In appena due settimane, sono state oltre 660mila le famiglie e le imprese italiane che hanno chiesto di accedere alla moratoria dei prestiti o al Fondo di Garanzia per le Pmi. Lo comunica la task force costituita per promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità varate dal Governo per combattere l’emergenza coronavirus (ne fanno parte Mef, Banca d’Italia, Abi, Mediocredito centrale, Mise e Sace Simest).
Nel dettaglio, ammontano complessivamente a 75 miliardi di euro i finanziamenti residui interessati dalle moratorie sui prestiti fino al 3 aprile. Le richieste inviate dal mondo imprenditoriale e accettate dalle banche sono state circa 437mila, per complessivi 58 miliardi, mentre quelle arrivate dalle famiglie e professionisti si sono fermate a 227mila, a quota 17 miliardi.
Inoltre, la nota pubblicata dalla task force precisa che le domande di accesso al Fondo Gasparrini per la sospensione del mutuo sulla prima casa hanno raggiunto un valore complessivo pari a quasi 3 miliardi di euro, mentre quelle per la moratoria su prestiti e rate di mutuo hanno superato i 40 miliardi. Altri 4 miliardi riguardano invece i prestiti non rateali con scadenza prima del 30 settembre.
Per quanto riguarda le richieste di garanzie su nuovi prestiti bancari per le Pmi (incluse le microimprese), Mediocredito Centrale – che gestisce il Fondo di Garanzia – rileva che il flusso non si è ridotto malgrado le chiusure imposte per l’epidemia di coronavirus. Al contrario, ci sono “segnali incoraggianti di tenuta”.
In particolare, il Mediocredito Centrale ha ricevuto infatti 9.972 richieste di garanzia (per un importo finanziato di oltre 1,6 miliardi), di cui 8.697 in attuazione del decreto Cura Italia (quasi 1,5 miliardi). Le domande accolte sono state 8.571 (circa 1,3 miliardi), di cui 7.451 legate al provvedimento di marzo (quasi 1,2 miliardi). Il Consiglio di Gestione del Fondo ha deciso perciò di aumentare le sedute settimanali così da accelerare l’esame delle richieste.