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Mps e banche venete sotto i riflettori

I mercati soffrono il mal di Trump e per il Dow Jones arriva l’ottavo calo di fila ma le Borse asiatiche reagiscono – A Piazza Affari al centro dell’attenzione resta il settore bancario e per il Tesoro ripartono le aste – Le utilities rialzano la testa

Mps e banche venete sotto i riflettori

Wall Street, seppur a fatica, conferma l’apertura di credito a Donald Trump, indebolito dalla cocente sconfitta subita sulla riforma sanitaria. Ma nessuno si illude più su tempi e modi dell’avanzata delle riforme che fino a pochi giorni fa sembravano dietro l’angolo. Certo, il presidente può sperare in una rivincita sui temi fiscali, dando il via alla riduzione delle tasse per corporation e famiglie.

Ma i margini di manovra sul bilancio sono stretti e la pur cospicua maggioranza al Congresso (235 voti su 437) è troppo divisa per puntare ad un cambiamento davvero epocale. Del resto, l’ultima riforma fiscale risale a Ronald Reagan, che ci mise 4 anni a realizzarla. Difficile che Trump possa sognare di far di meglio. La strada, insomma, è in salita. Le Borse, non solo Wall Street, prendono atto che la grande festa, per ora, è finita. E le conseguenze potrebbero farsi sentire presto.

LA FED RIVEDE I RIALZI. AVANZA L’ASIA

Ieri sera il presidente della Fed di Chicago, Charles Evans, ha affermato che se l’attuale situazione di incertezza dovesse permanere tutto l’anno, sarebbe appropriato alzare solo un’altra volta (e non due) i tassi di interesse prima della fine del 2017.

Stamane l’Asia ha così reagito ai forti ribassi delle ultime sedute. Torna a salire a Tokyo l’indice Nikkei (+1,1%). Bene anche Hong Kong (+0,6%) e la Borsa coreana (+0,3%), entrambe al centro di una delicata fase politica. In ripresa anche il dollaro e il petrolio, già scivolato ai minimi da 3 mesi e mezzo.

DOW JONES, OTTAVO CALO DI FILA

Il rimbalzo è cominciato lunedì sera sui mercati Usa, correggendo in parte l’andamento negativo dei listini. Wall Street ha comunque chiuso in rosso: Dow Jones -0,22%, in rosso per l’ottava giornata consecutiva, S&P 500 -0,10% in recupero dopo il calo iniziale (-0,9%). Sale solo il Nasdaq (+0,2%).

Lo stallo politico a Washington si è fatto sentire anche sulle obbligazioni: si vendono quelle a breve durata e si comprano quelle a lunga scadenza. Il rendimento del Bond a tre mesi, uno degli asset più scambiati e più liquidi del mercato, è salito sui massimi dall’ottobre del 2008, il mese del crack di Lehman Brothers.

A sostenere l’indice tecnologico la raffica di buy su Snap (+4,8%). Da venerdì, i broker possono liberamente fornire le loro indicazioni sul titolo del social network. Ci sono almeno 12 avvii di copertura, otto sono raccomandazioni di acquisto.

Molto bene anche Tesla: +2,7% (dopo il +3,3% di venerdì). Il fondatore e Ceo Elon Musk ha annunciato che dal mese prossimo il gruppo incomincerà a commercializzare le nuove tegole solari per tetti, un prodotto di SolarCity presentato prima che la società venisse acquisita da Tesla. 

CARLOS SLIM SFIDA TRUMP SULL’AUTO 

Carlos Slim, il miliardario messicano che è anche grande azionista del New York Times, ha lanciato la sfida a Trump: la sua Giant Motors si è alleata con la cinese Jac per avviare in Messico la produzione di auto per il mercato latino americano.

Deboli i prezzi del petrolio, frenati dai timori sull’economia globale. Il Brent perde lo 0,2% a 50,6 dollari al barile, Wti a 47,8 dollari (-0,6%). A piazza Affari, Eni è scesa dello 0,1%, Saipem -2%, Tenaris-2,2%.

BREXIT, INIZIA LA BATTAGLIA D’INGHILTERRA

L’Europa si prepara alla prossima battaglia d’Inghilterra. Ieri Theresa May ha ricevuto un secco no dal premier scozzese Nicola Salmond: Edimburgo chiederà il referendum per uscire dal Regno Unito. Intanto Wolfgang Schaeuble ha raffreddato le speranze britanniche sulla “comprensione” di Berlino, grazie alle pressioni dell’industria dell’auto per un atteggiamento morbido a favore dell’import/export dall’isola . “Non ho alcun intento punitivo verso Londra – ha detto – Ma per noi è vitale rafforzare la coesione tra i 27”.

