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Mosca non cede sul grano. Putin a Erdogan: “Mosca aperta ai negoziati sul grano se eliminate le sanzioni”

Il presidente russo scarica ancora la colpa sull’Occidente e dipinge Mosca come potenza salvifica: “Presto forniture gratuite di grano a 6 Paesi Africa”

Mosca non cede sul grano. Putin a Erdogan: “Mosca aperta ai negoziati sul grano se eliminate le sanzioni”

Putin non cede. L’accordo sul grano ucraino è possibile ma a una condizione: “Se l’Occidente elimina le sanzioni”. Ipotesi altamente improbabile. L’atteso incontro tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il leader del Cremlino Vladimir Putin – durato tre ore – si è concluso senza nessun grande annuncio o una firma, ma con il solito ricatto e scaricabarile. Nonostante questo, per il capo del Cremlino “l’incontro è stato un successo”. Mentre Erdogan si rilancia come super mediatore: “La Turchia è pronta a fare la sua parte affinché Russia e Ucraina abbiano negoziati diretti”, ha detto il leader turco durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo russo. “Naturalmente, l’Ucraina deve ammorbidire il suo approccio per potere compiere dei passi insieme alla Russia”, ha aggiunto.

Dopo essere uscita dall’accordo sul grano lo scorso luglio, mettendo in grave difficoltà l’esportazione di cereali ucraini attraverso il Mar Nero, Mosca continua a bombardare i porti ucraini per poi volgere lo sguardo altrove. Mosca, infatti, considera gli accordi raggiunti con la Turchia e il Qatar come ”un’alternativa” all’accordo sull’esportazione del grano, ha detto Putin durante la conferenza stampa congiunta a Sochi. Ha poi aggiunto: “Vicini a un accordo con 6 Paesi africani ai quali forniremo derrate alimentari gratuite e anche la logistica delle forniture”, precisando che non si tratta però di un accordo sostitutivo.

Grano: Mosca potrebbe rientrare nell’accordo

Putin ha dichiarato che la Russia “prenderà in considerazione la possibilità di rientrare nell’accordo sul grano quando i Paesi occidentali rispetteranno gli impegni presi”. Mosca ha abbandonato l’accordo a luglio lamentando che l’invio sul mercato internazionale dei propri prodotti agricoli e fertilizzanti fosse ostacolato dalle sanzioni occidentali imposte dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. “Lo stop all’accordo sull’esportazione di grano”, ha sottolineato il leader russo, “non ha avuto un impatto sul mercato internazionale, i prezzi continuano a ridursi”.

Ma quali sono gli impegni presi dall’Occidente a cui si riferisce Putin? Tra le altre cose, il collegamento della banca agricola russa allo Swift (l’Ue l’ha tagliata fuori nel giugno 2022), la fornitura di pezzi di ricambio per le macchine agricole, lo sblocco della logistica dei trasporti e delle assicurazioni, la riattivazione dell’oleodotto dell’ammoniaca Togliatti-Odessa e lo scongelamento dei beni di alcune società russe. Tutti impegni che secondo il capo del Cremlino non sono stati rispettati.

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Prima dei colloqui con Erdogan, funzionari ucraini hanno dichiarato che Mosca avrebbe lanciato un attacco aereo notturno contro uno dei principali porti ucraini per l’esportazione di grano. La Romania ha subito smentito la notizia. Ma il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, dice che Kiev sarebbe in possesso di “prove fotografiche”.

Invece per quanto riguarda la controffensiva ucraina è solo un “fallimento” secondo Putin. Le sue parole pochi giorni dopo quelle del leader ucraino Volodymyr Zelensky e delle alte gerarchie militari ucraine, che avevano invece rivendicato il successo delle forze ucraine nel recuperare porzioni di territorio occupate dal Cremlino. Rispetto alle ultime iniziative per favorire un processo di pace, Putin si è limitato a dire che queste non sono state discusse con Mosca e pertanto “noi non percepiamo nulla di nuovo”. In tutto questo, Zelensky ha nominato il fedelissimo Rustem Umerov nuovo ministro della Difesa, dopo aver silurato Oleksiy Reznikov accusato di corruzione.

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