Giovedì prossimo alle 14 si saprà se Monte Paschi sarà in condizioni di restare in piedi con i capitali privati o se sarà necessario il ricorso allo Stato. Più o meno entro la stessa data potrebbe essere varato il “piano banche”, ovvero il decreto che intende affrontare i nodi più urgenti del sistema del credito, a partire dalle esigenze del capitale fino all’avvio di un mercato delle sofferenze. Temi di scottante attualità cui non potrà sottrarsi il governatore Ignazio Visco, a margine della lectio magistralis che terrà oggi pomeriggio all’università di Napoli che gli conferirà la laurea honoris causa in “Scienze Statistiche per le Decisioni”. Non solo per questo la settimana che inizia oggi a Piazza Affari rischia di avere un carattere ben poco natalizio. Continua infatti il pressing dei capitali in arrivo da Parigi su alcune blue chip, da Mediaset, per cui Fininvest ha per ora sdegnosamente respinto la proposta di trattative avanzata da Vivendi, alle Generali che, nonostante le smentite, sembra oggetto di uno triangolazione via Allianz che potrebbe concludersi con un’offerta di Axa.
DEBOLE TOKYO IN ATTESA DELLE DECISIONI SUI TASSI
Dopo l’anteprima pirotecnica dell’era Trump, i mercati sono alla ricerca di nuovi equilibri in seguito all’aumento dei tassi e la forte avanzata del dollaro. Nelle cinque settimane trascorse dal voto in Usa l’indice Dow Jones è salito dell’8,3%, segnando il più caloroso benvenuto che Wall Street abbia mai riservato a un nuovo presidente eletto dal 1900 a oggi. Ma ora a Wall Street si fa strada l’idea che non sarebbe da disprezzare una tregua nella marcia del Toro. Dopo la forte ascesa dei rendimenti, inoltre, i T-bond fanno concorrenza ai dividendi di Wall Street: il decennale rende il 2,6% contro il 2,07% del dividendo medio dello S&P 500.
L’appuntamento più importante riguarda la conferenza stampa che il governatore della Banca centrale giapponese, Haruhiko Kuroda, terrà domani al termine dell’ultima riunione del 2016. Non è previsto un cambio di rotta rispetto alla politica dei tassi zero, ma non è nemmeno esclusa una sorpresa, data la ripresa dei consumi: a novembre, intanto, il Giappone ha superato la Cina per l’importo delle riserve valutarie in dollari. Almeno questa è la stima di Goldman Sachs, che calcola in 70 miliardi al mese il deflusso di capitali dalla Cina per frenare la svalutazione dello yuan.
PETROLIO IN ASCESA, OGGI PARLANO YELLEN E WEIDMANN
La decisione di Pechino di restituire agli usa il drone catturato la scorsa settimana sui cieli del mar della Cina ha intanto rimosso la minaccia di una pericolosa escalation in uno dei punti caldi della mappa geopolitica. Stamane Tokyo (-0,2%) frena dopo aver toccato venerdì il nuovo massimo dell’anno. In forte discesa le azioni di Nintendo (-4,8%) dopo l’esordio deludente della nuova versione di Super Mario, il gioco bandiera del colosso dei videogame. Si consolidano le quotazioni del petrolio: il Brent tratta a 55,63 dollari il barile, il Wti a 52, 37.
A tenere la scena saranno oggi i banchieri centrali. Stasera, a Baltimora, Janet Yellen parlerà dello stato del mercato del lavoro. Sarà l’occasione per avere un’ulteriore conferma, dopo al riunione della Fed, del rapido miglioramento. Assai più polemico, probabilmente, il tono di Jens Weidmann: oggi il presidente della Bundesbank parlerà in un incontro dal titolo “Il futuro dell’Union Monetaria ed alcuni commenti sulla situazione tedesca”. Giovedì uscirà l’ultimo Bollettino Economico della Bce del 2016. In giornata si riuniranno anche le banche centrali della Svezia, dell’Ungheria e della Turchia, alle prese con il forte deterioramento dell’economia.
CEDOLA PER STM, PIAZZA AFFARI (+3,9%) LA BORSA MIGLIORE
A Piazza Affari da segnalare stamane lo stacco dell’anticipo dividendo di Stmicroelectronics (+4,4% nell’ultima settimana). Giovedì è prevista l’assemblea ordinaria del Sole 24 Ore. In cinque sedute l’indice FtseMib ha guadagnato il 3,9%, migliore performance fra le Borse di tutto il mondo, riducendo la perdita da inizio anno a -11%. Assai meno ruspanti gli altri mercati; Parigi ha guadagnato l’1,4%, Francoforte +1,7%, a Wall Street S&P500 +0,1% e Dow Jones +0,6%.
