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Mps aspetta il paracadute, crollano sterlina e petrolio

Si tinge di rosso il mare dei mercati sotto la pressione della crisi della sterlina e del crollo dei tassi di mercato, sintomo evidente di una recessione, ormai probabile più che possibile, a giudicare dai numeri.

La sterlina ha toccato stamane un minimo a 1,2798 scendendo per la prima volta dal 1985 dotto la barriera di 1,30 sul dollaro. Torna a salire lo yen (100,58 sul dollaro), con pesanti ripercussioni sulla Borsa di Tokyo (-3%) e gli altri listini asiatici. Hong Kong perde il 2%, -1,2% Sidney.

Accelera la corsa ai “porti sicuri”: l’oro tratta a 1.371 dollari l’oncia. Si scatena la corsa ai titoli di Stato. Per la prima volta nella storia tutte le emissioni della Svizzera registrano rendimenti negativi, compreso il bond a 50 anni (-0.0119%). Il decennale giapponese tratta a -0,248%, il Bund tedesco a -0,159%. Rallenta anche il decennale americano (1,37%) mentre il Gilt inglese scende al minimo storico dello 0,774%.

In caduta libera il petrolio: il Brent è scivolato a 47,72 dollari al barile (-4,8%), il Wti a 46,42 dollari (-5,3%) sull’onda della paura di una caduta dei consumi.

SCENDE ANCHE WALL STREET, MILANO -1,45%

Il calo del greggio ha contribuito alla discesa di Wall Street. L’indice Dow Jones è sceso dello 0,61% e il Nasdaq dello 0,82%. Sul fronte macro gli ordini alle imprese americane sono calati dell’1% a maggio.

Giornata difficile per l’azionario in Europa: Parigi -1,69%, Francoforte -1,82% e Madrid -2,26%. A Milano l’indice Ftse Mib ha ceduto 1,45% a 15.780 punti. Ha fatto eccezione Londra (+0,35%): la Borsa della City è drogata dalla svalutazione della sterlina (-2% rispetto a ieri). Ma la miccia nella polveriera è stata accesa lunedì sera, quando la compagnia Standard Life Investments ha congelato le contrattazioni su uno dei più importanti fondi immobiliare inglesi (2,9 miliardi di sterline) dopo la corsa ai riscatti in seguito alla Brexit. Una decisione analoga è stata presa ieri da Aviva su un altro fondo da 1,8 miliardi.

PRECIPITA MPS, SI ASPETTA IL PARACADUTE DI GIASONE

All’interno della crisi globale si amplifica il problema drammatico delle banche italiane, a partire da Monte Paschi che pure oggi rimbalza a Piazza Affari. Lo slancio iniziale ha sfiorato il +14% per poi ridimensionarsi a +10%, in una cornice di forte volatilità. Ad influire sul recupero le parole del sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta:  “Il punto di partenza è tutelare il risparmio; la soluzione tecnica si deciderà nelle prossime ore”. “Qualsiasi decisione – ha aggiunto stamattina parlando alla radio – la prenderemo d’intesa con la Commissione europea, con l’Europa. Ci muoviamo in un quadro condiviso”. 

Il fenomeno banche, comunque, ha ormai dimensioni sistemiche come ha sottolineato in un articolo sul Financial Times Philip Hildebrandt, già governatore della Banca Centrale Svizzera, oggi vice presidente di Black Rock. “Matteo Renzi ha ragione – scrive – C’è un problema bancario comune all’intera Europa, così grave da condizionare la crescita. E i mercati sono d’accordo con la diagnosi del premier italiano”.

Una magra consolazione mentre le vendite demoliscono quel che resta del Monte Paschi. Nelle due ultime sedute la banca senese ha lasciato sul terreno il 30%: la capitalizzazione dell’istituto (ieri -19,4% a 0,2652 euro) è scivolata sotto gli 800 milioni. Per cercare di frenare questa ondata di vendite la Consob ha deciso di vietare per oggi le vendite allo scoperto sui titoli della banca.

Il mercato attende ancora la risposta alla Bce che ha chiesto di ridurre l’esposizione netta ai deteriorati da 24,2 a 14,6 miliardi di euro in tre anni. A breve potrebbe essere annunciato un piano in due o più stadi che dovrebbe ricevere il via libera della Commissione all’Italia per sfruttare le deroghe – previste dalla direttiva Brrd sul bail in e dalle norme del Trattato sugli aiuti di Stato – da applicarsi in caso di rischio sistemico. Una parte dei crediti deteriorati dell’istituto (47 miliardi) potrebbe essere girata ad un fondo (forse battezzato Giasone) capitalizzato con 5 miliardi in arrivo da Atlante, dalla Sga (la bad bank dl Banco Napoli), dalla Cdp e da altre casse previdenziali.

