Fine della corsa. O di un ciclo, se preferite, visto che la squadra in questione non è proprio una qualunque. Dopo aver vinto un mondiale e due europei negli ultimi 6 anni, la Spagna torna ad assaggiare il triste sapore del fallimento. Di tale si tratta, perché uscire dalla coppa del mondo dopo appena due partite del girone, con un passivo di 7 gol subiti e uno solo fatto, non può essere definito altrimenti. “Non abbiamo giustificazioni, l’eliminazione è meritata – ha ammesso un Vicente Del Bosque mai così affranto. – Ciclo finito? Non è questo il momento per parlarne, ma faremo tutte le riflessioni del caso”.
In realtà la domanda è retorica, perché è evidente che la dominatrice degli ultimi 8 anni è arrivata al capolinea. Questione di uomini, ma anche di sistema di gioco. Il famoso “tiqui-taca” ha regalato spettacolo per anni, sia a livello di nazionale che di club: giro palla veloce, inserimenti imprevedibili, verticalizzazioni improvvise, gol a grappoli. Insomma, esattamente il contrario di quanto visto ieri sera. Nella splendida cornice del Maracanà le Furie Rosse avevano un solo risultato a disposizione: la vittoria, resasi indispensabile dopo la vittoria dell’Olanda sull’Australia. Per “el partido de la vida” Del Bosque decide di rivoluzionare la Roja lasciando fuori due mostri sacri come Piqué e Xavi in virtù di Javi Martinez e Pedro. Ma l’altra Roja in campo, quel Cile tutto muscoli e corsa impreziosito però dalla classe di Vidal e Sanchez, ha decisamente più fame.
La copertura del campo è totale, il pressing asfissiante, le ripartenze letali. Al 20’ Edu Vargas, breve comparsata nel Napoli di Mazzarri, fredda Casillas con un tocco ravvicinato e il fragile castello spagnolo crolla del tutto. A fine primo tempo infatti Casillas regala l’ennesima indecisione di questo mondiale respingendo malamente una punizione di Sanchez: sulla ribattuta si avventa Aranguiz e il Cile fa 2-0. Servirebbe una ripresa da vecchia Spagna, invece Vidal e compagni gestiscono senza troppi patemi portando così a casa una qualificazione pesantissima (l’ultima gara con l’Olanda servirà solo per stabilire l’ordine del girone).
Notte da dentro o fuori anche a San Paolo, dove Uruguay e Inghilterra si giocheranno le residue speranze di qualificazione in quello che appare come un vero e proprio spareggio (ore 21). Entrambe infatti arrivano con 0 punti in classifica e una sconfitta sul groppone, anche se con modalità molto diverse. Onorevole quella degli inglesi contro l’Italia, al contrario di quella decisamente più umiliante degli uruguaiani contro la Costa Rica. Rispetto al tonfo di Fortaleza però Tabarez recupera Suarez, che andrà così a completare la coppia d’attacco stellare con Cavani.
Hodgson sembra invece intenzionato a schierare gli undici già visti a Manaus contro l’Italia, con qualche modifica tattica. Rooney, criticatissimo in patria, dovrebbe agire da trequartista alle spalle di Wellbeck mentre gli esterni dovrebbero essere Sturridge e Sterling. Insomma, dovremmo vederne delle belle anche perché il pareggio potrebbe davvero non servire a nessuno. Italia a parte, che in quel caso (ma anche se vincessero gli inglesi) si ritroverebbe in mano il match point per gli ottavi di finale con un turno d’anticipo.