Tra certezze (poche) e sorprese (decisamente tante). Il Mondiale del Qatar è ormai vicino al traguardo del 18 dicembre, ma prima ci sono da giocare le semifinali tra Argentina e Croazia (martedì 13) e Francia-Marocco (mercoledì 14). Vedere Messi e Mbappé ancora in corsa non è una sorpresa, lo stesso però non si può dire di Modric e Ziyech, clamorosamente avanti con gli scalpi eccellenti di Brasile, Spagna e Portogallo. Insomma, sarà una banalità ma arrivati a questo punto può davvero succedere di tutto, anche se è chiaro che i valori pendono dalla parte di Argentina e Francia: dovessero passare entrambe avremmo una finalissima di assoluta nobiltà, altrimenti spazio al nuovo che avanza, con tutto ciò che comporta.
Mondiali Qatar: Argentina – Croazia (martedì 13)
Tutti si aspettavano che la prima semifinale sarebbe stata il superclasico tra Argentina e Brasile, invece a sfidare Messi sarà la Croazia di Modric. Un vero e proprio colpo di scena, se non altro perché i ragazzi di Dalic sembravano aver già dato il meglio quattro anni fa in Russia, dove si fermarono solo in finale al cospetto della Francia. I pronostici però avevano tenuto conto solo dei valori tecnici, che vedono una squadra effettivamente più debole del 2018 (basti pensare che allora il centravanti era Mandzukic, mentre oggi sono Petkovic e Livaja…), ma non del cuore e dell’orgoglio, caratteristiche decisamente importanti in una competizione breve come il Mondiale. E così, trascinati da un gigantesco Modric, dal trio di interisti presenti (Brozovic) e passati (Perisic e Kovacic), dalle parate di Livakovic e dalla clamorosa coppia difensiva Lovren-Gvardiol, i croati hanno superato un girone con Marocco e Belgio per poi affidarsi ai rigori sia col Giappone che con il Brasile.
Il risultato è che martedì saranno loro a sfidare l’Argentina di Messi, arrivata invece laddove tutti se l’aspettavano. Il cammino non è stato semplice, anzi possiamo dire che l’esordio choc con l’Arabia Saudita lo ha decisamente complicato, poi però è salito in cattedra il numero 10 e la Selección ha cominciato a correre battendo Messico, Polonia, Australia e Olanda, seppur solo ai rigori. Scaloni, ora che lo spettro del Brasile è svanito, può guardare alla finalissima con maggior ottimismo, ma la sfida con la Croazia non è scontata, anzi nell’ultimo precedente del 2018 finì 3-0 per Modric e compagni, con Messi in lacrime sotto lo sguardo attonito di Maradona. Questa volta la storia potrebbe essere diversa, ma arrivati a questo punto è meglio lasciar perdere i pronostici e limitarsi a guardare le partite.
Mondiali Qatar: Francia – Marocco (mercoledì 14)
L’altra sfida invece sarà un inedito assoluto, quantomeno a questi livelli. A tentare di opporsi alla quotatissima Francia di Mbappé e Giroud, infatti, sarà il Marocco di Regragui, sorpresa per eccellenza di questo Mondiale. Nessuno infatti si sarebbe aspettato di vederlo arrivare in fondo al torneo, oltretutto eliminando Spagna e Portogallo: il sogno marocchino dunque continua, ora però arriva lo scoglio più duro, vale a dire la Francia capace di superare anche l’Inghilterra, al termine di una delle gare più belle e avvincenti viste sin qui. Quasi superfluo ribadire che gli uomini di Deschamps partano favoriti, così come che il cuore del Marocco, spinto da un popolo intero (non solo in patria, viste le scene di giubilo sia in Qatar che in molte città italiane), possa tentare di sopperire all’enorme differenza tecnica.
Meglio pensare al campo e provare a immaginare il match, tra due squadre assolutamente agli antipodi: da una parte il calcio champagne francese, basato soprattutto sulla fase offensiva (Mbappé e Giroud hanno segnato 9 gol in due), dall’altra quello solido e difensivo marocchino, improntato su una difesa di ferro (una sola rete subita in tutto il Mondiale) e qualche ripartenza letale. Con i piedi, insomma, non c’è storia, a livello di testa invece le differenze si assottigliano, perché se è vero che la Francia ha un gruppo esperto e vincente (non a caso è campione del Mondo in carica), lo è anche che il Marocco non sembra soffrire nessun tipo di timore reverenziale, anzi l’inevitabile tensione, se possibile, lo carica ancora di più. Sarà Davide contro Golia, ma non per questo il finale è scontato: il precedente biblico, del resto, lo dimostra chiaramente…