L’Italia è tra i primi cinque Paesi al mondo con un surplus manifatturiero oltre i 100 miliardi di dollari. Siamo secondi dopo la Cina per quota di mercato nella moda e per surplus commerciale nel legno arredo. Siamo primi in Europa per la sostenibilità in agricoltura. La filiera della cultura in Italia produce 92 miliardi di euro, che arrivano a 255 con l’indotto. Nonostante alcune gravi criticità, siamo leader nell’economia circolare per il recupero dei rifiuti con 307 tonnellate di materia per milione di euro prodotto. L’Italia è il primo produttore al mondo di make-up con il 55% del mercato mondiale, il nostro Paese sarà il primo al mondo a vietare le microplastiche nei cosmetici da gennaio 2020 mentre dal primo gennaio 2019 sono vietati i cotton fioc con i bastoncini in plastica.
Questi e altri primati sono raccolti nel dossier “L’Italia in 10 selfie 2019”, realizzato dalla Fondazione Symbola, che descrive i punti di forza di un Paese troppo spesso svalutato che non pone in risalto le sue capacità ed eccellenze. Dieci esempi di come la via della sostenibilità ambientale possa rilanciare, in chiave green, sviluppo ed occupazione contribuendo allo stesso tempo a contrastare i mutamenti climatici e rendere più competitive le nostre imprese.
“L’Italia in 10 selfie 2019” è stato illustrato a Milano da Fondazione Symbola, Assocamerestero – l’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) e da Unioncamere. La presentazione si è svolta alla presenza dei Presidenti delle Camere di Commercio dei principali mercati esteri di interesse per l’Italia, con l’introduzione del Direttore Symbola, Domenico Sturabotti cui hanno fatto seguito gli interventi di Gian Domenico Auricchio, Presidente Assocamerestero, di Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola, di Giuseppe Tripoli, Segretario Generale Unioncamere e di Nicola Lener Direttore Centrale per l’internazionalizzazione del MAECI. Il dossier, patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sarà presentato attraverso la rete delle ambasciate italiane nel mondo e nelle Camere di commercio estere.
Per il Presidente di Symbola, Ermete Realacci: “L’Italia dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità, con le sfide che il futuro ci pone. Sfide che possono avere dal nostro Paese un contributo importante: fatto di un modo di produrre attento alla qualità, all’ambiente, alle relazioni umane. Un cammino verso la green economy e l’economia circolare che nel nostro Paese è già iniziato, e va a braccetto col modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, mercati globali e legami coi territori e le comunità, flessibilità produttiva e competitività.”
“Per il secondo anno consecutivo – afferma Gian Domenico Auricchio, Presidente di Assocamerestero – abbiamo raccolto l’invito di Symbola a presentare questo inedito e significativo quadro del nostro Paese, dopo il successo avuto negli appuntamenti organizzati dalle CCIE in varie piazze del mondo. Abbiamo riscontrato un grande interesse da parte delle business community locali, che spesso non immaginavano una tale ricchezza di eccellenze e di leadership nella nostra economia. Per questo continueremo anche nel 2019 a diffondere queste dieci istantanee sul nostro Paese attraverso la nostra rete camerale all’estero che è sicuramente un asset formidabile, non solo per fare business nel mondo, ma anche per consolidare tra gli imprenditori locali una immagine più attuale e aggiornata dell’Italia che produce”.
“Mantenere e far crescere i primati dell’Italia si può, puntando sull’innovazione e sulle nuove generazioni”, commenta il Segretario Generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “Come mostra una nostra recente ricerca, il 58% delle medie imprese industriali è già attivo sul fronte del digitale. Ma occorre migliorare, visto che quasi 1 imprenditore su 4 non ha ancora preso in considerazione il web come strategia di marketing. E occorre far spazio ai giovani under 30, che solo in 405mila, poco più del 4% del totale, ricoprono ruoli di responsabilità nelle imprese italiane”.
Ecco quali sono i 10 selfie, in sintesi:
1. L’ITALIA È UNO DEI CINQUE PAESI AL MONDO CHE HA UN SURPLUS MANIFATTURIERO SOPRA I 100 MLD DI DOLLARI.
Con un surplus commerciale manifatturiero con l’estero di 107 miliardi di dollari nel 2017, l’Italia conferma il proprio ruolo di punta nell’industria mondiale. Con 905 prodotti sui 5206 censiti nel commercio mondiale (Indice Fortis-Corradini 2016, ultimo anno disponibile), l’Italia è prima (228 prodotti), seconda (364) o terza (313) al mondo per saldo commerciale con l’estero.
2. CULTURA, BELLEZZA E CREATIVITÀ ALIMENTANO IL MADE IN ITALY E VALGONO IL 16,6% DEL PIL.
Alla filiera della cultura l’Italia deve 92 miliardi di euro, il 6,1% della ricchezza prodotta nel Paese nel 2017. Questi oltre 90 miliardi ne mettono in moto altri 163 nel resto dell’economia: 1,8 euro per ogni euro prodotto dalla cultura. Si arriva così a 255,5 mld prodotti dall’intera filiera culturale (il 16,6% del Pil), col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano. Cultura e creatività danno inoltre lavoro al 6,1% del totale degli occupati in Italia, 1,5 mln di persone. L’Italia si conferma la meta dell’eurozona preferita dai turisti extraeuropei.
