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Mps, in arrivo il via libera Ue all’aumento

Nel giorno dell’Indipendenza, il Nasaq ha deciso di dare i numeri. Anzi, un numero: 123,47. È il prezzo cui, misteriosamente, si sono adeguati molti titoli, provocando rialzi e ribassi improvvisi: Apple, ad esempio, si è trovato a perdere il 14,3%, la capitalizzazione di Amazon è scesa di 398 miliardi. Microsoft, in cambio, è salita del 79,1%, Zynga del 3.200%. È capitato dopo la chiusura degli scambi ufficiali, ieri sera, seminando scompiglio in giro per i listini collegati alla Borsa tech: la festività di oggi arriva a proposito.

L’IRA DI XI, TRUMP PIAZZA IL GAS

Continua a dare i numeri anche il dittatore Kim. Nella notte, tanto per salutare il G 20, la Corea del Nord ha lanciato un nuovo missile nel mare del Giappone. Uno scherzo sinistro in un’area calda del pianeta. Chi non ha voglia di scherzare è il presidente cinese Xi Jingping che, alla vigilia della partenza per la Germania, ha fatto una telefonata di fuoco a Donald Trump, dopo alcune iniziative del presidente Usa tra cui la vendita di armi per 1,4 miliardi a Taiwan. Il tutto alla vigilia dell’incontro tra il presidente cinese e Vladimir Putin. Trump, intanto, arriva a Varsavia con l’obiettivo dichiarato d vendere gas ai Paesi dell’Est, in concorrenza con Mosca. Insomma, si profila una settimana turbolenta, che non disturba però i mercati finanziari, in grande spolvero.

Atmosfera calda anche sul fronte delle banche di casa nostra. Si discute in Parlamento sul decreto salva banche venete, ma l’attenzione è rivolta a Bruxelles e Francoforte: oggi potrebbe arrivare il via libera al salvataggio di Monte Paschi.

SALE L’ASIA, RIMBALZA IL DOLLARO

Borse in rialzo stamane sulla scia del petrolio. Brillante Sidney (+1,7%), la più sensibile all’andamento delle materie prime. Ma il settore più vivace è quello finanziario (+2,4%), in attesa delle decisioni sui tassi della banca centrale. Salgono anche Tokyo (+0,3%) e Hong Kong grazie al propellente del settore energy (rispettivamente + 1,3% e 2,7%). Deboli Shanghai e Shenzhen. In calo Seoul (-0,6%) dopo il nuovo missile in arrivo dal Nord.

Rimbalza il dollaro a 1,1366 sull’euro. A Wall Street andamento contrastato in una seduta condizionata dal clima semifestivo: ieri il mercato azionario degli Stati Uniti ha chiuso alle 19:00 (ora italiana) in vista dell’Independence Day, festa nazionale. Ma questo non ha impedito all’indice Dow Jones (+0,61%) di aggiornare nel corso della seduta il massimo storico a 21.562,75. In ascesa anche l’S&P 500 (+0,23%). Nuova frenata del Nasdaq (-0,49%).

Notizie molto positive dal fronte macro: l’indice Ism manifatturiero è balzato a maggio a 57,8 punti, in aumento dai 54,9 del mese precedente e al di sopra dei 55,2 punti del consenso. Sull’onda della notizia sono saliti i rendimenti del mercato obbligazionario: il Treasury 2 anni, è cresciuto di 4 punti base a 1,42%, un livello che non si vedeva dall’ottobre 2008. Poco mosso il decennale a 2,35%. 

PETROLIO, OTTO RIALZI DI FILA. LE COMMESSE SPINGONO SAIPEM

Petrolio in rialzo per l’ottava seduta di fila. Sia il Brent (49,36 dollari il barile) che il Wti (46,82 dollari) hanno messo a segno progressi superiori all’1%: è la più lunga striscia positiva da cinque anni. Sono arrivati segnali di rallentamento dall’attività di ricerca e sviluppo di giacimenti nel Nord America. L’indice Baker Hughes sul numero di trivelle attive la scorsa settimana ha registrato il primo calo da inizio anno: le trivelle attive scendono a 756 da 758 della settimana precedente.

A Wall Street l’indice Energy ha chiuso a +2%, il maggio rialzo dell’ultimo mese: Exxon +1,4%, Chevron +1,9%. A Piazza Affari Eni è salita dell’1,2%. Saipem +3%. La società ha annunciato di aver ricevuto ordini per mezzo miliardo di dollari, il grosso dei lavori assegnati sono in Arabia Saudita. Tenaris +3%.

