Chi si aspettava un Brasile più bello e spettacolare rispetto all’esordio con la Croazia è rimasto deluso e non poco, la Seleçao non impressiona nemmeno stavolta e contro il Messico non va oltre lo 0-0, fermata dall’organizzazione dei centroamericani e dalle parate del loro portiere Ochoa, svincolato dall’Ajaccio e attualmente senza squadra. I tifosi verdeoro speravano in un inizio di torneo più trascinante dei propri beniamini, i quali finora non riescono ad esprimere sul campo tutto il loro potenziale, un po’ troppo compassati e bloccati dalle enormi aspettative intorno a loro. Se Neymar e compagni (a proposito, un Diego Costa davanti poteva fare veramente comodo) vogliono davvero arrivare fino in fondo e alzare la Coppa, da qui in avanti devono fare molto di più, ma intanto per il primo posto del girone la situazione è assolutamente sotto controllo, avendo una migliore differenza reti del Messico e dovendo affrontare nell’ultimo incontro il Camerun, con ogni probabilità a quel punto già fuori dai giochi.
Chi invece inizia a cullare sogni di passaggio del turno è il Messico, una squadra normale, con alcune buone individualità, ma che grazie a questo punto conquistato (sommato alla vittoria all’esordio sul Camerun), potrà affrontare nello spareggio dell’ultimo turno la Croazia avendo due risultati su tre a disposizione. Condizione che si verrebbe a creare se i croati dovessero battere il Camerun nell’ultima partita in programma oggi, quella di mezzanotte. Croazia che al momento si trova in una situazione un po’ scomoda rispetto ai pronostici della vigilia, che la vedevano favoritissima per il secondo posto, obbligata a vincere le prossime due gare per passare. Grande fiducia comunque nei biancorossi per la sfida di stasera, visto il talento di cui possono disporre, soprattutto a centrocampo ( e visto solo in parte contro il Brasile), e il ritorno dalla squalifica di Mandzukic, la punta del Bayern Monaco e principale finalizzatore del loro gioco.
Mentre dall’altra parte mancherà ancora Samuel Eto’o, unica stella (ormai un po’ offuscata) di una nazionale attualmente modesta, ma che, come tutte le africane, non bisogna mai sottovalutare, soprattutto sotto l’aspetto fisico e della corsa. Intanto nella giornata di ieri si sono giocate anche le due gare del gruppo H, l’ultimo che mancava per completare la prima tornata.Nel primo match c’era l’esordio di una delle nazionali attese con più entusiasmo e curiosità, il Belgio di questa nuova generazione di fenomeni, dato da tutti come una delle più credibili outsider e giunto in Brasile con l’obiettivo/speranza di eguagliare il quarto posto del 1986.
L’Algeria come primo ostacolo alla vigilia non sembrava poter essere dei più complicati da superare, e invece fino al 70’ ha fatto venire brutti pensieri ai baby talenti di Wilmots, che solo nel finale sono riusciti a portare a casa una vittoria fondamentale per il proseguo del girone. Finisce 2-1, dopo un pessimo primo tempo di Hazard e soci, puniti da un rigore di Feghouli, centrocampista del Valencia e il giocatore di maggior qualità dei suoi, e la rimonta negli ultimi venti minuti di gioco, grazie ai due subentrati (e questo fa capire la varietà di soluzioni della rosa belga) Fellaini, con una sua tipica capocciata vista più volte con la maglia dell’ Everton, meno con l’attuale maglia del Manchester United, e il “napoletano” Mertens, decisivo come pochi (e sotto al Vesuvio lo sanno bene), il prototipo del giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero.
Esordio quindi non certo brillante e convincente appieno per nazionale belga, il loro gioco bello, dinamico e offensivo mostrato nei due anni di qualificazioni si è visto a fatica, le stelle Hazard e Lukaku hanno steccato, ma con questi tre punti il primo posto del girone dovrebbe essere nelle loro mani (come era lecito attendersi) e da qui in avanti la squadra di Wilmots non può far altro che migliorare e provare a mettere paura alle altre formazioni più blasonate. D’altronde questo è un gruppo sì giovane (e dall’Under 21 continuano ad uscire nuovi prospetti interessanti, come il fratellino di Hazard), ma già esperto e abituato a vivere gare di un certo livello, visto che la metà dei convocati gioca in Premier League (i vari Kompany, Vermaelen, Vertonghen, Dembele, Chadli, Mirallas, la stellina diciannovenne dei Red Devils Januzaj, che poteva scegliere anche la nazionale inglese, e gli stessi Hazard e Lukaku) e i restanti militano nei club più importanti dei maggiori campionati europei, come Witsel (Zenit), De Bruyne, passato a gennaio per 22 milioni dal Chelsea al Wolfsburg o Origi, il giovanissimo attaccante del Lilla chiamato a sostituire l’infortunato Benteke.
