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Monti festeggia il Btp day ma a Piazza Affari la Sea rischia il flop. Milano stamani è negativa

Giornata trionfale per le Borse europee che hanno festeggiato le dichiarazioni di mercoledì sera del presidente Usa, Barack Obama, che si è detto fiducioso di riuscire a trovare un accordo entro Natale per evitare il “fiscal cliff”.

Più prudente Wall Street, nonostante la revisione al rialzo del pil del terzo trimestre (+2,7%). A rallentare (ma non a fermare) la corsa del Toro contribuisce la dichiarazione dello speaker repubblicano della Camera John Boehmer: le discussioni tra repubblicani e Casa Bianca su un accordo per evitare il ‘fiscal cliff’, il cosiddetto precipizio fiscale, “non hanno fatto progressi significativi”. E ancora: “Ho avuto una conversazione chiara e schietta con il presidente Barack Obama e spero che si possa andare avanti con una discussione produttiva” ma “’sono deluso dallo stato attuale delle trattative”.

A Wall Street Il Dow Jones avanza dello 0,28% a 13.038,40 punti, il Nasdaq cresce dello 0,68% a 3.012,53 punti e lo S&P 500 avanza dello 0,43% a 1.417,31 punti.

In Europa, al contrario, tutti i listini sono saliti con Piazza Affari superstar che ha messo a segno un rialzo doppio delle altre Borse: l’indice FtseMib ha guadagnato il 2,8%. Londra ha chiuso in rialzo dell’1,1%, Parigi +1,5%, Francoforte +0,7%. 

ASIA

Chiude la settimana con un robusto rialzo la Borsa di Tokyo +0,83%. Ma, più che le indicazioni in arrivo dagli Usa, contano le misure espansive prese dal governo uscente (l’equivalente di 10,5 miliardi di dollari) per stimolare l’economia a due settimane dal voto. I contendenti, insomma, si stanno sfidando a suon di quantitative easing nel tentativo di indebolire lo yen.

In rialzo anche il listino di Hong Kong +0,63%. La Borsa più sottovalutata resta Shangai: il rapporto prezzo/utili è pari a 1o,9 volte ai minimi dal 1997. La media degli ultimi dieci anni è di 24 volte.

Riprende quota anche l’oro a 1729 dollari l’oncia dopo le massicce vendite di mercoledì. Il metallo giallo conferma così la correlazione inversa con il dollaro: il rafforzamento della valuta Usa corrisponde all’oro debole e viceversa.

AMERICA

Sul fronte macro, il dato sul Pil americano segna una crescita nel terzo trimestre del 2,7%, leggermente inferiore alle attese degli economisti che indicavano in media +2,8%. La delusione è venuta dai consumi, cresciuti solo dell’1,4%, contro l’1,9% previsto. A consuntivi fatti, il novembre dei grandi magazzini Usa, da Macy’s a Bloomogdale, segna un lieve calo. 

In linea con le attese i dati sul mercato del lavoro Usa: la settimana scorsa le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono calate a 393mila, da 416mila della settimana precedente. 

Nel mirino di Wall Street un brand storico e una stella recente, ma già decaduta. Tiffany precipita in ribasso dell’8%. La società dei gioielli ha presentato dati del trimestre inferiori alle aspettative ed ha abbassato le stime di crescita dei ricavi e dell’utile per l’esercizio in corso.

Groupon gira in rialzo dell’1,1% che allunga il balzo dell’11% di ieri. Nei giorni scorsi sono circolate voci sulla possibilità di una sua sostituzione con un manager di maggiore solidità nella gestione del business. Dopo che il titolo ha perso i quattro quinti del suo valore dalla quotazione a Wall Street, oggi il board di Groupon si riunisce per decidere se confermarlo o meno.

Si allontana intanto lo spettro del default dell’Argentina. La corte d’Appello di New York ha sospeso l’ordinanza che imponeva il pagamento di 1,3 miliardi ai detentori di bond di Buenos Aires. Se ne riparlerà dopo l’udienza del 27 febbraio.

DEBITO SOVRANO/ITALIA

L’indice complessivo europeo Stoxx 600 è salito al massimo degli ultimi 17 mesi. Altra giornata brillante per la periferia della zona euro grazie all’accordo di finanziamento delle banche spagnole e all’esito positivo dell’asta di Btp.

