Stop nella crescita dei punti vendita, aumenti di fatturato in rallentamento e crescente affermazione delle imprese di medie dimensioni: è questo, secondo Fashion and Luxury Insight, il rapporto annuale di SDA Bocconi e Altagamma che analizza i bilanci delle imprese internazionali quotate con fatturato superiore ai 200 milioni di euro, un universo in continua espansione e che è passato quest’anno a 87 unità, dalle 79 dell’anno precedente, il bilancio del mercato della moda e del lusso a livello internazionale.
In altre parole: le società quotate in Borsa rallentano ma non le medie imprese (fatturato compreso tra 1 e 5 miliardi), che dati alla mano sono quelle che ottengono i risultati migliori in termini di redditività degli investimenti, rotazione delle attività, investimenti e, soprattutto, tassi cumulati di crescita. “Prima di tutto sta rallentando fortemente la crescita del numero dei punti vendita”, afferma Paola Varacca Capello di SDA Bocconi. “L’aumento dell’1% delle aperture di negozi è il più basso dal 2006 e la crescita del fatturato, che si attesta al 5,9%, è quindi totalmente dovuto a recuperi di efficienza. Ventiquattro imprese su 87 hanno invece registrato una diminuzione delle vendite”.
Oltretutto, e anche questa è una prima volta, il segmento del top di gamma, pur mantenendo il primato nei parametri che misurano le performance operative, cresce meno del resto campione. Secondo Armando Branchini, Vice Presidente di Fondazione Altagamma, “aumentare la redditività, gestire la liquidità con grande disciplina e ridurre il costo del capitale, sono le politiche che le Imprese Altagamma di tutto il mondo stanno applicando, nel 2014, nel 2015 e anche, prevedibilmente, nel 2016”. Un ulteriore campanello d’allarme per il settore viene dai primi dati raccolti nel 2015, che confermano una crescita più lenta e margini in deterioramento.
Nel segmento dell’alta gamma patiscono non solo le imprese della moda ma anche quelle dei settori food, beverage e hospitality, che mostrano un frenata dopo anni di crescita continua, secondo quanto spiega il Food&Hospitality Insight, il rapporto annuale di SDA Bocconi e Altagamma che parallelamente a quello dedicato a moda e lusso analizza i bilanci 2014 del campione di società dei settori food&hospitality di alta gamma. La quarta edizione dello studio annuale analizza le performance di un campione selezionato di 37 società internazionali quotate con fatturato superiore ai 100 milioni di euro nel 2014, attive nelle seguenti industrie: Alimentari confezionati selezionati, Servizi alimentari, Bevande alcoliche e Ospitalità.
Il volume d’affari complessivo totale nel 2014 delle società analizzate ha fatto registrare un leggero calo, con un -0,5% rispetto all’anno precedente, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, ma con un numero cospicuo di aziende capaci comunque di crescere. La contrazione complessiva delle vendite ha impattato anche sulla redditività degli investimenti (ROI), scesa dall’11,8% del 2013 al 10,5% del 2014, in ragione di una minore marginalità operativa, con l’EBIT margin che è passato dal 19,5% al 18,1%, in linea con il 2013 e superiore agli anni precedenti.
La redditività degli investimenti (ROI) è stata anche influenzata dai significativi investimenti degli anni precedenti per operazioni di crescita e di allargamento del raggio geografico d’azione. È diminuita di oltre 3 punti percentuali anche la redditività del capitale proprio, dal 17,7% del 2013 al 14,5% del 2014. Di fronte a uno scenario meno positivo rispetto agli anni precedenti, le aziende del campione hanno incrementato gli investimenti sia per crescita organica che per operazioni straordinarie, segno tangibile tanto della fiducia sulla situazione economica e di mercato internazionale che dei processi di consolidamento in atto nei settori presi in esame.
“Le aziende che abbiamo monitorato hanno saputo rispondere alla contrazione del fatturato con interventi sull’efficienza operativa e finanziaria e hanno intensificato gli sforzi per la crescita futura”, dice Massimiliano Bruni della SDA Bocconi, co-autore del rapporto. “Non bisogna dimenticare che all’interno del campione un numero significativo di aziende ha saputo comunque conseguire risultati di tutto rispetto, a conferma che le strategie aziendali e le attività operative riescono ancora ad avere la meglio sugli andamenti di settore”.