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Mondiali sci, Cortina inaugura la linea elettrica “invisibile”

Terna ha investito 60 milioni nell’elettrodotto di 24 km tra Cortina e Auronzo di Cadore, realizzato a tempo di record. Migliorerà l’efficienza anche in vista dell’evento sportivo che inizia domenica 7 febbraio.

Mondiali sci, Cortina inaugura la linea elettrica “invisibile”

Un nuovo elettrodotto di ultima generazione, completamente interrato e costruito a tempo di record (13 mesi), appena in tempo per l’inizio del Mondiali di sci alpino, in programma a Cortina d’Ampezzo (Belluno) a partire da domenica 7 febbraio e fino al 21 febbraio. La nuova linea elettrica ad alta tensione che collega la perla delle Dolomiti ad Auronzo di Cadore (è lunga 24 km) è stata realizzata da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, con un investimento da 60 milioni: altri 370 milioni saranno investiti sempre in Veneto, nei prossimi cinque anni, stando al piano di riassetto delle Dolomiti e di potenziamento dell’infrastruttura in tutto il Nord-Est.

La linea si snoda per 15 km nel Comune di Cortina d’Ampezzo e 9 km nel Comune di Auronzo di Cadore, tra le cabine elettriche rispettivamente di Zuel e Somprade, ed è di rilevanza strategica per un’ampia area del Nord-Est: insieme alla nuova stazione di Auronzo di Cadore (in località Cima Gogna), attualmente in costruzione, e al riassetto della rete esistente a 132 kV e 220 kV, “il nuovo cavo – spiega Terna – contribuisce ad aumentare la magliatura e migliorare l’efficienza, l’affidabilità e la resilienza della rete elettrica locale, esposta a interruzioni e fortemente sollecitata dalle condizioni climatiche estreme che si sono registrate negli ultimi anni”.

La realizzazione ha coinvolto 27 imprese specializzate, molte delle quali locali, e fino a 100 lavoratori nei cantieri, ed è stata eseguita secondo i migliori standard di sostenibilità e tutela ambientale, lasciando intatto il paesaggio boschivo dell’Alto Bellunese. Come detto, i lavori sono stati velocissimi nonostante la pandemia Covid, in modo da limitare il più possibile i disagi per la popolazione locale e per il turismo (in realtà praticamente fermo) dell’area

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