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Mps chiude il 2023 con 2 miliardi di utili. Torna il dividendo con 2 anni di anticipo

Carlo Musilli per FIRSTonline

Il 2023 verrà segnato negli annales della banca più antica del mondo come l’anno della svolta. Il Monte dei Paschi, salvato più volte dallo Stato, che nei mesi scorsi ha iniziato l’uscita dal capitale, torna a un utile di 2 miliardi che si confronta con la perdita di 205 milioni del 2022, esercizio che includeva anche costi di ristrutturazione per 931 milioni. Il risultato è superiore ai 1,344 miliardi attesi dagli analisti e consente a Siena di tornare a pagare il dividendo dopo tredici anni, con due anni di anticipo rispetto al piano. La proposta del cda, si legge in una nota diffusa prima dell’apertura dei mercati, è di 0,25 euro per azione, per un monte dividendi di 315 milioni di euro. Ieri il titolo aveva guadagnato in borsa oltre il 3,5%.

Rocca Salimbeni sottolinea che sta continuando a rafforzare la propria situazione patrimoniale che si pone, dice una nota, “ai vertici del sistema” e testimonia la capacità di Siena di generare “un’organica profittabilità sostenibile”. L’indicatore di solidità patrimoniale Cet 1 ratio fully loaded sale al 18,1%, in crescita di 248 punti base anno su anno.

Lovaglio: il dividendo non sarà “una tantum”. Payout del 50%

Il dividendo che il Monte dei Paschi torna a pagare quest’anno non sarà ‘una tantum’ ma in futuro le cedole saranno regolari e sull’utile lordo del 2024, che sarà in linea con il risultato dello scorso anno, ci sarà un payout del 50%. Cosi’ l’amministratore delegato Luigi Lovaglio nella presentazione agli analisti dei conti del 2023. La banca ha beneficiato di un effetto fiscale positivo che “non sara’ una tantum” spiega Lovaglio considerando il ‘tesoretto’ di 2,6 miliardi di Dta che potranno trasformarsi in crediti fiscali dato che le proiezioni di base imponibile sono state riviste al rialzo rispetto a quanto prevedeva il piano industriale. “In altre parole – spiega – significa che l’impatto netto non è una tantum ma sarà replicato nei prossimi anni”.

Anche il fatto che le vicende processuali si stiano chiudendo ha avuto un impatto positivo sui conti. Mps ha chiuso il quarto trimestre dell’anno con un utile di 1.123 milioni di euro, che ha contribuito in maniera determinante al risultato annuale di 2.052 milioni di euro. Nel quarto trimestre la banca ha beneficiato di 466 milioni di euro di rilasci netti di accantonamenti su fondi rischi e oneri, legati al venir meno dei rischi legali, e di un positivo effetto netto delle imposte per 339 milioni, per un totale di 805 milioni.

Il risultato operativo lordo cresce di oltre il 90% su anno

I risultati 2023 hanno beneficiato del miglioramento della performance operativa, con il risultato operativo lordo pari a 1,954 miliardi, in crescita di oltre il 90% anno su anno, grazie alla positiva dinamica dei ricavi (+21,7% anno su anno a 3,79 miliardi) e all’efficientamento dei costi operativi (-12,6% anno su anno) con un cost/income al 49%, in forte riduzione rispetto a dicembre 2022 (68%). Solo nel quarto trimestre del 2023 il risultato operativo lordo si è attestato a 508 milioni, stabile trimestre su trimestre con il contributo dei ricavi (+4,1% trimestre su trimestre) che ha consentito di assorbire gli impatti del rinnovo del contratto nazionale.

Il margine d’interesse cresce del 49,3%

Beneficiando dei tassi elevati, Mps ha registrato un margine di interesse in crescita del +49,3% su anno a 2,292 miliardi, con il livello del quarto trimestre in linea con quello del trimestre precedente. Bene le commissioni nel quarto trimestre (+5,9% trimestre su trimestre), grazie in particolare alla crescita della componente da servizi (+9,4%), non nell’intero esercizio (-3,1%) considerato l’impatto sulle commissioni upfront della volatilità dei mercati.

Quanto al costo del rischio è stato pari a 57 punti base, in linea con la guidance. Inoltre, lo stock dei crediti deteriorati lordi è risultato stabile nel trimestre a 3,5 miliardi, così come l’Npe ratio netto al 2,3% (2,2% al 30 settembre 2023). Al 31 dicembre la percentuale di copertura dei crediti deteriorati era pari al 49,1%.

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