A Monna Lisa è riservata un’intera parete del Louvre, dove una spessa lastra di vetro la protegge dal tempo e dagli sguardi dei visitatori che a migliaia incrociano il suo. Sono tanti gli studiosi che hanno cercato di comprendere i lineamenti del suo viso; molte le interpretazioni – senza capire. Di lei incanta il fascino e il sorriso misterioso. Un sorriso che trova parecchie versioni, a seconda di come la si osserva.
I critici considerano il quadro il capolavoro di Leonardo Da Vinci, e anche se al Louvre ci sono centinaia di quadri importanti é a lei, Monna Lisa, che ci si inchina; le sono state dedicate poesie, opere liriche e romanzi.
Si tratta di un dipinto eseguito su una tavola di pioppo, dove è stata applicata uno strato di pigmento estremamente sottile con grande maestria. I colori furono sovrapposti per velature così sottili che la mano di fondo bianco e duro, – con cui la tavola fu preparata -, traspariva dando all’insieme una straordinaria luminosità. Il quadro dei quadri misura appena – 76 centimetri per 53 centimetri – e fu realizzato da Leonardo a Firenze oltre 500 anni fa.
Gran parte della magia del dipinto sta nel modo in cui le mani, poggiate l’una sull’altra, conducono lo sguardo intorno alla figura, mentre la testa e gli occhi leggermente voltati lo riportano alle mani. Le tonalità di luce e ombra che creano forma e volume, insieme con la composizione e lo stile del quadro, segnarono una nuova tappa nella storia della pittura.
Anche l’assenza di gioielli e i capelli che ricadono lisci sulle spalle furono una innovazione audace, che aprì gli occhi a gran parte dei pittori sulle possibilità di dipingere bellezze semplici – di condizione sociale non elevata.
Pur tuttavia, lo sta-famoso e lievemente ironico sorriso non era nuovo. Infatti, era già presente sui volti delle statue gotiche a Rheims e in altre cattedrali. Forse non sapremo mai chi era Monna Lisa.
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