Dieci anni dopo la grande retrospettiva dedicata allo stilista al Palais Galliera, Azzedine Alaïa (1935-2017) viene nuovamente messo in luce attraverso una mostra che presenta, per la prima volta, la sua eccezionale collezione di patrimonio da lui accumulato nel corso del tempo. Azzedine Alaïa è stato un grande stilista virtuoso del taglio. La sua competenza tecnica derivava dalla profonda ammirazione che aveva per i couturier del passato e da una lunga pratica acquisita con i suoi clienti che serviva abilmente. Alaïa era anche un notevole collezionista. Iniziò la sua collezione nel 1968, alla chiusura della casa Balenciaga, dalla quale recuperò pezzi preziosi. Affascinato dallo studio delle creazioni haute couture del maestro spagnolo, sviluppa successivamente una passione per la storia della propria disciplina. Alaïa ha riunito più di 20.000 pezzi che testimoniano l’arte dei suoi predecessori, dalla nascita dell’alta moda alla fine del XIX secolo fino ad alcuni dei suoi contemporanei.
È quindi il più grande collezionista di pezzi di alcuni dei couturier più prestigiosi: Worth, Jeanne Lanvin, Jean Patou, Cristóbal Balenciaga, Madame Grès, Paul Poiret, Gabrielle Chanel, Madeleine Vionnet, Elsa Schiaparelli e persino Christian Dior. La creazione contemporanea è rappresentata da pezzi di Jean Paul Gaultier, Comme des Garçons, Alexander McQueen, Thierry Mugler e Yohji Yamamoto.
In mostra 140 pezzi eccezionali
La mostra ripercorre la storia di questa preziosa collezione che Alaïa ha messo insieme nel più grande segreto e che non è mai stata rivelata durante la sua vita, né in Francia né all’estero. Per concludere il viaggio, i visitatori sono invitati a recarsi alla Salle Matisse, presso il Museo d’Arte Moderna situato di fronte al Palais Galliera, dove vengono presentati 3 costumi di scena disegnati da Henri Matisse per i Balletti Russi nel 1919 che illustrano il dialogo tra moda e arte tanto cara al designer.
“Da molti anni compro e ricevo abiti, cappotti, giacche che testimoniano la grande storia della moda. Questo è diventato per me un atteggiamento aziendale per preservarli, un marchio di solidarietà a chi, prima di me, ne ha avuto il piacere e l’esigenza dello scalpello. È un omaggio da parte mia a tutte le professioni e a tutte le idee che questi vestiti si manifestano. » – Azzedine Ala