L’EURO VOLA IN ATTESA DELLA FED. MPS +1,2%
I BOT VANNO A RUBA, TITOLI GRECI SOTTO IL 10%
Nonostante la conclusione positiva dell’asta Bot, la seduta di Piazza Affari è stata dominata dal segno meno. Al termine , però, l’Ftse Mib -0,03% chiude quasi in pareggio a quota 17891 una giornata dominata dai temi valutari e monetari monetari.
L’euro si è impennato nel pomeriggio salendo a 1,348 sul dollaro, massimo degli ultimi 13 mesi. L’euro si svaluta rispetto al franco svizzero a 1,2427, da 1,2462 della chiusura.
Suona l’ora della rivincita per la periferia del debito sovrano. Il Tesoro ha collocato senza difficoltà titoli a sei mesi per 8,5 miliardi di euro, pari all’intero ammontare previsto. La domanda è stata pari a 13,99 miliardi. Il rendimento è sceso allo 0,73%, minimo da marzo 2010, da 0,94% dell’asta precedente. Sul mercato secondario il differenziale Bund Btp a 10 anni scende a quota 245, in calo di 4 punti base ai minimi dal luglio 2011.
Altro risultato “storico”: il rendimento del bond decennale greco scende sotto il 10% (9,93% per la precisione) per la prima volta dall’ottobre 2010.
Oggi è iniziata la riunione di due giorni del Fomc (Federal Open Market Committee), l’organismo della Fed preposto alle decisioni di politica monetaria. Non sono attese decisioni di rilievo ma sarà importante cogliere eventuali segnali di freno alla politica super espansiva condotta finora dalla banca centrale Usa. A giudicare dalla corsa dell’euro i mercati scommettono che non ci sia alcuna stretta in vista.
Tra i settori sui mercati azionari europei le oscillazioni sono contenute. Agli estremi troviamo i Tech +0,3% e le banche -1,1%, circostanza che spiega la performance peggiore della Borsa italiana, più legata al settore del credito: Londra+0,83, Francoforte-0,03% e Parigi +0,14%.
E’ proseguito comunque il recupero di MontePaschi, in rialzo dell’1,2%, ma fra le altre banche prevalgono i segni meno: Intesa -1,2%, Banco popolare-1,1%, Ubi -1,5%. Unicredit è in ribasso dello 0,5% dopo la promozione di Goldman Sachs.
La Borsa americana ha assorbito il calo dell’indice di fiducia dei consumatori: indice S&P +0,14%, indice Nasdaq -0,03% e indice Dow Jones +0,45%.
Intanto, l’indice Case Shiller sui prezzi delle case segnala in novembre il rialzo anno su anno più forte dall’agosto del 2006.
Crescono gli utili ma Ford -3,8% accusa il colpo della crisi della consociata europea.
Tornando a Piazza Affari, nuovo exploit di A2A +4,31%.
Sale Azimut +0,62%, dopo che il broker Usa Kbw ha avviato la copertura con raccomandazione outperform ma Banca Generali -2,9% arretra dai recenti massimi storici. Corregge anche Mediolanum -1,17 %.
Fra le assicurazioni, Generali scende dello 0,91%, Unipol -1,1%,Fondiaria Sai -1,8%.
Fra i titoli industriali, Fiat arretra dello 0,81%, Fiat Industrial -1,9% dopo i dati deludenti sulle vendite di veicoli commerciali in Europa.
Finmeccanica invariata, positiva Ansaldo+1,45% che ha segnato in mattinata nuovi massimi di periodo su indiscrezioni di un’offerta di GE.
In calo Saipem -3,52%, peggior blue chip di oggi, oggetto di un collocamento di azioni fra investitori privati. Eni sale dello 0,52%. Il greggio è invariato con il Brent scambiato a 113,3 dollari al barile.
Positiva Mediaset +2,18% e di nuovo sopra i 2 euro, dopo che Exane ha alzato il target price a 2,1 euro.
Da segnalare Rcs -3,6%.
Male i cementieri: Buzzi -1,18%, Italcementi-4,3%.
Tra le small caps spicca il caso di Seat Pagine Gialle che crolla e perde un terzo del valore della capitalizzazione: -37% a 0,0033 euro. Ieri sera la società ha avvertito che, a causa dell’andamento negativo del mercato della pubblicità, non sarà pagata la cedola delle obbligazioni senior secured in scadenza il 31 gennaio, per un ammontare complessivo di 42,2 milioni di euro. Seat è quindi in default.