La prima finale andrà in scena martedì prossimo. In quel di Belo Horizonte andrà in scena uno spettacolare Brasile-Germania e poco importa che si tratterà “soltanto” di una semifinale. Nessuno infatti si sarebbe stupito se le due squadre, tabellone permettendo, avessero rimandato l’appuntamento di qualche giorno al Maracana per giocarsi la Coppa del Mondo. Ad ogni modo le big hanno fatto il loro dovere, eliminando rispettivamente la sorpresa Colombia e l’ostica Francia, pur senza evitarsi qualche sofferenza di troppo. In ordine di tempo sono stati i tedeschi i primi a qualificarsi, regolando la squadra di Deschamps con un tirato 1-0, frutto di una zuccata di Hummels al 13’ del primo tempo. Partita senza troppi fronzoli quella della Germania, molto più attenta alla gestione del risultato rispetto a quanto non facessero pensare le scelte di Loew. Che stupiva tutti lasciando fuori dall’undici titolare Schurrle (decisivo contro l’Algeria) e Goetze in virtù di Klose e Khedira. Tridente pesante dunque, con l’attaccante della Lazio assieme a Muller e Ozil ma con un centrocampo decisamente più equilibrato, reso ancor più logico dall’arretramento di Lahm nel suo ruolo naturale di terzino destro. Nessuna pretattica invece per Deschamps, che come da previsioni dava fiducia al giovane Griezmann, decisivo nell’ottavo contro la Nigeria, al posto dell’abulico Giroud. L’equilibrio veniva però subito spezzato da Hummels, che prima del quarto d’ora portava in vantaggio i suoi con uno splendido colpo di testa che batteva Lloris. A quel punto il pallino del gioco passava in mano ai francesi, che non riuscivano però a concretizzare alcune importanti occasioni. E così i tedeschi, dopo aver scampato i pericoli Valbuena e Benzema, rischiavano addirittura di raddoppiare in contropiede con Schurrle, subentrato nella ripresa all’impalpabile Klose. L’ultima occasione era però blue, ma Neuer sventava la conclusione di Benzema blindando così la semifinale col Brasile. Che, qualche ora dopo, disinnescava il pericolo Colombia con una bella vittoria, seppur con qualche patema di troppo.
Questa volta però nessuna crisi di panico, perché la Seleçao, supportata in settimana da una psicologa, entrava in campo col piglio giusto, il migliore visto fin qui. Neanche 7 minuti e i padroni di casa erano già in vantaggio grazie alla zampata di Thiago Silva, bravo a smarcarsi da Sanchez e a insaccare col ginocchio il pallone dell’1-0. La Colombia, schierata da Pekerman con un 4-2-3-1 piuttosto offensivo, si rendeva pericolosa solo a sprazzi mentre la Seleçao giocava bene e creava occasioni in serie. I discorsi sembravano chiudersi al 69’, quando David Luiz spediva sotto l’incrocio una punizione che sfidava le leggi della fisica. Tutto troppo facile e infatti il Brasile si complicava la vita. Prima con la sciocca ammonizione di Thiago Silva (diffidato, salterà la semifinale), poi con il rigore concesso ai Cafeteros per il (netto) fallo di Julio Cesar su Bacca. James Rodriguez segnava il gol del 2-1 regalando così ai suoi 10 minuti di passione ma gli uomini di Scolari resistevano, portando così a casa l’agognata (e obbligata) qualificazione. Le favorite del venerdì ce l’hanno fatta, ora vedremo se anche quelle del sabato faranno lo stesso. Si comincia a Brasilia (ore 18), dove l’Argentina di Messi sfiderà il Belgio di Hazard. Bella partita, nella quale l’Albiceleste parte con i favori del pronostico ma dove anche gli uomini di Wilmots possono dire la loro. “Fin qui non abbiamo giocato come avremmo potuto – ha ammesso Sabella in conferenza stampa. – Dovremo stare attenti al Belgio, hanno una generazione d’oro”. “Possiamo scrivere la storia, i ragazzi lo sanno – gli ha fatto eco il ct rivale. – Hanno Messi, è vero, ma anche dei punti deboli…”.
Decisamente meno equlibrato, almeno sulla carta, il quarto di Salvador tra Olanda e Costa Rica (ore 22). I Ticos hanno sorpreso tutti, ma ora avranno di fronte l’ostacolo Orange, forse troppo alto anche per il loro indomabile spirito. “Sarebbe un errore sottovalutarli – ha ammonito Van Gaal. – I miei giocatori sono ambiziosi, sanno che questo è un momento topico per il raggiungimento del nostro obiettivo, che è quello di vincere il mondiale”. Atteggiamento spavaldo, proprio come quello di Luis Pinto, ct della Costa Rica. “Invito la Fifa a seguire con attenzione l’arbitraggio (toccherà all’uzbeko Irmatov, n.d.r.), in precedenza ho notato errori importanti e questo mi preoccupa – il suo attacco. – Robben? Ama il ‘piscinazo’”. Inutile tradurre, il sostantivo usato dal condottiero dei Ticos si spiega da solo. Ma la domanda sorge spontanea: ha senso provocare un fenomeno come l’olandese prima della partita più importante della storia della Costa Rica?