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Monti dalla Russia: l’impegno di uno statista è di pensare alle generazioni future

Da Mosca il presidente del Consiglio, rifacendosi a De Gasperi, ci ricorda che uno statista pensa alle nuove generazioni e non alle scadenze elettorali – Ma sono molti i segnali per i quali il voto anticipato in autunno è tra le ipotesi possibili – Il nodo della riforma elettorale.

Monti dalla Russia: l’impegno di uno statista è di pensare alle generazioni future
Rifacendosi a De Gasperi Mario Monti, da Mosca, ci ha ricordato che, se un politico pensa alle elezioni, uno statista pensa alle nuove generazioni. Il tutto mentre in Italia si succedono e si intrecciano ipotesi su un ricorso anticipato (novembre) alle urne. Confermate anche da autorevolissime interpretazioni e ricostruzioni giornalistiche. Insomma l’argomento elezioni anticipate è stato certamente esaminato nel corso dell’ultimo incontro tra il presidente della Repubblica e il capo del governo. Questo non perchè l’opzione elettorale sia ormai irrinunciabile, ma perchè, viste le fibrillazioni tra i partiti e nei singoli partiti e gruppi parlamentari, il voto anticipato è comunque nel novero delle cose possibili.

Quanto detto da Monti nell’intervista moscovita è comunque una significativa dichiarazione di principio: il governo e il presidente del Consiglio restano al proprio posto a fer quello per il quale il capo dello Stato ha affiudato loro il mandato: contrastare la crisi finanziaria e ridare dignità al Paese affrontando i problemi generali dello Stato, che riguardano prima di tutto le giovani generazioni e non più o meno prevedibili o anticipabili scadenze elettorali.

Per il resto la possibilità di elezioni in autunno, pur non auspicabile, e tutt’altro che peregrina; è tra le possibilità con le quali la politica e le istituzioni debbono fare i conti. Le ultime votazioni parlamentari, a cominciare da quella sul fiscal compact, hanno evidenziato che, soprattutto il Pdl, ha enormi difficoltà a garantire un voto compatto sulle prove alle quali è chimato il governo Monti. Pesano prima di tutto le forti divisioni all’interno del partito, l’incertezza sul futuro di Berlusconi (Si candiderà? E soprattutto una sua candidatura sarà accettata da tutto il partito?). Ma sono i singoli parlamentariu del partito di destra, che non hanno alcuna garanzia su una possibile rielezione, a mandare ogni giorno segnali negativi, dei quali alla fine il vero bersaglio sono il governo e la maggioranza che lo sostiene.

E’ questo il quadro incerto che è dinanzi al presidente del Consiglio e al Quirinale. Motivo per il quale le elezioni in autunno non possono essere escluse. In questo contesto si inserisce poi la questione della legge elettorale. Il Quirinale reclama il superamento del Porcellum. Sistema che peraltro ora danneggerebbe soprattutto il centro-destra. I partiti dicono che sono pronti a fare la nuova legge. Ma sui contenuti domina l’incertezza e quando si tratta di stringere, ognuno tira la coperta dalla sua parte. E così, nonostante dichiarazioni di principio e promesse, un testo condiviso ancora non si intravede.

Ora la prospettiva di votare in autunno potrebbe dare un colpo di acceleratore alla riforma che il Paese reclama e che i partiti dicono di voler fare. Ma perchè si possa votare in autunno con la nuova legge è indispensabile che almeno uno dei due rami del Parlamento la approvi prima della pausa estiva. E’ ancora possibile, ma le incertezze e le manovre dilatorie dei partiti fino ad ora hanno rallentato tutto. L’ipotesi di elezioni a breve potrebbe e dovrebbe far venir meno queste manovre.

Vedremo. Per ora, mentre continua l’attacco dei mercati all’Italia, l’unica rassicurazione è quella che ci è arrivata dalle dichiarazioni di Monti a Mosca: il governo resta a fare il suo dovere e pensa all’interesse delle nuove generazioni. Il resto, purtroppo, appartiene ad altri.

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