Dopo la fuga dei depositi, serve la liquidità. Il Monte dei Paschi di Siena potrebbe emettere bond per 15 miliardi di bond allo scopo di riportare nel 2017 l’istituto ai livelli di cassa di fine 2015. I tempi non sono ancora definiti, ma è quasi certo che Mps piazzerà questo mese il primo dei prestiti obbligazionari, mentre un secondo arriverà a febbraio.
Quanto al nuovo piano industriale, sarà riscritto probabilmente entro marzo, con la bozza pronta entro la fine di gennaio. Le nuove linee strategiche dovranno essere approvate da Bruxelles, cui spetterà anche l’ultima parola sull’intervento dello Stato.
Solo a quel punto potrà partire la ricapitalizzazione precauzionale, con il Tesoro che arriverà al 70% del capitale della banca grazie a un investimento di circa 6,6 miliardi.
Per quanto riguarda i crediti deteriorati, la cessione dei 27,7 miliardi di sofferenze è da ripensare. Sulle tranche senior nella cartolarizzazione ci si potrebbe anche avvalere della Gacs (la garanzia pubblica). La banca senese dovrà comunque liberarsi degli Npl seguendo una strada diversa da quella tramontata insieme al piano di salvataggio sul mercato.
I vertici di Mps hanno avviato da subito lo studio di varie alternative. Il ceo, Marco Morelli ha indicato tra le strade percorribili la svalutazione, il mantenimento in portafoglio, la cessione ed anche la separazione attraverso un veicolo della banca.