Una nemesi dei giorni nostri. La vocazione, piuttosto recente in verità, del principato di Monaco al bello e all’ambiente rischia di fallire sotto il peso della politica. Mentre Greta Tunberg solca l’oceano con la barca di Pierre Casiraghi, figlio di Carolina di Monaco, nel Principato rischia di bloccarsi il progetto Portier Cove firmato dalla Rpbw – Renzo Piano Building Workshop – per il nuovo quartiere galleggiante di Portier Cove, vicino al Casinò.
Per realizzare la nuova struttura, interamente galleggiante, ci vogliono 700 mila metri cubi di sabbia da prelevare in Sicilia, a Termini Imerese. Senonché la Sicilia ha detto no: non si draga nulla per i ricconi di Montecarlo; non si danno autorizzazioni. I sessantamila metri quadrati di nuova edificazione nel Principato, belli e decorativi quanti si vuole, non possono intaccare l’habitat siciliano. È scesa in campo anche la Regione che, senza una soluzione alternativa, dovrà vedersela con la ditta che sta lavorando a Montecarlo e indirettamente con il Principe Ranieri, al quale lo stop non piacerà.
A Montecarlo non ci sono più aree disponibili per costruire. In poco più di 2 chilometri quadrati sono stati messi mattoni e calcestruzzo dappertutto. Le polemiche ambientaliste contro il surplus di cemento sono cose che nascono e crescono lontano da Montecarlo. Lo star system che vive tra le colline affacciate sul mare non ha grande dimestichezza con i principi della sostenibilità. È in atto una svolta, è vero, decisa dal potere monegasco, ma 700 mila metri cubi di materiale presi in Sicilia sarebbero un suicidio per per l’ecosistema, ha detto il Presidente della Regione Nello Musumeci.
I progettisti devono tirar su 6 ettari di uova costruzione, con dentro uno scavo subacqueo dove mettere appunto la sabbia di Termini Imerese. La sabbia è nella disponibilità del Gruppo Maccaferri che ha una concessione da parte della Regione. Si può dare la sabbia a chiunque la chiede? Alt, hanno detto al Consiglio regionale della pesca e subito dopo è arrivato il parere negativo della valutazione di impatto ambientale. C’è addirittura chi, come quelli di Fratelli d’Italia, hanno chiamato a raccolta i cittadini per protestare contro il progetto. È esagerato, e a Montecarlo non capirebbero.
Il progetto di Portier Cove è stato concepito come lavoro di ingegno e di sostenibilità. Il rovescio di un urbanizzazione tra le più alte al mondo per chilometro quadrato. Progetto, forse non artistico tout court, ma bello da mostrare al mondo e di appeal per altri fortunati ambiti residenti. L’idea nasce nel 2013 con un bando internazionale al quale partecipa lo studio Piano proponendo la struttura sull’acqua.
Tutto ecosostenibile, gradevole e senza pugni allo stomaco per la suggestiva cornice del Principato. Renzo Piano non è certamente un nemico dell’ambiente ed aver previsto durante la costruzione anche un comitato di monitoraggio di scienziati ed esperti per valutare gli impatti ambientali in corso d’opera era nelle cose del suo ingegno. Il lavoro dovrà vedere l’avvio e la conclusione . L’espansione verso il mare è un principio intelligente e Piano sul mare ha costruito addirittura un aeroporto internazionale.
A Montecarlo, l’architetto e senatore a vita italiano ha previsto che l’energia che consumeranno i futuri “monegaschi galleggianti” sarà al 40% rinnovabile. L’80% per l’illuminazione pubblica arriverà dal sole senza danni e impatti negativi. Una specie di isola-mondo autosufficiente , valida artisticamente e green. Ma è arrivato lo stop siciliano. E bisogna aspettare che passi la nottata. Con la sabbia necessaria.