Il cda di Montepaschi ha rigettato il piano alternativo proposto da Corrado Passera e da Ubs. Il consiglio oggi era chiamato a definire il piano per la maxi cessione di sofferenze e per la ricapitalizzazione fino a 7 miliardi. La proposta presentata in extremis dal banchiere ed ex ministro prevedeva un aumento di capitale da 2,5 miliardi e la parziale conversione volontaria dei bond subordinati in mano agli istituzionali.
Per l’istituto senese, in ogni caso, questo è il giorno della verità, perché si attende l’ok della Bce al piano di messa in sicurezza dell’istituto, basato sullo smaltimento di 9 miliardi di euro di sofferenza, attraverso una maxi-cartolarizzazione che sarà sostenuta anche dal Fondo Atlante. In un secondo tempo verrà realizzato l‘aumento di capitale da 5 miliardi realizzato con capitali privati raccolti da JP Morgan e Mediobanca.
A questo proposito sarebbe vicino, secondo diverse fonti, anche l’accordo per il consorzio bancario, che dovrebbe essere composto da otto istituti di credito, a garanzia dell’aumento di capitale. Del consorzio, oltre ai coordinator JP Morgan e Mediobanca, dovrebbero far parte anche Goldman Sachs, Santander, Citi, Credit Suisse, Deutsche Bank e Bofa Merrill Lynch.
Dopo la bocciatura del piano presentato da Passera, il titolo di Mps aveva continuato a crescere fino a superare la soglia del 7%, per poi ritracciare in zona +6,2%.