VOLA L’INDICE TRASPORTI, RISCOSSA DELL’AUTO

Il segnale più robusto di rialzo riguarda il record dell’indice Dow Transportation Average (aerei, ferrovie e società di spedizioni) considerato da sempre il barometro più sensibile dell’attività economia. In terreno positivo, grazie a dati di vendita meno negativi del previsto, anche l’automotive: Ford +3,3%, General Motors +1,8%.

Frena invece Tesla (-2,5%) nonostante che domenica sera, a sorpresa, il ceo Elon Musk abbia annunciato che il nuovo Model 3, la prima vettura di massa della casa, ha superato tutti i test normativi con due settimane d’anticipo. Tesla prevede una crescita esponenziale della produzione che salirà da 100 macchine attese ad agosto a 20mila entro dicembre. Intanto, però, a giugno le consegne dei modelli S sono stati inferiori alle promesse (22 mila pezzi contro 24 mila).

FIAT CHRYSLER SUPERSTAR IN USA E IN EUROPA. BRILLA ANCHE CNH

La protagonista della giornata è stata Fiat Chrysler (+5,88%) promossa dai risultati delle vendite di giugno sia al di là che e al di qua dell’Atlantico. La giornata si è chiuso con la pubblicazione, a Borsa chiusa, dei dati sulle immatricolazioni a giugno in Italia: +12,6% contro un incremento del 12,9% del mercato. La quota di mercato si è attestata al 28,56%. In crescita tutti i marchi (Alfa Romeo +23,1%, Jeep +18,7%, Fiat +15,8%) con la sola eccezione della Lancia. Sono otto i modelli Fca al primo posto in altrettanti segmenti.

Prima erano stati resi noti i risultati del mercato Usa, ancora in marcata flessione. Le vendite del gruppo Fca sono risultate in calo del 7%: meglio delle previsioni (Edmunds.com dava per probabile un calo del 10%). Ma hanno retto le vendite dei modelli più redditizi, Ram e Grand Cherokee. In mattinata erano arrivate note positive sulle vendite in Francia (+6,4% a parità di giorni lavorativi) e in Spagna +3,1%.

In grande spolvero anche Cnh Industrial (+2,87%). Gli analisti di Goldman Sachs hanno alzato il target price sul titolo da 11,6 a 12,2 euro, confermandolo nella Conviction List Buy. Gli esperti ritengono che il gruppo possa migliorare la guidance sul 2017 in occasione della pubblicazione dei conti del secondo trimestre, attesi per il 26 luglio. 

MILANO IN MAGLIA GIALLA. MA L’OCCUPAZIONE RALLENTA§

Giro di boa con il botto per le Borse europee, grazie alla spinta di ripresa economica e risalita del petrolio. Le tensioni sul fronte dei tassi hanno dato alle banche. La buona intonazione del comparto del credito si è fatta sentire soprattutto a Milano, di gran lunga la piazza migliore: l’indice Ftse Mib è salito del 2,08% a quota 21.013 punti. Effervescenti anche i mercati di Madrid (+1,53%) e Parigi (+1,47%). A Francoforte il Dax ha guadagnato l’1,22%. Positiva meno euforica Londra (+0,88%).

In Europa si mettono in luce i finanziari, Eurostoxx Banks in rialzo del 3%, e gli assicurativi, in rialzo del 2%. Bene anche lo Stoxx energy (+2%). Sul fronte macro la nota negativa arriva dalla disoccupazione in rialzo a maggio a 11,3% (da 11,2%). “L’aumento della disoccupazione non è dovuto a una flessione degli inattivi ma a un ‘genuino’ calo degli occupati, il più marcato da febbraio dell’anno scorso”, ha osservato Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo. 

Positive invece le indicazioni dal fronte manifatturiero. L’indice Pmi europeo a giugno si è attestato a 57,4 punti, sui massimi da 74 mesi. La produzione industriale italiana, secondo il Centro studi di Confindustria (Csc), a giugno farà registrare un incremento dello 0,4% rispetto a maggio, quando è stata stimata una crescita dello +0,4% su aprile. A perimetro annuo il Csc stima per giugno un aumento del 3,2% dopo il +2,4% di maggio.

