La parola passa al campo. Il Mondiale in Qatar, dopo anni sotto i riflettori per questioni extra calcistiche, apre i battenti con un torneo che, ambiente a parte (l’ultima, in ordine di tempo, è arrivata dai “finti” tifosi assoldati dal governo per creare atmosfera), promette uno spettacolo di livello assoluto. Presenti 32 Nazionali (non l’Italia, purtroppo, ma questa è un’altra storia che conosciamo, ahinoi, fin troppo bene) nel momento più caldo della stagione, non in senso climatico (anche se in Qatar le temperature non scherzano) bensì tecnico, visto che i giocatori ci arrivano nel miglior stato di forma possibile. E allora, in attesa della sfida inaugurale tra i padroni di casa e l’Ecuador, cerchiamo di conoscere meglio le squadre partecipanti, tentando di dividerle in favorite, outsider e possibili sorprese.
Qatar 2022, le favorite: Brasile, Argentina e Francia
Il favorito numero uno, come confermato dai bookmakers di tutto il mondo, è il Brasile di Neymar, chiamato a riportare a casa la Coppa dopo ben 20 anni di attesa. Tantissimi per la Seleçao, che nel frattempo ha subito perfino l’onta di fallire il Mondiale casalingo del 2014, chiuso con una clamorosa (ai livelli del famoso Maracanazo del ’50) sconfitta per 1-7 dalla Germania. Questa volta però la squadra di Tite arriva al Mondiale con il giusto carico di pressione, ma soprattutto con una rosa ampia ed equilibrata, nella quale spiccano le stelle Neymar e Vinicius e i “gregari” di lusso Casemiro, Fred, Thiago Silva, Marquinhos e Danilo. Grandi aspettative pure sull’Argentina di Scaloni, che dopo il mezzo disastro di quattro anni fa in Russia (girone passato per un palo ed eliminazione agli ottavi) vuole tornare a prendersi una Coppa che manca addirittura da 36 anni. Il roster sembra meno completo di quello degli odiati brasiliani, ma gente come Messi, Lautaro e Di Maria non va mai sottovalutata.
Sul podio delle favorite ci sono anche i campioni in carica della Francia, probabilmente i più forti di tutti a livello di organico, nonostante alcune assenze pesanti come quelle di Pogba, Kanté e Nkunku, a cui potrebbe aggiungersi anche Benzema, fermatosi per un problema muscolare. L’undici tipo di Deschamps vedrebbe comunque gente come Mbappé, Griezmann e Theo Hernandez, con una panchina che, tra gli altri, potrebbe contare su Dembelé e Coman, ma è chiaro che la presenza o meno di “Karim the dream”, fresco pallone d’oro, sposta tanto, in un senso o nell’altro. E poi c’è il solito discorso su gruppo pieno di talenti, ma sempre restio a regole, disciplina e senso di squadra, oltre che saziato (forse) dal Mondiale vinto 4 anni fa.
Gli outsider: Spagna, Germania, Inghilterra, Portogallo e Belgio
Gli outsider sono tanti e tutti in Europa. Si va dalla Spagna di Luis Enrique alla Germania di Flick, peraltro inserite nello stesso girone, fino all’Inghilterra di Southgate, al Portogallo di Ronaldo e al Belgio di Lukaku e De Bruyne. Se una di queste (o anche più di una) dovesse andare fino in fondo non si potrebbe gridare alla sorpresa, visto che parliamo di Nazionali molto forti e con grande storia, ma la sensazione è che nessuna di loro parta in primissima fila come le tre di sopra.
Le furie rosse della Spagna, dopo i fasti del decennio passato, stanno cercando di costruire un nuovo ciclo con i veterani Morata, Jordi Alba e Carvajal e le esclusioni eccellenti di Sergio Ramos e De Gea, proprio come la Germania di Flick, che dovrà cancellare i disastri fatti sia nel 2018 che all’Europeo con i “soliti Müller e Neuer a guidare Sané, Gnabry e Havertz.
Per gli inglesi vale il discorso di sempre: sulla carta sono forti e pure parecchio, ma devono riuscire a vincere quella sorta di maledizione che li accompagna dal 1962, anno dell’ultimo (e unico) trofeo internazionale. Southgate c’era quasi riuscito un anno e mezzo fa, per fortuna però sappiamo bene come andò la finale con l’Italia. Una botta terribile per i Leoni, che non a caso hanno stentato in Nations League: a Kane, Sterling e Foden il compito di cancellare Wembley e conquistare, finalmente, la prima grande vittoria dopo 60 anni.
