Condividi

Mps e Apple, ogni Borsa ha le sue spine. E Milano inizia subito male

La frana Mps mette a rischio i guadagni di Borsa dell’intero settore bancario: in due giorni è passato di mano l’11,4% del capitale della banca senese, con un ribasso del 13,5% – Dura la Banca d’Italia – Apple perde il 10% a Wall Street a causa delle pessime previsioni per il gruppo – Piazza Affari inizia subito male – Fmi corregge all’ingiù le stime 2013.

Mps e Apple, ogni Borsa ha le sue spine. E Milano inizia subito male

Non solo Monte Paschi. A pesare sugli umori dei mercati finanziari stamane contribuiranno di più i conti avvelenati della Mela. Il titolo Apple, dopo l’annuncio dei conti del 2012, ha già lasciato sul terreno il 10%, ovvero più di 50 miliardi di dollari di capitalizzazione. Apple, scivolata a 461,31 dollari (contro 702 di settembre) ora vale solo 20 miliardi di più di Exxon Mobil, al secondo posto nella classifica per valore di Borsa. La frana è legata ai dati di vendita, che il mercato ha giudicato inferiori alle attese. Eppure nell’ultimo trimestre Apple ha venduto 47,8 milioni di iPhone (+78%) per un fatturato di 54,4 miliardi (+18%). Ma la redditività è in calo, accusano gli analisti: la concorrenza di Samsung e del sistema operativo Android si fa sentire. 

Mps, intanto, è andata al tappeto dopo lo scandalo sui derivati 2009 che potrebbe costare all’istituto oltre 200 milioni di rosso aggiuntivi sul bilancio 2012. La banca senese, di cui e’ passato di mano un altro 6% del capitale chiude a -8,4%. In due giorni è passato di mano l’11,4% del capitale per un ribasso complessivo del 13,5%. Intanto l’intervento di inusuale durezza della Banca d’Italia e i riflessi politici del caso della “banca rossa” promettono giorni di fuoco per il settore. 

In Asia torna a correre la Borsa di Tokyo +1,3%, sull’onda del calo dello yen. Le tensioni per la ripresa del programma nucleare della Corea del Nord si fanno sentire sugli altri listini. Scende Hong Kong -0,3% al pari Seul -0,1% e Shangai -0,1%. Ma i report delle banche private anticipano una forte ripresa della produzione manifatturiera di Pechino. I guai di Apple pesano sui fornitori asiatici della Mela ma spingono all’insù Samsung. 

Corrono l’indice Dow Jones ( +0,49%) e l’indice Nasdaq (+0,4%), si muove di meno l’S&P500 (+0,33%) favoriti dalle notizie sul budget federale. L’effetto Apple si vedrà nella seduta di oggi. Il ribasso più marcato di ieri spetta alla Borsa di Milano, dove l’indice FtseMib ha chiuso in calo dello 0,7%, zavorrato dalla caduta di MontePaschi, che ha contagiato un po’ tutto il settore. Non solo in Italia.

In tutta Europa i titoli finanziari sono stati deboli: lo Stoxx delle banche è sceso dello 0,8% e quello delle assicurazioni dello 0,9%. La Borsa di Londra ha comunque chiuso in rialzo dello 0,3%, Francoforte è salita dello 0,1%, mentre Parigi è scesa dello 0,3%. Per i titoli di Stato è stata una giornata tranquilla con il rendimento del Btp poco mosso al 4,18% e spread stabile a quota 264. 

AMERICA 

La buona notizia riguarda la soluzione di compromesso sull’ammontare del tetto del debito. La Camera dei Rappresentanti, a maggioranza repubblicana, ha approvato 285 voti a favore 144 contro, la legge che alza provvisoriamente, fino a metà maggio, l’attuale tetto del debito pubblico (16.400 miliardi di dollari), scongiurando il rischio default per lo Stato federale. 

Accanto alla partita del debt ceiling, domina a Wall Street l’esame è quello dei risultati societari del 2012: 75 delle 84 società che hanno diffuso i conti hanno battuto le attese sull’utile. Non c’è stata solo la delusione di Apple. Dopo gli ottimi dati di Google e Ibm, ieri in rialzo a Wall Street rispettivamente del 6,1% e del 5,4%, la notizia di giornata riguarda il boom di Netflix, la società che gestisce il noleggio video via Internet: dopo i conti 2012 i titoli della corporation, di cui è socio Carl Icahn, salgono del 30%. 

La nota negativa arriva dal lusso. Coach -15%, la peggiore performance dell’indice S&P500. La società delle pelletteria e delle borse di lusso ha presentato dati del trimestre inferiori alle aspettative, confessando che la stagione degli acquisti natalizi è stata pessima. L’utile netto è comunque salito dell’1,5% anno su anno. 

EUROPA 

Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le stime per l’Europa, Italia compresa. Il prodotto interno lordo italiano registrerà nel corso del 2013 una flessione dell’1% anziché dello 0,7% come previsto lo scorso ottobre, mentre nel 2014 si dovrebbe tornare a una crescita positiva dello 0,5%, proiezione invariata rispetto a tre mesi fa. . Per la Germania, le previsioni per il 2013 sono di una crescita pari allo 0,6% (-0,3% rispetto a ottobre) e dell’1,4% nel 2014 mentre per la Francia ci si attende un +0,3% quest’anno (-0,1%) e un +0,9% il prossimo (-0,2%).

La Spagna è invece attesa in calo dell’1,5% nel 2013 (-0,1%) con un’inversione di tendenza l’anno venturo quando il Pil crescerà dello 0,8%, cifra comunque rivista al ribasso dal precedente +1%. Anche a Parigi le banche hanno sofferto: SocGen -3,8%, BnpParibas -2,3%.

Intanto il broker Usa Bernstein ha diffuso uno studio sul settore in cui afferma che fra i titoli da possedere c’è Telecom Italia e fra quelli da non possedere c’è France Telecom. Ma i mercati , stavolta, non danno retta agli esperti: l’ex incumbent italiano è sceso del 2,4%, quello francese ha perso il 2,9%. 

ITALIA 

L’effetto Mps si è fatto sentire sull’intero comparto del credito. In Piazza Affari Unicredit ha perso lo 0,8%, nonostante la promozione di Morgan Stanley, Intesa -2,6%,Banco Popolare -4,1%, Ubi -4,1%, Pop.Milano -2,6%. Fra le assicurazioni, Generali è scesa dell’1,1%, Unipol -2,4%. Si sgonfia Premafin -7,4% dopo le speculazioni dei giorni scorsi. 

Standard & Poor’s ha confermato il rating A di Generali, rimuovendo il creditwatch negativo. Il merito di credito del Leone, che e’ ora sotto outlook negativo, rimane così di due notch sopra quello della Repubblica Italiana grazie “alla elevata diversificazione internazionale e alle sue forti posizioni di mercato in Paesi europei ad alto rating”. “L’outlook negativo riflette invece ‘il rischio nel completamento del processo pianificato di vendita di alcuni asset e nel raggiungimento dei target previsti di redditività” 

Fra i titoli industriali, forte ribasso di Finmeccanica -3,1%, penalizzata dalle indiscrezioni su un probabile rinvio della vendita di Ansaldo Energia. StM ha perso l’1,5%. Positiva Pirelli +1,3% , si è sgonfiata Camfin-7,2%. Fiat Industrial +1,2%. Poco mossa Fiat. Fra le mid e small cap è scattata al rialzo Geox +8,5%, in rialzo Amplifon +1,7%. 

Commenta