“Non sono disperato, ma pieno di speranza”. Queste le parole con il quale il presidente del Consiglio con le quali Mario Monti, intervenuto alla Camera prima dell’approvazione della manovra (a fiducia già incassata), ha voluto replicare a quanto detto nei giorni scorsi da Silvio Berlusconi. Chiari e convinti gli applausi dei deputati del terzo polo e del Pd. Assoluto silenzio dai banchi del Pdl, anche se Berlusconi ha poi tenuto a precisare di non avercela mai avuta con Monti, ma di aver soltanto voluto spiegare quanto sia difficile governare in Italia. Il presidente del Consiglio ha poi difeso con fermezza la sua manovra, spiegando che, senza i provvedimenti presi, sarebbero stati a rischio i risparmi delle famiglie italiane, a cominciare da quelli delle categorie socialmente meno forti. Insomma, anche se nelle votazioni sulla fiducia e sul complesso della legge Monti ha visto diminuire i suoi consensi, rispetto al primo voto della Camera (ai no della Lega si sono aggiunti quelli della Svp e dell’Idv, e soprattutto le astensioni e le numerose assense soprattutto nelle fila del Pdl), il Governo è deciso ad andare avanti nella sua azione di risanamento e si prepara ad affrontare il tema caldo del costo del lavoro.
E intanto si è riaperta la questione delle frequenze televisive. Il governo ha infatti fatto proprio l’ordine del giorno di Lega, Idv e Pd per aprire l’asta sulle frequenze che erano state affidate gratuitamente a Mediaset e Rai dal precedente governo. A questo proposito Berlusconi e i suoi hanno parlato di “imboscata”. Quanto alla Lega ancora una volta ha voluto marcare la propria intransigente opposizione a manovra e governo, affidando la dichiarazione di voto ad una sua deputata (Munerotto) che ha preso la parola indossando una tuta da lavoro, a sottolineare la sua precedente attività di operaia tessile. Poi, mentre Bersani interveniva chiedendo di affrontare il tema della legge elettorale, i parlamentari del Carroccio hanno invocato il nome di Veltroni. La Lega comunque è riuscita far passare un suo ordine del giorno per escludere dal pagamento dell’Imu le abitazioni di quelle famiglie che hanno un disabile in casa.
Mentre nella Lega, ma anche nel Pdl, si insiste sul breve orizzonte di durata del Governo, diversa è la posizione del Pd. Bersani, intervenuto con la dichirazione di voto sul complesso della manovra, ha speigato che il suo partito intende, pur preparandosi ad ogni evenienza elettorale, essere leale con Monti fino alla fine della legislatura. Poi però, dopo aver marcato la propria insoddisfazione per le mancate liberalizzazioni, ha spiegato che per la questione del lavoro il problema principale sono gli ammortizzatori sociali e non l’articolo 18. Pieno infine il sostegno al governo del terzo polo, secondo quanto affermato da Pierferdinando Casini. Ora il dibattito sulla manovra si sposta al Senato che dovrebbe dare il suo via libera prima di Natale. Intanto non fa mancare il suo sostegno all’opera del governo il capo dello Stato Giorgio Napolitano, che dopo aver riaffermato la necessità dei sacrfici da parte da tutti ha aggiunto che ora l’Italia è di nuovo autorevole nel contesto internazionale.