Le inevitabili minusvalenze da registrate all’atto della cessione dei npl richiederanno un nuovo aumento di capitale di Mps (il terzo dallo scoppio della crisi), cui si potrebbe far fronte ricorrendo ai 150 miliardi di liquidità concessi dalla Ue, che potrebbero garantire l’emissione di bond convertendi (cioè con obbligo di conversione dopo un triennio) validi ai fini della patrimonializzazione stabilita dalle regole di Basilea.

UNICREDIT, PROVE DI RISALITA. GIÙ LE ASSICURAZIONI

Mentre infuriavano le vendite sull’istituto senese, le altre banche italiane hanno tentato (e in buona parte fallito) la riscossa. Unicredit ha chiuso in rialzo dello 0,7% a 1,8180, dopo aver toccato un rialzo del 6% in mattinata a 1,9220 euro sulla scia di un report di Goldman Sachs che ha alzato il giudizio a Buy dal precedente Neutral con un target price di 3,50 euro, circa il doppio della quotazione attuale.

Giù Intesa Sanpaolo (-2,2%). Il presidente della Compagnia Sanpaolo, prima azionista della banca con il 9,341%, ha dichiarato che la Fondazione non ha alcuna intenzione di vendere quote della propria partecipazione. Ancora ribassi nel segmento del risparmio gestito: Azimut ha perso il 4,5%. Tra le compagnie assicurative, Generali -2%, Unipol Sai -4,4%. 

RACCOLTA PUBBLICITARIA +4%. RISALE MEDIASET

Giornata positiva per Mediaset (+1,8%), che ha reagito ai minimi degli ultimi quattro mesi. L’ad Pier Silvio Berlusconi, in occasione della presentazione della nuova stagione Tv delle reti Mediaset, ha anticipato che la raccolta pubblicitaria nel primo semestre 2016 è intorno al 4% e per l’intero anno dovrebbe superare il 2%, anche se la situazione è “complicata”. Inoltre, grazie alla plusvalenza generata dalla cessione del 100% d Premium non è da escludere un aumento del dividendo nel 2017 relativamente al bilancio 2016 (0,02 euro quest’anno).

TONFO DI SAIPEM, OGGI IL D DAY DI YOOX (-7%)

Sotto la pressione dei prezzi del greggio Eni ha perso lo 0,7% e Saipem il 4,3% nonostante Mediobanca abbia deciso di promuovere la raccomandazione a Outperform, portando il target price a 0,47 euro da 0,39 euro.

In profondo rosso gli industriali: Fiat Chrysler -4% nonostante i cenni di ripresa sul mercato brasiliano. Leonardo Finmeccanica -3,5%, Stm -3%, CNH Industrial -4,8%. 

Male il lusso, a partire da Yoox Net a Porter (-7%), in attesa del “Capital market day” che la società terrà oggi a Londra.

Atlantia cede l’1,6%, a 22,34 euro, nonostante la promozione del broker olandese Kempen & Co. a Buy da Neutral ( target price a 24 euro da 24,50 euro).

ADDIO DI BERLUSCONI AL MILAN. LINDSELL TRAIN AL 10% NELLA JUVE

Giornata storica per il calcio italiano. Silvio Berlusconi ha annunciato la cessione del Milan ai cinesi: “Ho rinunciato a qualsiasi pretesa economica – ha detto il presidente – ma in cambio ho preteso che ci fosse l’impegno dei nuovi acquirenti a versare nelle casse della società almeno 400 milioni nei prossimi due anni”. La firma del contratto preliminare è prevista per la prossima settimana, non oltre il 15 luglio, il closing è previsto per l’autunno.

Intanto Lindsell Train, la società di Michael Lindsell e Nick Train che gestisce mandati di investimento per conto di clienti istituzionali, ha raddoppiato la partecipazione nella Juventus (-0,43%) salendo al 10,010% del capitale. Lindsell Train aveva già in portafoglio il 5,020% del capitale del club bianconero dal 13 ottobre 2014. Ieri Banca Imi ha confermato il target price (0,30 euro) ed alzato il giudizio Add sui titoli del club bianconero.

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