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Mostra di Venezia e sostenibilità: reportage del fotografo Stefano Guindani per Banca Generali

FIRSTonline

Martedì 5 settembre alle Procuratie Vecchie di Venezia al Festival del cinema ci sarà l’anteprima del docufilm BG4SDGs-Time to Change del regista Emanuele Imbucel con la voce narrante dell’attrice Rocio Muñoz Morales. Il documentario si ispira al progetto ambientale del fotografo Stefano Guindani realizzato per conto di Banca Generali. La proiezione veneziana è molto attesa non solo per la fama di Guindani, fotoreporter di lungo corso, ma perché ci mostrerà come il nostro ha indagato e fotografato lo stato dei 17 obiettivi dell’Agenda Onu al 2030. 

Alle Procuratie Vecchie di Venezia c’è la sede della Fondazione del Gruppo Generali che con l’anteprima dà atto al fotografo di aver saputo cogliere il nesso tra attualità e futuro del pianeta. Ha girato e scattato molto Guindani, con la collaborazione dell’antropologo Alberto Salza. E’ andato nei posti dove il pianeta ha cambiato volto e in quelli dove si fa qualcosa per salvarlo. Buon ultima meta, il Peres Center for Pace in Israele fondato da Shimon Peres. Quando il mondo stenta a riconnettersi con i principi fondamentali della convivenza- e la crisi ambientale è questo- un artista che vuole cogliere i punti dell’incomprensione ricorre agli strumenti classici del proprio mestiere. Guindani è andato in giro a lungo per fotografare l’ambiente, il clima, i paesaggi. Banca Generali su sito ci mostra una discarica in Guatemala, il circuito di Abu Dhabi una miniera d’oro in Colombia, il più alto grattacielo di legno.

Il messaggio della banca

In questi giorni al Forum Ambrosetti di Cernobbio sono esposte alcune foto del reportage raccolte nel libro Time to Change. Tutto prende spunto da “Trasformare il nostro mondo”, il documento base degli obiettivi Onu. Generali ha promosso il giro del mondo (malato) per esprimere un salto di qualità di una certa imprenditoria nella battaglia climatica. Evidentemente l’impegno non si ferma alla promozione culturale, ma è esteso ad ambiti più commerciali e solidaristici.

In Italia gli imprenditori a favore della sostenibilità ambientale che assottigliano il conto in banca non sono poi tanti. Il progetto fotografico porta un messaggio di prospettiva come in una foto dal campo lungo. Certo c’è il focus sugli abbrutimenti che abbiamo provocato in ogni latitudine, ma non siamo del tutto spacciati, almeno crediamo. Dalla rappresentazione dell’esistente escono suggerimenti per soluzioni ottimistiche legate “all’innovazione e alla responsabilità di tante iniziative”, ha spiegato Guindani. “Le azioni che compiamo oggi a favore della sostenibilità, garantiranno il perpetrarsi della vita umana e un domani migliore per tutti”. Bisogna anche investire, spendere soldi per non distruggere. E se l’esempio lo danno dei banchieri, respiriamo un po’ meglio.

La fotografia e il messaggio positivo

La fotografia è comunicazione emotiva, fredda, che gioca sul si /no del coinvolgimento, della denuncia, dell’informazione. “Fotografare è conservare ciò che sta per sparire” stava scritto in una mostra a Parigi dedicata al fotografo Cartier Bresson. Viaggio, libro, mostra- presente e future- di Guindani vogliono indurci a pensare positivo. Dopotutto nel mondo si fanno ancora guerre e si lasciano morire di fame milioni di esseri umani. La povertà climatica è dovuta anche a queste follie degli uomini che non sanno di avere a disposizione un pianeta, che è uno. Criticare le banche per l’avidità di denaro finora non ha portato a nessun risultato, sarebbe il caso di invogliarle a fare cose più incisive e istruttive per la tutela del pianeta.

Banca Generali sponsorizzando un reportage fotografico è vincente ? Perché no ? L’artista da lei prescelto ha fama internazionale e fa uscire dai suoi scatti una certa capacità dell’uomo di superare gli ostacoli. Nel suo viaggio dice di aver avuto “modo di scoprire e approfondire la conoscenza di realtà virtuose che con impegno perseguono obiettivi comuni “. Se con il loro impegno questi uomini vogliono conservare per bene la natura e combattere contro ogni forma di abbrutimento, hanno confutato la tesi di Cartier Bresson perché il pianeta non scomparirà. Niente male.

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Categories: Arte