Mose e Venezia, una storia infinita. Nel frattempo: 187 centimetri d’acqua il 12 novembre, 130 centimetri il 13 novembre. Il peggio per la città potrebbe essere alle spalle e mentre si comincia con la conta dei danni – centinaia di milioni di euro secondo il sindaco Luigi Brugnaro – infuria la polemica sul Mose, uno dei più grandi progetti infrastrutturali della storia italiana che avrebbe dovuto avere il compito di proteggere Venezia proprio in casi come questi, evitando morti, allagamenti e danni a monumenti, abitazioni e alberghi. Ma il Mose, dopo decenni di progetti e lavori che hanno richiesto parecchi miliardi di soldi pubblici, non è ancora pronto, bloccato da una pioggia di problemi tecnici, ma anche e soprattutto da scandali, arresti, commissariamenti e beghe politiche. Dovrebbe (forse) entrare in funzione alla fine del 2021, con cinque anni di ritardo rispetto alla precedente tabella di marcia che fissava la data di consegna nel 2016. Per affrontare una situazione che resta problematica, il Governo ha nominato Elisabetta Spitz, già responsabile del Demanio, nuovo commissario del Mose.
MOSE: CHE COS’È
I rimandi biblici del nome sono evidenti, ma tecnicamente Mose è la sigla di Modulo Sperimentale Elettromeccanico. Si tratta di un enorme sistema di dighe mobili a scomparsa che dovrebbe fungere da barriera e fermare le maree che dall’Adriatico entrano nella Laguna innalzando pericolosamente il livello dell’acqua. In tutto parliamo di quattro barriere collocate in tre bocche di porto (due al Lido, una a Malamocco e una a Chioggia) e composte da 78 paratoie, cassoni metallici larghi tra i 18 e i 29 metri attaccati a enormi blocchi di cemento posti sul fondale.
Per garantire il normale funzionamento del porto, quando le paratoie sono alzate sono state previste piccole conche di navigazione a Lido e Chioggia che consentono l’ingresso e l’uscita di imbarcazioni da diporto, mezzi di soccorso e pescherecci e una conca di navigazione più grande alla bocca di Malamocco per il transito delle navi.
A costruire e gestire il Mose è il Consorzio Venezia Nuova, unione di imprese e cooperative locali e nazionali, che però nel 2014 è stato commissariato dallo Stato a causa di un enorme scandalo relativo a fondi illeciti e corruzione.
MOSE: COME FUNZIONA
Per evitare di deturpare il paesaggio della Laguna, le paratoie sono piene d’acqua e rimangono disposte sul fondale per la maggior parte del tempo. Quando l’alta marea supera la soglia dei 110 centimetri, le paratoie vengono svuotate immettendo al loro interno aria compressa. Man mano che l’acqua esce le paratoie si sollevano e bloccano il flusso della marea che entra nella Laguna, evitando che Venezia corra pericoli.
Il progetto prevede che le dighe a scomparsa resistano a maree alte fino a 3 metri. Non solo. In teoria, se il cambiamento climatico farà innalzare il livello del mare, il Mose riuscirà a governare un livello medio più alto di 60 centimetri rispetto a quello attuale.
MOSE: LA STORIA
La storia del Mose ha radici lontanissime. Si cominciò infatti a parlare della possibile costruzione di una barriera per proteggere Venezia dopo il 4 novembre del 1966, quando l’acqua alta raggiunse il livello record di 194 centimetri devastando la città. Nel corso degli anni furono vagliati molti progetti e nell’aprile del 1984 fu scelta la soluzione delle dighe a scomparsa. Successivamente fu un comitato interministeriale per la salvaguardia di Venezia (meglio noto come Comitatone) che il 3 aprile del 2003 approvò in via definitiva il progetto del Mose. Il mese dopo, l’allora Premier Silvio Berlusconi pose la prima pietra nell’ambito della cerimonia di inizio dei lavori.
Secondo le previsioni iniziali, il Mose sarebbe dovuto essere pronto nel 2011, ma fu presto chiaro che la deadline sarebbe stata impossibile da rispettare. La data venne spostata al 2016.
MOSE: LO SCANDALO E GLI ARRESTI
Arriviamo all’anno nero, il 2014. Il Consorzio Venezia Nuova viene coinvolto in un enorme scandalo legato a tangenti e corruzione e i lavori vengono bloccati. 35 gli arresti, tra cui il ministro dell’Ambiente e delle Infrastrutture Altero Matteoli (Governo Berlusconi), condannato a quattro anni e l’ex presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan (sostenuto da Lega e Forza Italia), che ha poi patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi. Nel 2017 Galan è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire 5,8 milioni di euro allo Stato, mentre tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, l’ex Governatore è stato coinvolto in un’altra indagine per riciclaggio internazionale ed esercizio abusivo delle attività finanziarie.
Le indagini e le relative polemiche giudiziarie hanno per forza di cosa rallentato i lavori, facendo slittare ulteriormente la data di consegna dell’opera.
MOSE: A CHE PUNTO È
“Noi consegneremo, da contratto, l’opera il 31 dicembre 2021. Quanto agli impianti già in essere, non parliamo di deterioramento, ma certamente le prime paratie che sono state messe in piedi nel 2014 hanno bisogno di manutenzione”, ha fatto sapere ad HuffPost il Consorzio Venezia Nuova.
I costruttori hanno dichiarato anche che, in termini percentuali, l’opera è stata realizzata per il 94%. Attualmente siamo in fase di collaudo. Nel corso di un test realizzato ad ottobre sono state registrate alcune vibrazioni considerate pericolose, determinando altri rinvii. Secondo l’Ansa, il 30 giugno 2020 è previsto il completamento degli impianti definitivi del sistema, poi si passerà alla gestione sperimentale dell’opera.
MOSE: QUANTO COSTA
Fino ad oggi il Mose è costato 5,3 miliardi di soldi pubblici. Si stima che la spesa totale per il progetto potrebbe arrivare fino a 7 miliardi, ma poi bisognerà pensare anche alla manutenzione: i calcoli ufficiali parlano di 80-90 milioni di euro l’anno necessari per far funzionare l’opera a dovere, ma secondo molti esperti la cifra supererà i 100 milioni, considerando soprattutto che perizie e controlli sulle cerniere delle paratoie hanno riscontrato segni di cedimento ancor prima che il Mose entri in funzione.