Il deleveraging da 1.500-2.000 miliardi di euro cui si sottoporranno le banche europee potrebbe causare un “brusco credit crunch” nella zona meridionale dell’Europa. Così mette in guardia uno studio della banca d’affari americana Morgan Stanley. La riduzione del livello di leverage nella zona euro penalizzerà in primo luogo gli istituti creditizi dei Paesi periferici e quindi soprattutto le banche italiane.
Secondo Morgan Stanley, le stime sugli istituti italiani e spagnoli sono decisamente più basse rispetto a quelle del mercato e i livelli di marginalità sono più deboli delle richieste dell’Eba: infatti Madrid e Roma presentano i maggiori deficit patrimoniali alla luce degli stress test dell’Autorità bancaria europea. “Siamo preoccupati dal fatto che gli stress nell’attività di raccolta degli emittenti sovrani e delle banche, nonché le tensioni patrimoniali, danneggeranno i mercati bancari spagnolo e italiano”, si legge nella nota della banca commerciale statunitense.
E ancora, viene posto l’accento sul crescente ricorso dell’Italia alle linee di credito della Bce. Morgan Stanley ha redatto una lista delle sei banche “most prederred” e tra queste non compare nessun nome italiano. Al contrario: Banco Popolare e Mps fanno parte della lista dei sei istituti “least preferred“. L’unica banca italiana con un Core Tier1 sopra la soglia del 9% nei prossimi tre anni sarà Intesa Sanpaolo e tutte le altre ne resteranno invece sotto.