Il salvataggio d Mps non è ancora iniziato e già sale il conto. La Bce ha inviato ieri al consiglio di amministrazione dell’istituto senese una lettera in cui il “fabbisogno di capitale” viene ricalcolato in 8,8 miliardi. Una cifra molto lontana rispetto all’importo dell’aumento di capitale da poco abortito, 5 miliardi. La maggior richiesta è legata al richiamo ai risultati dello stress test dello scorso luglio, giustificato dalla modalità di salvataggio scelti dal Monte, da cui emerge, scrive la Bce, “un fabbisogno di capitale di 8,8 miliardi, comprensivo di tutte le componenti dei fondi propri”. Non tutti i quattrini dovranno essere forniti dal Tesoro: più di 2 miliardi saranno imposte agli investitori istituzionali, così come prevedono le norme Ue sul burden sharing. La Bce ha anche sottolineato la necessità di un intervento urgente sul fronte della liquidità che ha sofferto “un rapido deterioramento” nelle ultime tre settimane da 12,1 a 7,7 miliardi (dal 7,6% al 4,8% sul totale delle attività).
WEIDMANN: IL DENARO PUBBLICO E’ L’ULTIMA RISORSA
Intanto, in un’intervista alla Bild, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha sostenuto che “Abbiamo stabilito nuove regole mirate essenzialmente alla protezione dei contribuenti e a indurre gli investitori a comportamenti responsabili. Il denaro pubblico deve essere considerato come l’ultima risorsa, per questo l’asticella è posta molto in alto”, “Se nonostante tutto, dovesse affluire denaro pubblico per il bailout del Monte, questo dovrà essere rifinanziato, data la grande mole del debito pubblico italiano”.
Bastano queste due novità a confermare che la partita per il risanamento delle banche italiane, per cui sono stati stanziati 20 miliardi, non sarà una passeggiata. Perciò assume un’importanza ancora maggiore la risposta dei mercati sul settore.
RESTANO SOSPESI IN BORSA I TITOLI DEL MONTE
Oggi e nei prossimi giorni le azioni e gli altri titoli Mps saranno sospesi per decisione della Consob “fino al ripristino di un corretto quadro informativo sul rafforzamento patrimoniale” . La decisione è stata presa, spiegano alla Commissione, perché “l’attuale contesto informativo non garantisce la trasparenza, l’ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori, in ragione dell’incertezza in merito alle iniziative in corso di definizione da parte della banca e delle competenti autorità”. “L’intervento statale non era sicuramente la prima opzione della banca, però ci darà comunque la possibilità di procedere con lo smaltimento accelerato dei crediti deteriorati e di avere una posizione diversa e più forte”, ha detto Marco Morelli in un video messaggio ai dipendenti”.
A rasserenare il comparto del credito ci ha pensato anche con l’accordo di Deutche BanK (7,2 miliardi di dollari) e di Credit Suisse con le autorità Usa. Il settore europeo ha guadagnato in media il 30% dall’inizio di ottobre, la miglior performance dall’estate del 2009. Se non sorgeranno intoppi sulla strada del decreto che mette a disposizione delle banche italiane 20 miliardi, non è difficile immaginare un recupero dei finanziari italiani.
WALL STREET PUNTA AL RECORD. DECISIVI I DATI SULLA FIDUCIA
Da oggi a venerdì Wall Street avrà a disposizione quattro giorni per centrare nel 2016 il traguardo dei 20,000 punti del Dow Jones Industrials, a coronamento del rally impetuoso del mercato Usa dall’8 novembre, data dell’elezione di Donald Trump. L’indice, che si è fermato a ridosso di Natale a quota 19,933,81 punti (+14,4% dall’inizio di gennaio), ha un valore simbolico, condizionato com’è dalla presenza di Goldman Sachs, uno dei titoli migliori di questo finale d’anno all’insegna dell’ascesa dei tassi e del boom del dollaro. Anche per questo i mercati si chiedono se il fenomeno non sia destinato a segnare il passo dopo tanta euforia. C’è grande attesa per i dati sulla fiducia delle famiglie americane di oggi, i primi dopo l’elezione alla Casa Bianca di Trump. Gli analisti intanto sollevano i primi dubbi sulla svolta fiscale promessa da Trump: se passerà la proposta di tassare di più i beni importati, sgravando le esportazioni, un’auto costerà in media il 10 % in più.
DEBOLE TOKYO. OGGI I VERBALI DELLA BANK OF JAPAN
Deboli ieri e stamane mercati asiatici, gli unici aperti: Tokyo arretra dello 0,3%, Shanghai -0,2%. In mattinata la Bank of Japan pubblicherà i verbali dell’ultima riunione del 2016, un ‘occasione per capire se e quanto le novità della politica Usa, a partire dal rialzo del dollaro, possono incidere sulla politica dei tassi negativi di Tokyo. La cerimonia di Pearl Harbour, La prima con un premier giapponese dall’attacco del 1941, dimostra che l’asse con Washington, pur au tempi del protezionismo, può funzionare.
Opposta la situazione dei rapporti tra Usa e Pechino. Lo yuan cinese potrebbe scivolare in questi giorni sotto soglia 7 rispetto al dollaro. in risposta alla decisione di Trump di delegare i rapporti commerciali con Pechino a Peter Navarro, l’economista di Harvard, che da anni denuncia “la guerra economica della Cina contro l’America”.
A MILANO CONTINUA LA BATTAGLIA, DOMANI L’ASTA BOT
Piazza Affari ha a disposizione quattro sedute per limitare le perdite accusate nel 2016 (-10,7% ) che hanno regalato alla Borsa italiana un triste primato negativo. Tra gli analisti prevale ora l’ottimismo per i prossimi mesi, alimentato dalla ripresa del settore del credito ma anche dalla prospettiva di prossime battaglie societarie, a partire dal fronte tlc-media e dalla ripresa degli M&A.
Tra gli appuntamenti della settimana spiccano le aste del Tesoro, le prime con regolamento all’inizio del 2017.
Si comincia domani, 28 dicembre, con l’offerta di 6,5 miliardi di Bot a 6 mesi. Il giorno dopo il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori tra 4,75 e 6,75 miliardi di euro in Btp a 5, 10 e un trentennale a durata residua dieci anni (novembre 2026) insieme ad un Ccteu.
Anche nel 2017 verranno lanciate due emissioni di Btp Italia, una ad aprile, la seconda a novembre.