Nuova decisione della Cassazione che non rende la vita facile a Silvio Berlusconi. La III sezione civile della Corte di cassazione ha respinto infatti oggi il ricorso della Fininvest contro la Cir di Carlo De Benedetti per il risarcimento del cosiddetto “Lodo Mondadori”. Per i giudici, il risarcimento riconosciuto alla Cir rimane in sostanza confermato anche se con un ritocco al ribasso (pari a circa 23 milioni di euro) sulla cifra liquidata dai giudici e pari a 564,2 milioni di euro.
Il Lodo Mondadori agli inizi degli anni ’90 pose fine allo scontro giudiziario-finanziario tra due imprenditori per il possesso della Arnoldo Mondadori Editore.
La Suprema Corte, nella sentenza di oltre 180 pagine appena depositata e relativa all’udienza svoltasi lo scorso 26 giugno ha accolto, e parzialmente, solo uno dei 15 motivi della difesa Fininvest, il tredicesimo, relativo al reclamo per l’eccessiva valutazione delle azioni del gruppo L’Espresso. Sul punto i supremi giudici hanno “cassato senza rinvio il capo della sentenza di appello contenente la liquidazione del danno in via equitativa, come stimata nella misura del 15% del danno patrimoniale già liquidato”.
Nel luglio 2011 la Corte d’appello di Milano aveva confermato il risarcimento dovuto dalla holding che fa riferimento a Silvio Berlusconi, ma riducendolo di peso, da 750 a 564,2 milioni di euro. La cifra di 750 milioni era stata stabilita in primo grado dal giudice Raimondo Mesiano, con la motivazione che la Cir aveva subìto un danno patrimoniale da perdita di chance. In Cassazione, con il via libera alla proposta del procuratore generale Pasquale Fimiani, la quota scende a poco più di 542 milioni di euro.
La notizia ha fatto volare in Borsa il titolo della holding di De Benedetti che, verso le 15.40, registra un rialzo di quasi il 5% a quota 1,2 euro.
La galassia finanziaria di Silvio Berlusconi reagisce male alla sconfitta in Cassazione. Mondadori Editore perde lo 0,85%, Mediolanum lo 0,18% e Mediaset lo 0,53%.
“Prendo atto con soddisfazione – ha commentato Carlo De Benedetti – che dopo più di vent’anni viene definitivamente acclarata la gravità dello scippo che la Cir, attraverso la mia persona, subì a seguito della accertata corruzione di un giudice da parte della Fininvest di Berlusconi, il quale, a quel tempo, era ancora ben lontano dall’impegnarsi in politica. La spartizione del Gruppo Mondadori-Espresso avvenne a condizioni per me molto sfavorevoli per un grave motivo che all’epoca nessuno conosceva. Ci sono voluti otto gradi di giudizio, cinque penali e tre civili, per arrivare a questa inappellabile decisione”.
Quanto alla cifra “è importante – ha continuato De Benedetti –, ma occorre tener conto che essa è composta per meno di un terzo dal danno riconosciuto e per più dei due terzi dal semplice meccanismo di interessi e inflazione dovuto ai vent’anni trascorsi. Questo percorso l’ho compiuto in solitaria e desidero ringraziare gli avvocati e i consulenti che a suo tempo ho scelto per la collaborazione che mi hanno sempre fornito. Questa cifra è destinata alla Cir e non a me, neanche indirettamente, avendo recentemente donato ai miei tre figli il controllo del Gruppo. A me rimane una grande amarezza: mi è stato impedito, attraverso la corruzione, di sviluppare quel grande gruppo editoriale che avevo progettato e realizzato. Avrò modo di ritornare sull’argomento”.