MILANO -0,3%, SALE LA FIDUCIA TEDESCA

L’indice Ftse Mib ha chiuso la prima seduta della settimana in flessione dello 0,32% a 20.124 punti. Ribassi dello 0,1% per le Borse Parigi e Madrid, Francoforte -0,5%, In Europa l’indice Stoxx 600 segna -0,43%. Nelle Borse europee i titoli in maggior calo sono quelli legati alle Materie prime (Stoxx del settore -3,3%). A Londra il colosso minerario Antofagasta ha perso il 4,7%. Glencore , prima società di trading al mondo di commodity, cade in ribasso del 4,5%. Rio Tinto -3,8%.

Sul fronte macroeconomico sono arrivate buone notizie: in Germania l’Ifo si è attestato a 112,3 punti a marzo, sui massimi da luglio 2011. Il dato ha battuto il consenso degli economisti, che si aspettavano una lettura invariata rispetto al mese precedente a quota 111.

AL VIA LE ASTE DEL TESORO. GIOVEDI’ OFFERTI 9 MILIARDI DI BTP

Seduta piuttosto incolore per il mercato del debito. Molte oscillazioni di prezzo e di rendimento, avvertono gli addetti ai lavori, vanno messe in relazione agli aggiustamenti di posizione che precedono la chiusura del mese e del trimestre. Nel breve, la carta italiana è riuscita comunque a mantenere le posizioni sulla Germania, con lo spread tra decennali che si riporta giusto al di sotto i 200 punti base, nonostante l’entità delle prossime offerte. Il rendimento del Bund decennale è sceso a metà giornata a 0,36%, per poi risalire in chiusura a 0,40%, lo stesso livello di venerdì. Btp al 2,19% dal 2,21% di venerdì.

Si aprono oggi le aste di fine mese per il Tesoro italiano, con la settima tranche del Ctz 28 dicembre 2018 a disposizione degli investitori per un ammontare tra 2 e 2,5 miliardi di euro. A fine chiusura sul secondario, il titolo scambia al rendimento di 0,005%, da confrontare con lo 0,029% di fine febbraio. Domani sarà il turno del Bot semestrale,offerto per 6,5 miliardi (contro 6,6 miliardi in scadenza).

In occasione dell’offerta a medio e lungo termine di giovedì prossimo 30 marzo, il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori tra 6,75 e 9 miliardi di euro di Btp a cinque, dieci e 50 anni, il titolo novembre 2020 non più in corso di emissione e il CcTeu febbraio 2024.

Nel corso del secondo trimestre, il Tesoro lancerà un nuovo Btp a 3 anni, un nuovo Ccteu a 7 anni e un nuovo Ctz. È quanto ha annunciato Via XX Settembre con la pubblicazione del programma trimestrale di emissione: Il nuovo Btp a 3 anni avrà scadenza giugno 2020 e l’ammontare dell’intera emissione che arriverà sul mercato sarà complessivamente di almeno 9 miliardi di euro. Stesso importo minimo per il nuovo Ccteu (scadenza ottobre 2024) e per il nuovo Ctz (maggio 2019).

NOUY (BCE): SÌ ALLA FUSIONE DELLE BANCHE VENETE

Le autorità europee prenderanno presto una decisione sul piano di salvataggio pubblico di Mps e sono già al lavoro su un simile dossier per Pop Vicenza e Veneto Banca. Lo ha assicurato il presidente della Vigilanza europea della Bce, Daniele Nouy, spiegando che, relativamente al piano, la questione sulla solvibilità dell’istituto rappresenta il punto di partenza ed è un tema già risolto. Alla domanda se la banca senese fosse solvibile tre mesi dopo aver fatto richiesta allo stato italiano per la ricapitalizzazione precauzionale, Nouy ha risposto: “Sì, altrimenti non staremmo discutendo sulla ricapitalizzazione precauzionale. Siamo nelle battute finali dei colloqui con la Commissione”.

Nouy ha poi dichiarato che una fusione tra Popolare Vicenza e Veneto Banca potrebbe essere la soluzione per il piano di ristrutturazione. Intantola Bce ha già iniziato a fornire informazioni alla Commissione Ue sulla richiesta di ricapitalizzazione precauzionale avanzata dai due istituto veneti. Alla domanda se le trattative possano coinvolgere la fusione tra le due banche, Nouy ha risposto: “È la Commissione europea che guida sul piano di ristrutturazione.”

