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Mps: il rosso si aggrava, lo Stato verso un nuovo aumento

L’esercizio 2020 si chiude con una perdita da 1,7 miliardi – Lotta contro il tempo per trovare un partner: se non si troverà, lo Stato parteciperà pro quota all’aumento da 2,5 miliardi, ma servirà il via libera di Ue e Bce

Mps: il rosso si aggrava, lo Stato verso un nuovo aumento

Mps archivia il 2020 con una perdita netta di 1,689 miliardi. Lo comunica la Banca, precisando che le componenti non operative negative includono 984 milioni di accantonamenti a fondi rischi e oneri e 154 milioni di oneri di ristrutturazione legati a Hydra e all’esodo del personale avvenuto nel quarto trimestre. Nel 2019 la perdita netta era stata di 1,033 miliardi.

Nello scorso esercizio Montepaschi ha realizzato ricavi complessivi per 2,917 miliardi, in calo dell’11,2% su base annua. Il margine di interesse si è attestato a 1,291 miliardi, in riduzione del 14%, e il risultato operativo lordo a 714 milioni, dai 994 milioni del 2019. Il risultato operativo netto è negativo per circa 39 milioni a fronte di un valore positivo pari a 406 milioni registrato l’anno precedente.

Il capital plan di Mps, che prevede un rafforzamento di 2,5 miliardi nel caso in cui non dovesse riuscire a trovare un partner, “è al momento all’esame della Bce in attesa dell’approvazione formale e prevede un 100% di equity”, ha spiegato l’amministratore delegato, Guido Bastianini, nel corso della conference call con gli analisti. “Abbiamo comunicato qualche giorno fa che non stiamo assolutamente considerando l’emissione di bond subordinati. Se dovessimo ricorrere all’aumento e le minoranze non dovessero partecipare, le nostre banche sono disposte a coprire la parte restante“.

Inoltre, nel comunicato Mps ribadisce che, “nel caso in cui la realizzazione di una soluzione strutturale non dovesse avvenire in un orizzonte di breve/medio termine, il capital plan prevede un rafforzamento patrimoniale di 2,5 miliardi che, se realizzato, è previsto avvenire a condizioni di mercato e con la partecipazione pro-quota dello Stato italiano, riguardo cui ha già confermato pieno sostegno”. Servirebbe però il via libera di Ue e Bce: “L’operazione di rafforzamento patrimoniale – si legge ancora nella nota – sconta talune incertezze in quanto necessita la conclusione del processo già avviato di valutazione e approvazione di DG Comp e Bce”.

Tornando ai numeri dello scorso esercizio, i volumi di raccolta complessiva sono risultati pari a 205,8 miliardi, con una crescita rispetto al 30 settembre 2020 di 7,8 miliardi, sia sulla raccolta diretta (+5,3 miliardi) sia sulla raccolta indiretta (+2,5 miliardi). L’aggregato risulta in crescita anche rispetto al 2019 (+9,8 miliardi) grazie soprattutto all’aumento della raccolta diretta (+9,5 miliardi).

Sul versante patrimoniale, al 31 dicembre 2020 il Common Equity Tier 1 Ratio del gruppo Mps si attestava al 12,1% rispetto al 14,7% di fine 2019, e il Total Capital Ratio al 15,7%, dal 16,7% registrato a fine dicembre 2019.

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