Lo sbarco a Piazza Affari rende i piumini ancora più caldi. La quotazione in Borsa di Moncler, che avverrà tra l’ultima settimana di ottobre e la prima di novembre, ha avuto come primo effetto quello di stringere le file: nessun azionista ha la minima intenzione di abbandonare la barca, che sembra veleggiare sempre più sicura nel mare magnum dell’industria della moda.
I nuovi patti parasociali stabiliscono che il flottante iniziale, legato all’Opa, sarà del 27%, ma la quota messa sul mercato è destinata ad arrivare fino al 32-33%, con l’esercizio della greeenshoe.
Il presidente Remo Ruffini continuerà a detenere il 32% delle azioni tramite la Ruffini Partecipazioni. Nella holding c’è anche la Tip del banchiere Gianni Tamburi. Gli altri investitori ridurranno la loro presenza, ma non usciranno dal capitale. I fondi Eurazeo (45%) e Carlyle (17,76%) dimezzeranno la loro fetta della torta. La Brand Partners 2 (che fa capo a Mittel, Progressio sgr e Isa) scenderà dal 5% all’1%. Le cifre sono fornite da Milano Finanza, che è riuscita a consultare lo shareholder agreement firmato dai soci giovedì 3 ottobre.
Moncler ha una valutazione pre ipo di 2,6-2,9 miliardi di euro, mentre l’entrerprise value assegnatole due anni fa (il momento dell’ingresso di Eurazeo) era di 1,2 miliardi.
Il board che gestirà il processo di ammissione al listino principale e i primi passi – o meglio anni – dell’azienda a Piazza Affari sarà composto da 11 membri: 6 saranno indicati dalla Ruffini Partecipazioni, gli altri 5 arriveranno dai fondi di privare equity. Remo Ruffini è stato confermato presidente, mentre nel consiglio sono entrati Virgine Sarah Sandrine Morgon, Viviane Akriche e Christian Gerard Blanckaert per Eurazeo, Marco De Benedetti per Carlyle e Sergio Bongiovanni, amministratore delegato con deleghe alla finanza della società di moda.
L’ipo sarà curata dagli advisor Lazard e Claudio Costamagna e dai collocatori Merril Lynch, Mediobanca, Goldman Sachs, JP Morgan, Banca Imi e Ubs.