,16 miliardi registrato nel 2012. Nel solo quarto trimestre dell’anno scorso il risultato è stato negativo di 920 milioni.
Il beneficio della valutazione della quota in Banca d’Italia, spiega la Banca, è stato pari a 187,5 euro milioni ante imposte registrato in conto economico nel quarto trimestre 2013 alla voce Utile/perdita da cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita. Sono però in corso approfondimenti da parte delle autorità competenti e potrebbe emergere una differente interpretazione dei principi contabili Ias/Ifrs rispetto all’approccio adottato.
Questi approfondimenti potrebbero determinare l’imputazione del beneficio da valutazione a patrimonio netto e non in conto economico con un effetto in questo caso negativo sul risultato netto di esercizio di 165 milioni di euro, mentre il Cet1 ratio fully phased Basilea 3 rimarrebbe invariato a circa il 9%.
Sui conti hanno pesato le rettifiche su crediti per un ammontare di 2,75 miliardi, di cui 1,21 miliardi fra ottobre e novembre. La percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata a fine anno al 41,8%, in crescita rispetto al fine anno precedente (+80 punti base anno su anno), con il coverage delle sofferenze pari al 58,8% (+90 punti). Inclusi gli ammortamenti la copertura del totale crediti deteriorati si porta al 45,7% e quella delle sofferenze al 63,2%.
Il margine di interesse è sceso del 23,9%, influenzato dal costo dei Monti bond e dal deleveraging posto in essere dalla banca. Nel quarto trimestre la dinamica è stata invece positiva, +11,2% trimestre su trimestre soprattutto per effetto delle azioni manageriali di contenimento del costo del funding. I Monti bond per 4 miliardi hanno avuto un impatto negativo sul margine d’interesse per 162 milioni.
“La finestra per lanciare l’aumento di capitale si apre dal 13 maggio e le condizioni stabilite col consorzio di garanzia restano invariate”, ha detto l’ad Fabrizio Viola nel corso della confernce call con gli analisti della mattina. Per rimborsare i Monti bond Mps deve lanciare, come prevedono gli accordi con Bruxelles, un aumento di capitale da 3 miliardi di euro. Nel braccio di ferro con la Fondazione, principale azionista della Banca ma impegnata a trovare acquirenti per cedere parte della propria quota e mettere così in ordine le proprie finanze, l’assemblea ha posticipato la finestra per l’aumento rispetto a quanto inizialmente stabilito dal management (a inizio 2014).
Una delle incognite era su questo posticipo era rappresentata non solo dalle condizioni dei mercati e dall’ingorgo di aumenti di altre banche, ma anche dalla conferma o meno del consorzio di garanzia. La banca ha confermato che il consorzio ha rinnovato il contratto di pre-sottoscrizione. L’aumento sarà quindi garantito dallo stesso consorzio di prima guidato da Ubs. Nel dettaglio: Ubs in qualità di global coordinator e bookrunner, Citigroup, Goldman Sachs International e Mediobanca in qualità di coglobal coordinators e joint bookrunners e in aggiunta Barclays, BofA Merrill Lynch, Commerzbank, J.P. Morgan, Morgan Stanley e Société Générale in qualità di joint bookrunners. Banca Monte dei Paschi di Siena è inoltre assistita da Ubs in qualità di financial advisor e Mps Capital Services in qualità di cofinancial advisor nonché da Linklaters in qualità di advisor legale”.
In conferenca call, inoltre, Viola ha detto che “i target di Basilea 3 sono stati raggiunti” sottolineando che si tratta di risultati importanti visto che “la liquidità e il capitale rappresentano obiettivi primari del nostro piano. La banca si sta muovendo in linea con gli obiettivi descritti nel piano industriale ricavi costi operativi e patrimonio, è negativo il costo del credito ma ci sono ancora molte azioni che stiamo facendo faremo per migliorarlo”.
Inoltre il portafoglio titoli e derivati è sceso a 35,5 miliardi (-3 miliardi rispetto al 2012), i governativi sono diminuiti di 2 miliardi di euro mentre nelle posizioni di private equity sono stati venduti 6 fondi e altri 10 fondi sono in fase di dismissione. Sul fronte della solidità patrimoniale il Core Tier 1 si è attestato a fine anno al 10% contro l’8,9% di un anno fa.