Non è prevista nessuna nuova manovra finanziaria: Mario Monti, nella sua conferenza stampa di fine anno, cerca subito di rassicurare, all’indomani del lungo Consiglio dei ministri, l’ultimo del 2011. “Nessuno pensi che sia necessaria un’altra manovra, né che il passaggio alla fase di sviluppo significhi improvvisa larghezza finanziaria – ha dichiarato il presidente del consiglio -. La politica di crescita che proporremo al Paese non fa molto uso di denaro pubblico, anche perché ce n’è poco, ma punta ad usare l’equità come leva”. E’ la cosiddetta fase 2 del programma del Governo Monti.
“Bisogna limare i privilegi e le rendite che frenano i meccanismi economici a danno dei giovani – ha aggiunto Monti -. Mi rendo perfettamente conto che la manovra che abbiamo dovuto fare abbia molti inconvenienti. Si vede criticamente il fatto che l’Italia si sia assunta l’impegno del pareggio di bilancio nel 2013 e di ridurre del 5% il rapporto debito/Pil. Ma non è questo governo che ha sottoscritto questi impegni: non sto prendendo posizione, dico solo che ci siamo trovati incaricati di operare col tentativo di ristabilire dignità, stabilità e autorevolezza di un Paese che aveva già accettato quegli obiettivi”.
Riguardo al differenziale tra i Btp decennali e gli equivalenti tedeschi, il premier ha sottolineato: “Anch’io più volte al giorno guardo l’andamento dello spread, pur senza minimizzarlo quando scende o demonizzarlo quando sale. La salita è stata inarrestata fino al 9 novembre, quando ha toccato il massimo di 558. Ricordo quella data perchè ero a Berlino e ricevetti la telefonata del capo dello stato che mi annunciava la nomina. Da quel giorno il trend è decrescente”. Secondo Monti la salita è avvenuta “malgrado in una buona parte di quel periodo la Bce abbia acquistato titoli di Stato italiani e spagnoli. Gli acquisti si sono molto diradati negli ultimi tempi. Prima si saliva molto malgrado gli acquisti. Ora questa tendenza decrescente si ha malgrado gli acquisti siano quasi cessati“.
“Invito a non sovrastimare – ha precisato – lo spread, né quando va bene, né quando va male. Ieri e oggi aste di buoni del tesoro sono andate piuttosto bene, questo è incoraggiante, ma non vuol dire che il lavoro da fare sia terminato. Siamo molto attivi anche sul fronte europeo per la definizione della nuova disciplina fiscale. Bisogna promuovere la crescita attraverso una opportuna integrazione dei mercati e interventi strutturali“.