Attenzione anche a Portogallo e Belgio, molto competitive al di là delle loro stelle (di cui parliamo tra poco). La squadra di Fernando Santos straborda di talento, tanto che Leao sarà titolare solo grazie all’infortunio di Diogo Jota, parecchio però girerà attorno al solito Ronaldo, giunto all’ultimo Mondiale della sua carriera nel momento più difficile. Discorso simile per i belgi, a lungo primi nel ranking Fifa (ora sono secondi dietro il Brasile) nonostante la totale assenza di trofei: alla “generazione d’oro” degli Hazard, Lukaku e De Bruyne il compito di trasformare un gruppo bello in uno vincente.
Qatar 2022, le possibili sorprese: Olanda, Serbia, Danimarca, Croazia e Uruguay
Veniamo ora alle possibili sorprese, tra cui spicca senza dubbio l’Olanda di Van Gaal. I tempi dell’Arancia Meccanica sono finiti, ragion per cui sembra difficile che questa squadra possa arrivare fino in fondo, ma la qualità è alta e l’esperienza internazionale, nonostante la giovane età di alcuni, non manca di certo. La Serbia invece stuzzica per la presenza degli “italiani” Vlahovic, Milinkovic-Savic e Kostic, anche se il girone di ferro (Brasile, Svizzera e Camerun) sarà complicato da passare: dovesse riuscirsi, ecco che gli uomini di Stojkovic potrebbero davvero sorprendere tutti.
Attenzione anche alla Danimarca di Eriksen (che bello rivederlo su un palcoscenico del genere dopo la tragedia sfiorata di un anno e mezzo fa!) e Kjaer, semifinalista agli Europei, così come alla Croazia dei soliti Modric, Brozovic e Perisic (il talento è indubbio, ma l’età avanza) e all’Uruguay di Nunez, Suarez e Cavani (anche qui la linea è tutt’altro che verde).
Qatar 2022, le stelle più attese: Messi e CR7 all’ultimo giro, Mbappé e Neymar sugli scudi
Il mondo si fermerà per vedere soprattutto loro, vale a dire i fuoriclasse più attesi. È innegabile che Qatar 2022 ruoti attorno a Messi e Ronaldo, le grandi stelle degli ultimi 10-12 anni giunte all’ultima rassegna iridata. Va detto che i due arrivano a “the last dance” in condizioni diametralmente opposte: ottime quelle della Pulce, deciso a raccogliere l’ultima opportunità di agguantare Maradona, pessime quelle di CR7, alle prese con un probabile licenziamento per giusta causa da parte del Manchester United, furioso dopo l’intervista-bomba rilasciata al Sun. I due daranno il 100% per chiudere alla grande, su questo non c’è dubbio, ma dovranno fare i conti pure con gli altri, bravi quanto loro e pure più giovani. Mbappé e Neymar hanno fame, sia a livello di squadra che individuale, e sono pronti a rubare la scena ai due big per prendersela loro e segnare l’inizio di una nuova era calcistica.
Qatar 2022, i grandi assenti: dagli Azzurri a Haaland, quanti top a casa!
C’è poi un lungo elenco di grandi campioni costretti a guardare il torneo dalla tv, chi per la sfortuna di essere nato in un paese con poca tradizione calcistica, chi per infortunio, chi semplicemente per colpa sua. Nella terza categoria rientrano i giocatori italiani, anche se solo Donnarumma, forse, giocherebbe titolare in molte altre squadre. Davanti a lui, in un ipotetico 4-2-4 ultra-offensivo e spettacolare, ci sarebbero Cuadrado, Skriniar, Alaba e Robertson, con Pogba e Verratti a centrocampo e un attacco da paura con Kvaratskhelia, Haaland, Osimhen e Salah, senza dimenticare Mané e Firmino, uno infortunatosi recentemente, l’altro escluso dal proprio ct. Tanta, tantissima roba, al punto da farci pensare che questa squadra potrebbe addirittura vincerlo il Mondiale, quando invece dovrà accontentarsi di vederlo solo in televisione.
LEGGI ANCHE: “Mondiali Qatar 2022: quanto costano, quanto guadagna chi vince? Il prezzo dei biglietti? Le cifre della Coppa del Mondo“