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Modiano su Carige: “Per il salvataggio abbiamo fretta”

Imagoeconomica

Se le cose non si fanno di fretta, non si fanno“. Così il commissario di Banca Carige, Pietro Modiano, è intervenuto a Genova al convegno dal titolo “Infrastrutture digitali e logistica delle merci”, riferendosi al ritardo infrastrutturale di cui soffre in generale il sistema economico italiano, ma anche alla situazione dell’istituto di credito genovese, per il quale ha ricevuto – insieme a Fabio Innocenzi e Raffaele Lener – dalla Bce il compito di assicurarne il salvataggio attraverso la cessione.

Modiano, nel suo breve intervento nella tavola rotonda dedicata al tema della digitalizzazione del sistema portuale e della catena logistica, è dunque sembrato confermare le indiscrezioni secondo le quali l’accordo che vedrebbe l’acquisizione da parte del fondo Blackrock sarebbe in dirittura d’arrivo: “Abbiamo sei mesi di tempo, ma in realtà sono poche settimane – ha aggiunto il commissario straordinario – Abbiamo fretta, Carige ha già perso troppo tempo, può ancora recuperare ma abbiamo poco tempo”, ha insistito Modiano ricordando che la crisi della banca ligure “è iniziata già nel 2013: abbiamo perso molti anni e ora dobbiamo agire in fretta. Per questo abbiamo chiamato il piano di ristrutturazione quinquennale ‘Riprendiamoci il futuro’, perché bisogna guardare avanti ma anche recuperare il tempo che si è perso”.

Infatti, se è vero che il commissariamento è stato prorogato fino all’autunno, “le poche settimane” a cui si riferisce Modiano sono quelle del termine per presentare l’offerta vincolante per l’acquisto: inizialmente la data fissata dalla Bce era il 5 aprile, invece ci sarà tempo fino a metà maggio, ma non oltre. In quel momento, dunque, si conoscerà l’offerta del fondo statunitense, che è l’unico soggetto davvero in lizza (al netto delle ipotesi, per ora accantonate, di nazionalizzazione).

Uno dei temi caldi è quello dell’aumento di capitale, che Blackrock vorrebbe spingere a fare e che non dispiacerebbe affatto ai commissari e alla stessa Bce. L’assemblea però, dove ancora ha una forte maggioranza la famiglia Malacalza con quasi il 30%, ha già respinto a dicembre la proposta di ricapitalizzare per 400 milioni. Oggi invece si parla di un intervento ancora più robusto, da oltre 600 milioni. E sul tavolo ovviamente c’è la questione Npl. Blackrock vorrebbe rilevare una banca sana e rafforzata, ma Carige ha ancora in pancia 3,5 miliardi di crediti deteriorati, di cui solo 1,9 stanno per essere ceduti a Sga, società del Tesoro. Poi, entro l’anno, stando al piano industriale dovrebbero esserne dismessi altri 800 milioni, ma rimarrebbe ancora quasi un miliardo da smaltire, sempre che tutto proceda per il verso giusto.

Il manager ha anche ricordato il forte legame di Carige con Genova e la Liguria, tenendo a precisare che la sua missione non è solo quella di vendere ma di “mettere in condizione Carige di essere promotrice dello sviluppo del territorio e di avvantaggiarsene. È un rapporto reciproco: se il territorio non cresce, la banca non cresce e viceversa. Eppure, questa Regione è bloccata, anche a causa delle infrastrutture che mancano“. “La Liguria – ha aggiunto Modiano – è un’area particolare. Cito sempre due dati che sorprendono: il PIL della regione non cresce, è il peggiore d’Italia, eppure la ricchezza pro-capite è la più alta del Paese, superiore persino a quella della Lombardia, se si considerano anche gli immobili”.

Il commissario, interpellato dai giornalisti al termine dell’evento, si è poi rifiutato di dare ulteriori dettagli sullo stato della trattativa con Blackrock: “Non sono nelle condizioni di aggiungere altro”. Lo stesso ha detto, nei giorni scorsi, Andrea Viganò, executive chairman di Blackrock Italia: “Come fondi valutiamo centinaia di operazioni sul mercato, ma non siamo abituati a commentare le operazioni che stiamo valutando”.

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