Prosegue il deciso recupero dello spread Italia-Germania che sulla scadenza a 2 anni (185 p.b.) e su quella a 10 anni (314 p.b.) si avvicina ai valori minimi dello scorso marzo rispettivamente in area 150 e 280 p.b.

L’impennata dei prezzi dei Btp delle ultime sedute ha trovato costante sostegno nell’esito decisamente positivo delle aste. Oggi sono stati collocati 5,982 miliardi (sui massimi della forchetta 4-6 miliardi) di Btp a 5 anni con tassi scesi a 3,23% (3,80% a ottobre, 3,36% secondario di ieri) e 3 miliardi di Btp a 10 anni con tassi scesi a 4,45% (4,92% a ottobre, 4,56% secondario di ieri). 

Tassi dunque più bassi rispetto a quelli espressi dal mercato secondario e sui minimi da ottobre/novembre 2010.

Soltanto a metà novembre il rendimento del Btp 10 anni era al 5,1%, oggi è sotto il 4,5%: un anno fa Monti prendeva in mano l’esecutivo con rendimenti su tutte le scadenze, dal Bot al Btp trentennale, superiori al 7%. 

PIAZZA AFFARI

In mattinata un report di Exane consigliava alla clientela di puntare sulle banche di medie dimensioni perché saranno le prime a beneficiare di un rimbalzo dell’economia italiana. Il mercato: ha seguito l’indicazione. Guida la corsa la Banca Popolare dell’Emilia Romagna +9,9% seguita da Ubi +7,5%.

L’istituto ha raggiunto un accordo con le rappresentanze sindacali – Fisac/Cgil esclusa – che prevede una riduzione di organico di 650 unità e un risparmio sul costo del lavoro a regime di circa 100 milioni di euro lordi annui, principalmente già conseguiti dal 2013. La riduzione di organico, meno della metà dei 1.578 dipendenti richiesto all’inizio, avverrà mediante accesso, prioritariamente su base volontaria, al trattamento pensionistico o al fondo nazionale di sostegno al reddito.

Sviluppi sindacali in vista anche per la Banca Popolare di Milano +8,2%. Oggi è previsto un roun decisivo tra le parti, ancora molto distanti: Bpm ha presentato ieri ai sindacati un calcolo su quale sarebbe il risparmio nel caso in cui venissero accolte le richieste dei rappresentanti dei lavoratori: 30-35 milioni a fronte dei 70 fissati come obiettivo dalla banca.

Banco Popolare è rimbalzata dopo la caduta di ieri provocata dal warning di Moody’s: il titolo è salito del 4,8%. Intesa Sanpaolo è salita del 4,1% e Unicredit +4,4%. In rialzo anche finanziari e assicurativi. Generali sale del 2,35%,Azimut +3,4%, Fondiaria Sai+4,4%, Unipol +1,9%.

Sugli scudi anche Ansaldo Sts +6,2%: ieri la tedesca Siemens ha annunciato l’acquisizione delle attività nel segnalamento ferroviario di Invensys a multipli molto alti, molto più alti di quelli della controllata di Finmeccanica. Finmeccanica è salita del 6,1%. 

Telecom Italia ha guadagnato il 3,9%. Nel gruppo delle utility è salita con maggior forza Enel Green Power +4,2%, rialzi in sintonia con l’indice per Enel +2,4%. Eni ha guadagnato il 2,1%. 

E’ tutta in salita la strada dell’Ipo della Sea. Ieri sera, a poche ore dalla conclusione del collocamento previsto per le 13 di oggi, gli ordini di acquisto erano poco sotto il 40% del book. La società spera in un colpo di reni finale ma non è esclusa alcuna ipotesi, compresa la rinuncia allo sbarco a Piazza Affari. E’ prevista in giornata una riunione del management con le banche collocatrici, guidate da Mediobanca. Si tratta di valutare sia la quantità delle prenotazioni che il prezzo offerto, particolarmente importante per la Provincia di Milano, che nel collocamento dovrebbe cedere il suo 14% di Sea con l’obiettivo di evitare lo sforamento del patto di stabilità.

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