A quasi 90 anni da quella conferenza del 1938 che aprì la strada al dilagare della Germania di Hitler in tutta Europa, Monaco torna crocevia dei nuovi equilibri di potere internazionale. Con segnali assai poco incoraggianti per il futuro.
La conferenza sulla sicurezza di Monaco ha visto ieri intorno allo stesso tavolo il numero due della Casa Bianca JD Vance, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Confronto a tratti molto ruvido con il vice di Trump che ha messo sotto accusa la Ue per la sua politica migratoria e la scarsa attenzione ai valori democratici, ha insistito sulla richiesta di aumentare la spesa per la difesa (fino al 5%) e ha imposto un percorso quasi obbligatorio per la pace in Ucraina che non prevede l’ingresso di Kiev nella Nato e semmai il ritorno di Mosca nel G8.
Vance incontra la leader dell’ultradestra tedesca filonazista di Afd
Vance è stato contestato soprattutto dai rappresentanti del Governo tedesco come il ministri della Difesa Pistorius soprattutto per l’incontro in serata con la leader dell’ultradestra tedesca filonazista di Afd, Alice Elisabeth Weidel.
Davanti alla postura muscolare di Vance la risposta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen si è mostrata timida (sulle spese della difesa accetterebbe il 3% con scorporo dal Patto di stabilità). Il presidente ucraino Zelensky è apparso spiazzato dall’iniziativa di Trump che ha avuto un colloquio telefonico con Putin.
Un drone ha colpito il reattore nucleare di Chernobyl. Radiazioni nella norma
Una conferenza che già non sembrava nata sotto le migliori stelle se è vero che alla vigilia, nella notte tra giovedì e venerdì, un drone ha colpito il “sarcofago” che protegge il reattore nucleare di Chernobyl distrutto nell’86. Secondo Zelensky non ci sono dubbi che il drone fosse russo nonostante una netta smentita del Cremlino. L’Aiea ha tuttavia rassicurato sostenendo che le radiazioni rientrano nella norma.
Nelle intenzioni americane Monaco avrebbe dovuto trasformarsi proprio dopo la telefonata di Trump a Putin in un primo vero tavolo per avviare il negoziato di pace sull’Ucraina alla presenza anche di una delegazione russa. Ma, a quanto parte, il Governo tedesco non avrebbe rilasciato per tempo i visti alla delegazione del ministero degli Esteri di Mosca facendo fallire il progetto Usa. Di qui il disappunto di Vance che avrebbe reagito alzando i toni e cancellando un incontro già programmato nella serata di venerdì con il cancelliere tedesco Scholz.
Zelensky disorientato
Un po’ disorientato per i giochi che si stanno muovendo alle sue spalle il presidente ucraino ha detto di volere molto la pace ma, ha aggiunto, “abbiamo bisogno di vere garanzie di sicurezza e continueremo i nostri incontri e il nostro lavoro”. Zelensky ha incontrato sia la presidente della Commissione, von der Leyen che il presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa prima di incontrare Vance. Zelensky si è detto disponibile e “molto felice” di vedere in futuro l’inviato degli Stati Uniti in Ucraina e Russia, il generale Keith Kellogg a Kiev “nel più breve tempo possibile”. Il presidente ucraino ha voluto però mettere sull’avviso anche gli europei sulle vere intenzioni di Mosca perché “la Russia si prepara a dislocare quest’anno in Bielorussia fino a 150.000 soldati, che potrebbero essere impiegati contro i Paesi della Nato”.
Vance: L’Europa si allontana dai sui valori fondamentali
Tutt’altra narrativa quella di Vance secondo il quale “la minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non è la Russia. Non è la Cina, non è nessun altro attore esterno. E ciò di cui mi preoccupo è la minaccia dall’interno: il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America”. Vance ha spiegato che “limitare le persone, ignorare le loro preoccupazioni, chiudere i media, chiudere le elezioni, non protegge nulla. È il modo più sicuro per distruggere la democrazia. Se ti candidi per paura dei tuoi elettori – ha aggiunto – non c’è nulla che l’America possa fare per te”. Il vice di Trump ha anche attaccato gli alti livelli di migrazione, toccando gli stessi temi che hanno animato il ritorno al potere di Trump negli Stati Uniti. Ha detto che stava pregando per le vittime dell‘attacco di giovedì a Monaco, quando un migrante afgano ha guidato un’auto contro la folla, ferendone 28.