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Morellino di Scansano: ora si punta sull’estero

Raffaella Quadretti

Questo Morellino s’ha da fare. Il matrimonio tra il vino maremmano Docg e il consumatore, dopo i fasti del passato, sembra finalmente destinato a consolidarsi, grazie anche all’entusiasmo delle aziende più giovani e a una rinnovata fiducia di quelle storiche, che continuano a investire in Maremma convinte che il Morellino non possa mancare in una moderna offerta di denominazioni. E’ quanto ha lasciato trasparire “Chianti Lovers”, l’Anteprima promossa a Firenze dal Consorzio Vino Chianti e, appunto, dal Consorzio Tutela Morellino di Scansano.

“Come Consorzio stiamo portando avanti un preciso piano promozionale per potenziare la notorietà del Morellino sia in Italia, sia all’estero – ha spiegato a FIRSTonline Alessio Durazzi, direttore del Consorzio – Per consolidare il posizionamento in Italia (che ora vale il 75% del mercato, ndr), ci stiamo concentrando sulla valorizzazione dei punti di forza, vale a dire il territorio e il legame tra il Morellino e la sua terra di produzione. Ma puntiamo anche ai mercati esteri europei maturi come Germania, Regno Unito e Nord Europa in generale. Paesi in cui il Morellino di Scansano, grazie alle sue caratteristiche di freschezza, sembra avere grandi potenzialità. Senza dimenticare altri mercati strategici, come Stati Uniti, Canada, Cina, Russia”.

Il Morellino di Scansano – prodotto nella zona costiera a sud della regione, racchiusa tra le valli del fiume Ombrone e del fiume Albegna – deve il suo carattere alle condizioni pedologiche e al clima: i vigneti subiscono il benefico influsso delle brezze marine, che in estate mitigano le alte temperature diurne. La Docg Morellino di Scansano nasce nel 1978 e, a giudicare dalla anteprima organizzata a Firenze, sta invecchiando benissimo. Ha superato la maturità dei suoi primi quarant’anni, dicono gli esperti, senza perdere le caratteristiche che lo hanno fatto apprezzare, vale a dire bevibilità e freschezza.

La denominazione della Maremma produce dieci milioni di bottiglie l’anno, alcune delle quali molto interessanti. Così, a Firenze alcune aziende si sono distinte per la spiccata personalità dei vini e dei loro vignaioli. “La sfida della Docg è importante per far passare il messaggio di vini di qualità superiore. La strada intrapresa dal Consorzio è quella giusta, possiamo migliorare ancora”, ha detto Ranieri Moris della storica Moris Farms che produce il Morellino e il Morellino Riserva, entrambi Docg, e l’Avvoltore, Igt Toscana spesso premiato tra i migliori vini d’Italia.

Goloso e profumato è risultato il sorso del Morellino More 2018 di Monterò. “More, all’inglese, perché fa sapere di più sul territorio”, ha spiegato Milena Cacurri che nella tenuta di Monterozzino, a Magliano in Toscana, è arrivata nel 2009 e ora, grazie anche alla collaborazione con l’enologo Stefano Chioccioli, fa questo vino biologico dal gusto fresco e sapido insieme.

Una piacevole sorpresa arriva, poi, dai tre Docg di Tenuta Pietramora di Colle Fagiano. “Si inizia con il Germile, per poi passare al Brumaio, entrambi vinificati in purezza, sangiovese 100%, e finire al Pietramora dove c’è un 15% di merlot che invecchia in tonneaux”, spiega Gaia Cerrito che dirige l’azienda insieme al padre Pietro.Laureata in pittura all’Accademia di belle arti di Napoli ha realizzato con acquerello i bozzetti da cui sono state ricavate le tre etichette.

Positivi, poi, i primi riscontri dalle anteprime: da un lato le riserve del 2016, caratterizzate da eleganza e capacità di invecchiamento, dall’altro il 2018, rappresentato dalle etichette Annata. Il clima mite dello scorso anno ha permesso buoni volumi di produzione e ottima qualità dell’uva, dando vita a vini vivaci con aromi e profumi caratteristici ben marcati.

Prossimo appuntamento con il Morellino e i suoi produttori sarà a maggio proprio a Scansano, il cuore dei suoi 1.500 ettari vitati, dove si parlerà di enoturismo, un fenomeno in continua crescita anche in Italia.

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