3. LA GREEN ECONOMY DÀ FORZA ALLE IMPRESE ITALIANE
Sono 345.000 le imprese italiane (il 24,9% dell’imprenditoria extra-agricola, nella manifattura addirittura il 30,7%) che negli ultimi 5 anni hanno scommesso sulla green economy. Solo quest’anno circa 207 mila aziende hanno investito sulla sostenibilità e l’efficienza. Con vantaggi competitivi in termini di export (il 34% delle imprese manifatturiere eco-investitrici esporta stabilmente, contro il 27% delle altre) e di innovazione (il 79% ha sviluppato attività di innovazione, contro il 43%). La green economy fa bene anche all’occupazione. Alla nostra green economy si devono già 2 milioni 999 mila green jobs, ossia occupati che applicano competenze ‘verdi’: il 13% dell’occupazione complessiva nazionale. Nel 2018 c’è stata una domanda di green jobs pari a 473.600 contratti attivati, il 10,4% del totale delle figure professionali richieste.
4. ITALIA SUPERPOTENZA NELL’ECONOMIA CIRCOLARE.
Con 307 tonnellate di materia prima per ogni milione di euro prodotto siamo secondi tra i grandi Paesi Ue per uso efficiente di materia, dietro la Gran Bretagna (236 t, economia trainata però dalla finanza) ma davanti a Francia (326), Spagna (360) e Germania (408). L’Italia è leader europeo per dematerializzazione dell’economia: per ogni kg di risorsa consumata genera 4 euro di Pil, contro una media Ue di 2,24 euro e un dato della Germania di 2,3 euro. L’Italia con il 76,9% è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, più del doppio della media Ue (36%) e meglio di Francia (53,6%), Regno Unito (43,6%), Germania (42,7%) e Spagna (36,1%).
5. L’INDUSTRIA ITALIANA DEL LEGNO ARREDO È SECONDA AL MONDO PER SURPLUS COMMERCIALE.
Con quasi 10 miliardi di dollari di surplus l’industria italiana del legno arredo è seconda nella graduatoria internazionale per saldo della bilancia commerciale, preceduta solamente dalla Cina (85,3 miliardi) ma davanti ai competitor polacchi (9,7 miliardi), messicani (6,8 miliardi), vietnamiti (5,2 miliardi, ultimo dato disponibile 2016) e tedeschi (-3,5 miliardi). L’Italia è la prima nazione esportatrice europea del settore (con il 30% del totale esportato dall’Ue), grazie anche alle scelte ambientali delle imprese.
6. MODA: SECONDI AL MONDO PER QUOTE DI MERCATO.
Nell’industria della moda l’Italia ha reagito meglio degli altri Paesi Europei alla crisi degli anni recenti, rafforzando la sua posizione di leadership internazionale. Siamo infatti il secondo paese al mondo per quote di mercato (6,5% complessivamente e il 10% nelle calzature, l’11% nella pelle, il 12% negli accessori), dopo la Cina (40,4%) e davanti a Germania (5,4%), India (4,7%), Hong Kong (3,9%). L’Italia, inoltre, produce oggi oltre 1/3 di tutto il valore aggiunto del settore della moda nell’Ue 28, il triplo della Germania, 4 volte quello di Francia e Spagna.
7. PRIMI IN UE PER PRODUZIONE FARMACEUTICA.
L’Italia è il primo Paese produttore di farmaci dell’Unione europea. Con 31,2 miliardi di euro di valore della produzione superiamo la Germania e tutti gli altri grandi Paesi Ue. Questo grazie all’aumento dell’export: l’Italia, negli ultimi 10 anni, ha registrato la crescita maggiore (+107% cumulato) tra i big Ue (+74% la crescita media). Anche per le imprese del farmaco qualità e sostenibilità ambientale sono importanti fattori di competitività.
8. ITALIA PRIMO ESPORTATORE EUROPEO DI BICICLETTE.
L’Italia è il primo esportatore europeo di biciclette: ne vendiamo all’estero 1.758.768 (2017), più di Portogallo (1.730.457), Olanda (1.621.774), Germania (921.641), Romania (680.351). Queste bici valgono il 15,2% del totale dell’export europeo, e sono 244.424 in più dell’anno precedente. Se si considera l’intera filiera (quindi anche componenti e riparazioni), quella della bicicletta conta 3.098 imprese e 7.741 addetti. Un contributo importante alla prospettiva di una mobilità sostenibile.
9. PRIMI AL MONDO NELLA PRODUZIONE DI MAKE UP E PRIMI AD ELIMINARE LE MICROPLASTICHE DAI COSMETICI.
L’Italia è il primo produttore mondiale di make up, con quasi il 55% del mercato mondiale prodotto da imprese italiane. Di gran lunga davanti ai competitor Corea, Germania, Francia e Brasile. Nel mercato europeo i cosmetici realizzati in Italia valgono il 67% del mercato. Nel 2018 l’export italiano è cresciuto dell’8%, e il surplus commerciale vale 2,6 mld di euro. Siamo primi anche nelle sfide ambientali: elimineremo le microplastiche dai cosmetici dal primo gennaio 2020. Già dal primo gennaio 2019 l’Italia è il primo Paese al mondo a vietare i cotton fioc in plastica non biodegradabile.
10. L’ITALIA È IL PAESE PIÙ SOSTENIBILE IN AGRICOLTURA.
Con 569 tonnellate per ogni milione di euro prodotto l’agricoltura italiana emette il 46% di gas serra in meno della media Ue 28, e fa decisamente meglio di Spagna (+25% rispetto al nostro Paese), Francia (+91%), Germania (+118%) e Regno Unito (+161%). L’Italia ha il minor numero di prodotti agroalimentari con residui di pesticidi (0,48%), inferiore di sette volte rispetto ai prodotti francesi e di quasi 4 volte di quelli spagnoli e tedeschi. Con 64.210 produttori biologici il nostro Paese è campione del settore, seguito da Spagna (36.207) e Francia (32.264).