PARTE L’AUMENTO MPS, QUATTRO GIORNI PER SPERARE
Non sono pochi i fronti caldi. Si apre formalmente stamane l’aumento di capitale per 5 miliardi di euro di Monte Paschi (+7,3% la scorsa settimana). L’operazione marcia in parallelo con la conversione in azioni dei bond subordinati in mano al retail che si chiuderà alle 14 di mercoledì prossimo. Ai circa 40 mila obbligazionisti che detengono 2,1 miliardi di bond viene data la possibilità di convertire i titoli in azioni di nuovo conio. La previsione è che la proposta sarà accolta dal 40% circa del pubblico. Dopo la chiusura di quest’operazione sono previste altre 24 ore per l’adesione degli investitori privati, compreso il fondo del Qatar, che probabilmente si muoveranno solo dopo aver conosciuto l’esito della conversione.
Al termine del bookbuilding sarà fissato il prezzo di emissione, che difficilmente potrà discostarsi dal minimo (1 euro). Oggi si saprà qualcosa di più dopo il consiglio convocato a Milano. Ma l’incertezza è destinata a durare fino all’ultimo: non è escluso che il Tesoro possa procedere ad una ricapitalizzazione precauzionale che potrebbe poi confluire nella conversione forzosa.
BANCHE ALLA RIBALTA, UBI E UNICREDIT IN VETTA
Nel frattempo continua il risveglio dell’interesse del mercato per le banche. Emblematico il balzo del titolo Unicredit (+14,8%) dopo che il management ha annunciato ufficialmente un aumento di capitale monstre da 13 miliardi di euro. Ubi, in vista dell’operazione good banks, ha messo a segno un guadagno dell’11%. Banco Popolare +7,7%, Pop.Milano +7,5%, Pop.Emilia +5,9%, Mediobanca +4,8%. La migliore delle grandi banche europee, DeutscheBank, ha guadagnato in settimana il 5,6%.
MEDIASET, AL VIA LA BATTAGLIA IN TRIBUNALE
Esaurito il blitz che ha portato Vivendi al 20% del capitale di Mediaset (+29% in settimana) è ormai cominciata la guerra di posizione. Sul fronte Fininvest si nega la possibilità di un accordo con Vincent Bolloré. Del resto, nonostante i toni concilianti tenuti nell’incontro con il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, l’ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine non ha escluso l’ipotesi dell’Opa, limitandosi a un laconico “no comment” e rilevando che “comunque” il gruppo francese avrebbe “la possibilità di farla”. La partita, in attesa di possibili interventi delle authority e della politica, si sposta oggi in Tribunale.
Telecom Italia, controllata da Vivendi, è salita del 5,8% in una settimana in cui l’indice europeo Stoxx del settore tlc ha guadagnato il 2,5% (la francese Orange +3,7%).
GENERALI, AXA E ALLIANZ A CACCIA DEL LEONE
Non è minore l’attesa del mercato sul titolo Generali, +2,8% venerdì dopo le indiscrezioni su contatti in corso per cedere ad Allianz le attività francesi della compagnia (valore 5,7 miliardi di euro). Se l’operazione andasse in porto, Generali diventerebbe la preda ideale di Axa, che non avrebbe più vincoli di Antitrust in Francia.
Generali France genera circa il 15% dei premi e dell’utile operativo del gruppo e finora è stata considerata di importanza strategica. Al momento ha un problema di scarsa redditività, e infatti il country manager Eric Lombard ha avviato un’importante ristrutturazione. Gli ultimi dati di Generali France mostrano nel ramo Danni un combined ratio del 100%, decisamente poco brillante rispetto al 93% dell’intero gruppo Generali (più il combined ratio è basso, più la compagnia è efficiente). Per Allianz l’acquisto di Generali France potrebbe essere un’occasione interessante di investimento all’interno di un piano industriale che prevede una crescita media annua dell’utile per azione del 5%.
Dal punto di vista industriale, la fusione fra Axa e Generali avrebbe senso: nascerebbe il primo assicuratore europeo con forti sinergie di costi. Molto forte diventerebbe anche la presenza congiunta dei due gruppi nel risparmio gestito. Ma Generali è uno dei pochi players finanziari italiani di statura internazionale con una massa di investimenti complessivi pari a circa 500 miliardi di euro, di cui buona parte investiti in titoli di Stato italiani. In caso di fusione con Axa, i baricentro di questa realtà si sposterebbe verso Parigi: il gruppo del Leone capitalizza in Borsa 22,9 miliardi, Axa 58,8 miliardi.