Esaurito il capitolo Belgio, vanno spese due parole sull’Algeria, alla sua seconda partecipazione consecutiva alla fase finale della Coppa del Mondo dopo anni di assenza, e che non ha per niente sfigurato davanti ad un avversario con maggiore talento. Quella nordafricana è una nazionale composta per la maggior parte da nativi della Francia, il livello non è certamente eccelso ma può contare, su elementi validi come, oltre al già citato Feghouli, Bentaleb del Tottenham e Ghilas del Porto, oltre agli “italiani” Taider, Ghoulam, Mesbah e Yebda (mentre Belfodil ha pagato la cattiva stagione tra Inter e Livorno). I limiti ci sono tutti, ma dopo questa prima gara pensare di insidiare la Russia e la Corea del Sud per un posto agli ottavi non è un’utopia. Russia e Corea del Sud che si sono affrontate nella notte italiana, è venuto fuori un pareggio per 1-1, con il solito bomber Kherzakov che, tre minuti dopo essere entrato in campo, ha salvato a un quarto d’ora dalla fine Capello dalla sconfitta, dopo il vantaggio coreano arrivato a metà ripresa su clamorosa papera del portiere Akinfejev.
Partita non certo memorabile, ma che ha detto che la squadra asiatica, pur non essendo quella del 2002 del Mondiale in casa, rimane sempre un avversaria imprevedibile, dinamica e con un buon possesso palla, mentre la Russia ha confermato il suo valore non eccelso, nonostante sia arrivata in Brasile dopo aver dominato il suo girone di qualificazione. La squadra di Capello, che ha severamente vietato qualsiasi uso di Twitter, ha come obiettivo principale presentarsi al meglio fra quattro anni nell’edizione di casa, intanto rimane ancora la favorita a passare insieme al Belgio, ma il gioco dovrà migliorare e di molto. Capello per questi Mondiali ha convocato solo giocatori del campionato russo, pescando dalle formazioni più importanti, in particolare Zenit, Cska e Dynamo Mosca, questo certamente facilità la conoscenza e l’unione del gruppo, ma denota anche la mancanza di veri talenti a disposizione.
Oggi la prima gara in programma alle 18 vedrà di scena l’Olanda contro l’Australia, in quella che dovrebbe essere una passerella per Robben e compagni, gasati dalla roboante vittoria sulla Spagna e decisi a mettere le mani sul primo posto nel girone B, ma stasera tutta l’attenzione sarà concentrata proprio sulle Furie Rosse, impegnate al Maracanà di Rio de Janeiro contro il Cile, che all’esordio ha superato gli australiani 3-1. Dopo il clamoroso ko per 5-1 con l’Olanda, gli spagnoli non possono più distrarsi o diventerebbero la prima grande sorpresa negativa di questi Mondiali. In questi giorni su Del Bosque e il suo gruppo sono piovute critiche da ogni parte, forse anche eccessive visto che quello di cinque giorni fa potrebbe essere stato solamente uno scivolone, anche se di quelli pesanti, e la Spagna vista la sua sterminata rosa di campioni resta ancora se non la favorita numero uno, tra le quattro più serie candidate ad arrivare fino in fondo.
Quello che però sembra essere emerso con evidenza, è che la solita formazione titolare sembra essere un po’ stanca, usurata, con meno lampi rispetto a qualche anno fa, e vista l’abbondanza degli elementi a disposizione la soluzione più giusta potrebbe essere azzardare qualche cambio importante, mettendo dentro gente più vivace, con più gamba, come Cazorla, Koke o Mata. Che poi, pensando un attimo a quelli lasciati a casa, siamo sicuri che il Borja Valero di Firenze non sia più utile dell’insostituibile Busquets o il super Callejon di Napoli non poteva proprio trovare un posticino in questa spedizione? Tornando alla partita di questa sera, difficile che la Spagna stecchi di nuovo, ma anzi ci si attende una grande prestazione da parte degli iberici, mentre dall’altra parte il Cile si affida come sempre al fiuto del gol di Alexis Sanchez e spera che in mezzo al campo Vidal abbia recuperato ulteriormente la sua condizione fisica dopo l’infortunio. I sudamericani sono una bella squadra, niente di straordinario, ma che può mettere in difficoltà chiunque, anche se stasera l’impegno sembra essere proibitivo, d’altro canto per Diego Costa e compagni quale occasione migliore per zittire tutti gli scettici spuntati fuori in questi ultimi giorni?