Oggi è l’ultimo giorno dell’offerta di ristoro rivolta agli azionisti della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca che hanno subito forti perdite. Il superamento della soglia minima fissata dai due istituti di credito è il primo passo del piano di messa in sicurezza che prevede la ricapitalizzazione precauzionale a carico dello Stato. 

Intanto, le banche hanno vissuto una giornata di ribassi: il comparto è arretrato dello 0,74%. Unicredit ha perso l’1,1%, Intesa -0,2%. Oggi il Cda esaminerà un piano per ridurre di 15 miliardi di euro le sofferenze (Npl) entro il 2019. Banco Bpm -1,5%. Perdite consistenti anche per Bper Banca (-1,6%) e Mediobanca (-1%).

Banca Ifis ritraccia leggermente dall’area dei massimi storici, perdendo lo 0,50%% a quota 35,92 euro. L’istituto veneto specializzato nel factoring ha concluso due accordi per l’acquisto di due portafogli di crediti deteriorati. Il valore lordo complessivo delle operazioni è di 573 milioni di euro.

Denaro su Mediolanum (+1,05%): Citigroup ha alzato il prezzo obiettivo da 7,7 a 8 euro, con rating buy. Gli analisti hanno apprezzato le parole del management durante la conference call.

INDUSTRIA, SALE SOLO FERRARI

Tra gli industriali acquisti solo su Ferrari (+2,87% a 68 euro), che ha festeggiato la vittoria di Sebastian Vettel a Melbourne nel primo Gran Premio di Formula 1 della stagione.

Frena Fiat Chrysler (-0,6%). Giù Prysmian (-1,7%). In rosso Stm (-2,91%) . Equita Sim ha segnalato come il recente rafforzamento dell’euro sul dollaro, se dovesse continuare, sarebbe negativo il gruppo. In calo i titoli più legati alla congiuntura dell’economia Usa: pesanti le società legate alle costruzioni come Buzzi (-3,2%) e Cnh Industrial (-2,7%). 

LE UTIITIES RIALZANO LA TESTA. I BROKER PREMIANO TELECOM

L’allentamento delle tensioni sul fronte dei tassi favorisce una riduzione dei rendimenti e indirettamente i conti delle utilities e delle tlc. Terna ha fatto segnare il prezzo più alto dallo scorso ottobre a 4,5980 euro. Da inizio anno la performance migliora a +5,5%. Gli investitori apprezzano anche lo yield del titolo che ai prezzi attuali del titolo oscilla intorno al 4,5%. Bene anche Enel (+0,5%) e Snam (+0,9%).

In luce Telecom Italia (+1,68%), su cui Macquarie ha alzato il target price da 1,05 a 1,10 euro confermando la raccomandazione outperform. Kepler Cheuvreux (buy, Tp1,05 euro) ha poi dichiarato di apprezzare il piano del gruppo per accelerare la copertura in fibra.

AUTOGRILL SI AGGIUDICA NEW ORLEANS. VOLA TERNI ENERGIA

Si segnala Autogrill +0,72% a 9,145 euro. La controllata HMSHost si è aggiudicata un nuovo contratto decennale per la gestione degli spazi food&beverage presso l’aeroporto di New Orleans. Le vendite cumulative attese sono pari a 250 mln di dollari. Il ceo Tondato ha escluso per ora uno spin-off di HMSHost e ha confermato un tasso di crescita dei ricavi del 5-7%. Citigroup ha aumentato il prezzo obiettivo a 10,5 euro, confermando la raccomandazione buy. Gli analisti vedono ancora margini di rialzo per il titolo in Borsa.

Luxottica -0,58%. Prende corpo la governance di Essilor-Luxottica, paritetica per circa tre anni dalla costituzione del gruppo. A seguire, i membri del consiglio di amministrazione saranno scelti a prescindere dalla provenienza. Il primo cda sarà quindi composto da otto componenti di Delfin (holding della famiglia Del Vecchio, cui fa capo il marchio)-Luxottica e otto designati da Essilor.

Arretrano Ferragamo (-1,5%) e Moncler (-1,4%). Fra le mid e small cap brilla Terni Energia (+11%). Tonfo de Il Sole24 Ore (-8,9%) dopo i recenti fortissimi rialzi.

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