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Moody’s: abbassa l’outlook per le banche italiane a negativo, ma “coefficienti solidi”. I motivi della decisione

FIRSTonline

Dalla scure di Moody’s si sono salvate solo le banche di Austria e Regno Unito. Per il resto è stata un’ecatombe. L’agenzia di rating statunitense ha infatti abbassato gli outlook delle banche di Italia, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Polonia e Slovacchia, portandoli da stabiliti a negativi.

Moody’s: i motivi della decisione

Alla base della decisione ci sono i tre flagelli che stanno affliggendo l’economia e la finanza mondiale, vale a dire la crisi energetica, l’impennata dell’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali. Tutti fattori che indeboliscono la crescita economica.

“Abbiamo modificato l’outlook a negativo per sei settori bancari poiché prevediamo un ulteriore deterioramento delle condizioni operative, che andrà a indebolire la qualità dei prestiti, la redditività e l’accesso ai finanziamenti delle banche, anche se l’impatto varierà da paese a paese – spiega Louise Welin, VP-Senior Credit Officer di Moody’s -. Le economie sono colpite dall’energia crisi e alta inflazione in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. L’aumento dei prezzi influenzerà l’affidabilità creditizia di molte imprese e famiglie, innescando la formazione di nuovi prestiti problematici”.

I rischi per le banche 

Non solo guerra, crisi energetica e inflazione. A pesare sulle banche sarà soprattutto l’aumento dei tassi d’interesse da parte della Bce che “intaccherà il merito creditizio delle piccole imprese e delle famiglie, creando nuovi prestiti problematici. L’indebolimento delle attività di prestito con il rallentamento dell’economia, i maggiori accantonamenti per perdite su prestiti e l’aumento costi operativi, nonché il rimborso dei finanziamenti super-vantaggiosi della Bce con le aste Tltro annulleranno parzialmente i vantaggi dell’aumento dei rendimenti dei prestiti a seguito dell’aumento dei tassi di interesse”, prospetta Moody’s.

Moody’s: i coefficienti delle banche italiane rimarranno solidi

Per l’Italia, occorre ricordarlo, Moody’s stima per il 2023 una crescita 0 dal +2,7% atteso per il 2022.

“Ci aspettiamo che i coefficienti patrimoniali delle banche italiane assorbano i rischi crescenti e rimangano sostanzialmente solidi. Aiuteranno il settore bancario anche misure governative per alleviare la pressione su imprese e famiglie causata dall’aumento dei costi energetici”, afferma l’agenzia di rating in una nota.

Insomma, nonostante il cambiamento di outlook da stabile a negativo, le banche italiane potrebbero riuscire a reggere l’impatto della crisi.

Parole che riecheggiano quelle pronunciate pochi giorni fa dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, secondo cui rispetto al passato, le banche sono più solide e per questo dovrebbero essere “in grado di assorbire lo shock” derivante dalla frenata del PIl e dall’aumento degli Npl.  Secondo il numero uno di via Nazionale: “alcune banche potrebbero incontrare maggiori difficoltà”, ma in ogni caso tutte dovranno prestare “particolare attenzione, anche con il puntuale ricorso agli accantonamenti, all’aumento del rischio di credito, evitando in tal modo che l’ineludibile inasprimento dei criteri di offerta dei prestiti possa trasformarsi in una grave stretta creditizia”.

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