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Mondiali, le semifinali sono Brasile-Germania e Argentina-Olanda. Out Neymar e Di Maria

L’Argentina supera a fatica il Belgio grazie a un gran gol di Higuain e ritrova le semifinali dopo 24 (da Italia ’90, quando sconfisse l’Italia ai rigori) – L’albiceleste troverà l’Olanda, nel remake della finale ’78 – Le semifinali però perdono due grandi protagonisti: non ci saranno Neymar e Di Maria.

Mondiali, le semifinali sono Brasile-Germania e Argentina-Olanda. Out Neymar e Di Maria

E ora ci divertiamo! Come da previsioni il mondiale ci regala le semifinali più belle, le migliori possibili alla luce del tabellone. A Brasile e Germania, che si sfideranno martedì prossimo a Belo Horizonte, si sono aggiunte Olanda e Argentina, il cui match andrà in scena mercoledì a San Paolo. Sono passate le favorite, ma non è stata una passeggiata, anzi… Belgio e, soprattutto, Costa Rica se la sono giocata fino alla fine, dimostrando che il loro cammino comunque da applausi non è stato affatto casuale. Gli applausi vanno in particolare ai Ticos, capaci di trascinare l’Olanda addirittura ai calci di rigore, dove solo la bravura di Krul (e il genio di Van Gaal) gli hanno costretti ad alzare bandiera bianca. Meno romanzato il quarto di Brasilia, dove l’Argentina ha confermato di non giocare affatto un calcio champagne, ma anche di avere in rosa giocatori di assoluto livello. E se, per una volta, Messi si è comportato da comune mortale, ci ha pensato Higuain a risolvere togliendo le castagne dal fuoco ad Alejandro Sabella, l’altro favorito d’obbligo di questo mondiale assieme al Brasile padrone di casa. Succede tutto dopo appena 8 minuti, quando il Pipita trasforma in oro un pallone sporco di Di Maria trafiggendo l’incolpevole Courtois con un destro imparabile. Il Belgio, ricco di talento e fisicità ma anche di inesperienza, soffre la pressione di un match importantissimo e l’Albiceleste ha più di un’occasione per raddoppiare. Le più clamorose capitano sui piedi di Higuain (traversa a portiere battuto) e Messi (fermato da un miracolo di Courtois), ma non sono solo rose e fiori. A fine primo tempo si ferma Di Maria per un problema muscolare che, con ogni probabilità, lo costringerà a saltare la semifinale e, forse, anche l’eventuale finale. E poi il Belgio, anche grazie ai cambi di Wilmots (un giorno capiremo perché Mertens e Lukaku sono rimasti in panchina per un’ora abbondante), sfiora il pareggio con Fellaini (colpo di testa alto di poco) e Wilmots (tiro dal limite dell’area).

Alla fine però l’Argentina può esultare: dopo 24 anni è di nuovo semifinale! La strada verso la finalissima del Maracana però è tutt’altro che spianata, perché mercoledì sera la Seleccion si troverà di fronte l’Olanda. Squadra simile quella di Van Gaal, dalla manovra poco corale ma con alcuni solisti (su tutti Robben, ma anche Sneijder cresce di partita in partita) in grado di fare la differenza da un momento all’altro. L’esatto contrario della Costa Rica, che invece fa dell’organizzazione tattica e del sacrificio le sue armi migliori. Eppure i Ticos, presentati erroneamente da tutti noi come la vittima sacrificale, regalano un’altra partita quasi perfetta, sfiorando una semifinale che avrebbe costretto gli storici del calcio a riscrivere più di un manuale. C’è anche la fortuna ad aiutare i ragazzi di Pinto, ma quella, si sa, aiuta solo gli audaci. E poi non sarà mica un caso se i centroamericani, in cinque partite (di cui due durate oltre 120’), hanno subito solo due gol. E quando i legni salvano la porta di Keilor Navas per ben tre volte (due di Sneijder e uno di Van Persie), in molti pensano che il dio del calcio abbia in serbo un bello scherzetto. Ma il suddetto non ha fatto i conti con Louis Van Gaal, genio assoluto sulla panchina Orange, che al 120’ s’inventa il cambio del mondiale: fuori il portiere titolare Cilessen dentro la riserva Krul. La mossa funziona perché il numero 12 dell’Olanda para due rigori a Ruiz e Umana e porta così i suoi in semifinale. Saranno due sfide bellissime, impossibili da pronosticare. Certo, al Brasile mancheranno Thiago Silva (squalificato) e Neymar (mondiale finito), ma stanchezza e pressione peseranno sulle gambe di tutti, nessuno escluso. Mai come questa volta insomma l’equilibrio regna sovrano. Degna fase conclusiva del “Mondiale dei Mondiali”.

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