Sono i broker il tesoro nascostor di Morgan Stanley, la banca americana che ha chiuso il primo trimestre con un utile oltre le aspettative proprio grazie alla divisione di brokeraggio, capace di espandere del 48% i propri profitti ante imposte nel raffronto sui dodici mesi. Nel complesso, l’utile del primo trimestre 2013 è stato di 984 milioni di dollari, 49 centesimi per azione, contro la perdita di 94 milioni di un anno fa. Escludendo alcune poste contabili, il profitto per azione è stato di 61 centesimi, oltre la media di 20 analisti tracciata da Bloomberg.
Con questi numeri, e nonostante la terza caduta trimestrale consecutiva dei profitti del reddito fisso, il ceo James Gorman ha potuto centrare l’obiettivo di raddoppiare il return on equity della banca. Morgan Stanley, un mese fa circa, ha inoltre ottenuto dalla Fed da Citigroup la totalità dell’attività di brokeraggio. A livello patrimoniale – comunica poi la società in una nota – il tier 1 è pari al 13,9% dell’attivo ponderato per il rischio, il tier 1 common ratio è pari all’11,5%. I ricavi sono saliti del 18% a 8,16 miliardi di dollari.