Il destino di Mps è ancora incerto. Sui mercati è ormai data per scontata la necessità di un intervento pubblico per salvare la Banca senese, ma ufficialmente l’istituto continua a lavorare per una (difficilissima) soluzione di mercato.
Domenica sera il consiglio d’amministrazione del Monte dei Paschi, convocato fare il punto dopo il no (ancora ufficioso) della Bce alla proroga al 20 gennaio per l’esecuzione dell’aumento di capitale, ha deciso d’insistere nel tentativo di raccogliere 5 miliardi sul mercato entro l’anno.
È stato perciò stabilito di riaprire la conversione dei bond subordinati in azioni con l’obiettivo di coinvolgere anche la clientela retail, contando sulle necessarie autorizzazioni della Consob per derogare a quanto stabilito dalla Mifid 2 sul profilo di rischio dei risparmiatori coinvolti.
Il piano messo a punto da JP Morgan e Mediobanca prevede infatti la riapertura dell’offerta di scambio azioni-obbligazioni già rivolta agli istituzionali (un miliardo di capitale raccolto) anche a 40 mila clienti di Mps che sottoscrissero l’offerta nel 2008 per 2,1 miliardi. In questo modo si potrebbero raccogliere altri 1-1,5 miliardi.
Inoltre, dopo la soluzione a tempo record della crisi di governo, potrebbe tornare sulla scena il fondo sovrano del Qatar, che potrebbe fornire un altro miliardo. Ma anche se gli emiri tornassero in gioco, la meta dei 5 miliardi rimarrebbe ancora lontana.
La banca dovrebbe compiere perciò un ultimo miracolo: convincere private equity ed altri grandi investitori a contribuire per 1,5-2 miliardi.
Se l’istituto non riuscisse a realizzare il piano nei prossimi 20 giorni, Natale incluso, fonti governative hanno già detto che è pronto un piano di salvataggio pubblico con inevitabili ricadute su azionisti ed obbligazionisti, pur limitate dall’intervento dello Stato.
Intanto il titolo in Borsa di Montepaschi, che venerdì aveva chiuso a -10,55%, questa mattina in apertura rimbalza del 5,7%, a 20,62 euro.