Nel terzo trimestre 2015 l’export dei 143 distretti industriali monitorati da Intesa Sanpaolo ha registrato un nuovo aumento (+3,6%): si tratta del 23° trimestre di crescita consecutivo per le eccellenze del made in Italy. Complessivamente, nei primi nove mesi del 2015 le esportazioni dei distretti hanno mostrato una crescita del 4,3%, circa un punto percentuale in più rispetto alle aree non distrettuali negli stessi settori di specializzazione.
Ai primi cinque posti come performance nel periodo si trovano l’Oreficeria di Valenza, la Metalmeccanica di Lecco, il Legno e arredamento della Brianza, le Piastrelle di Sassuolo e l’Occhialeria di Belluno. Soffrono invece in pochi, e tra questi soprattutto i Vini di Langhe, Roero e Monferrato, Maglieria e abbigliamento di Carpi, Calzature di Fermo, Metalli di Brescia e Macchine per l’imballaggio di Bologna.
Elevata anche la dinamicità dei 22 poli tecnologici esaminati sempre dal servizio studi di Intesa Sanpaolo: nel terzo trimestre 2015 le esportazioni hanno evidenziato una crescita tendenziale dell’8,4%. L’export è cresciuto per tutti i settori considerati: l’ICT (+9,5%), la farmaceutica (+8,5%), l’aeronautica (+8,3%) e il biomedicale (+3,8%). Nel complesso nei primi nove mesi dell’anno le esportazioni hanno raggiunto 20,3 miliardi di euro, in crescita del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Si conferma dunque nel complesso molto alta la competitività dei distretti industriali e dei poli tecnologici italiani, che sono riusciti a superare brillantemente un trimestre estivo denso di difficoltà per il commercio mondiale. Tra i distretti industriali si sono messe in evidenza le aree specializzate in prodotti e materiali da costruzione (+10,3% la variazione tendenziale del terzo trimestre), nel mobile (+9,2%) e nell’agro-alimentare (+8%). Queste filiere hanno ritrovato slancio sui mercati internazionali con performance decisamente migliori rispetto ai competitor tedeschi.
Un’importante novità è rappresentata dall’accelerazione dei distretti della meccanica, in progresso del 6,5%, grazie agli ottimi risultati riportati in alcuni mercati avanzati (Stati Uniti, Spagna e Germania) e in alcuni importanti nuovi mercati (Messico, India, Vietnam, Emirati Arabi Uniti). Hanno, invece, accusato un brusco rallentamento i distretti del sistema moda, penalizzati dal crollo della domanda russa che sta colpendo soprattutto il comparto calzaturiero. Migliore appare l’andamento delle altre filiere della moda, con l’oreficeria di Valenza che si conferma miglior distretto per crescita in valore assoluto delle esportazioni e l’occhialeria di Belluno che guadagna nuove quote di mercato negli Stati Uniti e prosegue la sua rapida affermazione sul mercato cinese.
I distretti del Mezzogiorno restano in questa fase l’area più dinamica del Paese (pur avendo una limitata presenza distrettuale), mostrando un aumento tendenziale delle esportazioni pari all’8,3%, più del doppio rispetto alla media italiana, analogamente a quanto avviene a livello di complesso dell’economia meridionale. Per intensità e volumi di crescita spiccano l’ortofrutta del barese, la mozzarella di bufala campana e la meccatronica del barese che, nonostante la presenza di fattori di contesto esterno sfavorevoli, sono riusciti a far leva su un ricco patrimonio eno-gastronomico e, nel caso della meccatronica, sulla presenza di importanti multinazionali tedesche e di un grande gruppo italiano. Gli Stati Uniti si sono confermati il motore della crescita dei distretti: su questo mercato nel terzo trimestre 2015 l’export distrettuale è salito a 2,1 miliardi di euro, 280 milioni in più rispetto al corrispondente periodo del 2014 (+15,3%). Si è, inoltre, consolidata la ripresa in alcuni importanti mercati europei, come il Regno Unito e la Spagna. La principale novità è però rappresentata dal balzo delle vendite in tre primari mercati emergenti: gli Emirati Arabi Uniti, l’India e la Cina. Spiccano, in particolare, i risultati positivi ottenuti sul mercato cinese, in controtendenza rispetto alla media manifatturiera italiana.
L’export distrettuale in Cina, infatti, ha ripreso a crescere a tassi sostenuti, spinto dai settori agro-alimentare, moda e casa e non più penalizzato dalla meccanica. Il quarto trimestre del 2015 dovrebbe essersi chiuso con una lieve accelerazione dell’export distrettuale. L’export distrettuale è stimato aver registrato un aumento intorno al 4% nel 2015, in linea con quanto osservato nel 2014. Nel 2016 le esportazioni dei distretti dovrebbero mostrare un ritmo di crescita sostanzialmente in linea o di poco superiore a quello osservato nell’ultimo biennio. La crescita mondiale è, infatti, attesa solo in lieve accelerazione, grazie alla spinta della domanda interna dei paesi avanzati e al superamento della fase più critica per alcune economie emergenti (Cina e in parte Russia). I distretti manterranno una migliore dinamica rispetto alle aree non distrettuali, favoriti anche da una maggiore presenza nei mercati più dinamici (Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti, ma anche Cina) che andrà a compensare l’esposizione più pronunciata in Russia (dove comunque la fase peggiore dovrebbe essere alle spalle). Molto però dipenderà dall’evoluzione della domanda in Germania e Francia che restano i primi due sbocchi commerciali dei distretti. I consumi di questi due mercati continueranno a crescere a buoni ritmi per effetto del calo del prezzo del petrolio e di condizioni finanziarie molto favorevoli. Rimane, invece, incertezza sulle prospettive di crescita degli investimenti.
Allegati: monitordeidistretti_dicembre2015.pdf