TROPPA EUFORIA SU EURO E TASSI: LA BCE FRENA

La reazione dei mercati al messaggio ottimistico di Mario Draghi della scorsa settimana sta convincendo la Bce che sia meglio evitare nel prossimo meeting di luglio segnali che possano far pensare ad un cambio di rotta della politica monetaria. È quanto sostiene Reuters dopo “una conversazione con sei funzionari di banche centrali della zona euro”. A Francoforte, in particolare, non è piaciuto il rialzo dell’euro e dei tassi dei governativi dopo le parole del presidente. Perciò potrebbe essere mantenuto (e non eliminato come si ipotizzava) il riferimento al “potenziamento o prolungamento del Qe se necessario”: la cancellazione di questa frase verrebbe interpretata dai mercati come un segnale dell’avvio della graduale riduzione degli acquisti di titoli, considerata prematura dai collaboratori di Draghi.

Intanto la buona intonazione del mercato ha contagiato anche i governativi, a partire dalla periferia della zona euro. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni si è attestato a 166 punti base (contro 168). Il tasso del decennale è sceso a 2,14% da 2,15% dell’ultima chiusura. La carta tedesca ha seguito l’andamento dei Bond Usa che, dopo il dato migliore del previsto dell’Ism hanno visto un sensibile rialzo dei rendimenti su tutta la curva. Interesse molto sostenuto da parte degli specialist nelle riaperture delle aste Btp in cui la scorsa settimana il Tesoro ha assegnato quasi tutti gli otto miliardi offerti.

CORRONO LE BANCHE: BPER, UBI E UNICREDIT SUGLI SCUDI. SALE ANCHE CARIGE

Accelerano le banche: l’indice Stoxx di settore è salito del 3,27%. In testa alla graduatoria Banca Bper (+6%), miglior titolo bancario di oggi. Il gruppo ha acquistato il 100% del capitale di Nuova Carife dal Fondo Nazionale di Risoluzione. La conclusione dell’operazione, si legge in una nota dell’istituto, è stata effettuata dopo che il Fondo Nazionale di Risoluzione ha perfezionato l’aumento di capitale di Nuova Carife da complessivi 290 milioni di euro, per il raggiungimento di un patrimonio target pro-forma pari a 153 milioni. Nuova Carife ha ceduto la cessione di un portafoglio di crediti deteriorati con il Fondo Atlante e con Credito Fondiario per 340 milioni lordi. 

Unicredit +3,9%. La banca ha concluso la cessione di Pioneer ad Amundi con un capital gain netto a 2,1 miliardi e aumento del Cet1 fully loaded di 84 punti base. Da inizio anno il titolo guadagna il 24%, meglio del +15% registrato dall’Eurostoxx Banks. Stesso incremento per Ubi Banca. Intesa Sanpaolo +2,7%, Banco Bpm +2,7%.

In netto recupero Banca Carige (+3,89%) nel giorno del Cda che ha deliberato una manovra da 700 milioni comprensiva di un aumento di capitale fino a 500 milioni e di una cessione di asset che punta a realizzare almeno 200 milioni.

MPS, TRA OGGI E DOMANI LA FUMATA BIANCA. UNIPOL IN RALLY

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In settimana, forse già oggi, dovrebbe arrivare il via libera di Bruxelles alla messa in sicurezza del Monte Paschi, l’autorizzazione che dovrebbe aprire la via all’intervento sul capitale da 8,3 miliardi di euro. Il ritorno a Piazza Affari della banca, indicato inizialmente alla fine di luglio, potrebbe slittare a settembre.

Tra le società del risparmio gestito, Azimut +2,3%, FinecoBank +3,2%. Unipol +5% grazie alla promozione di Kepler che ha alzato il target sul titolo a 4,35 euro dai 4,10 euro precedenti con un giudizio confermato a Buy. Generali sale dell’1,2%, Unipol Sai dell’1,7%.

A2A E RECORDATI TRA LE (POCHE) CHIUSURE IN ROSSO

A2a, ha perso lo 0,41% a 1,45 euro. La multiutility ha notificato al governo del Montenegro l’esercizio dell’opzione di vendita prevista dai patti parasociali firmati nell’agosto del 2016 e modificati nel marzo scorso, per la gestione di Epcg.

Recordati è in calo dell’1,9% a 34,85 euro, è la peggior blue chip del listino milanese. Il titolo ha chiuso la scorsa settimana con una perdita del 5,5%, la più ampia da un anno a questa parte ma da inizio anno +30%. La società ha perfezionato l’accordo con AstraZeneca dei diritti europei del metoprololo.

Fra i titoli minori Chl cede oltre 10% dopo aver annunciato la settimana scorsa che non rimborserà la quarta rata del prestito obbligazionario convertibile.

Categories: Finanza e Mercati