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Moda: borse, occhiali e scarpe campioni del made in Italy

Il primo rapporto di Confindustria Moda conferma lo stato di salute del settore che raccoglie ormai un fatturato annuo di quasi 100 miliardi e occupa mezzo milione di addetti – Le retribuzioni, però, sono inferiori alla media nazionale – L’Italia è il secondo esportatore al mondo di tessile, moda e accessori, dietro solo alla Cina: ecco tutti i numeri

Moda: borse, occhiali e scarpe campioni del made in Italy

La moda italiana scoppia di salute, anche se non è tutto oro quel che luccica. A gettare un’ombra sul brillante rapporto preconsuntivo del comparto tessile, moda e accessori (comprensivo anche di calzature, concia, occhialeria, pelletteria, oreficeria-gioielleria) nel 2018 presentato a Milano da Confindustria Moda, c’è il dato – in questo caso relativo al 2017 – diffuso da Badenoch & Clark secondo il quale le retribuzioni nei settori della moda, tessile, abbigliamento e accessori si posizionano sotto la media nazionale, con una retribuzione annua lorda media compresa fra i 27 e i 28mila euro lordi annui, rispetto alla media Italia di 29.380 euro. Una macchia per un settore che ancora lo scorso anno è stato tra i campionissimi del made in Italy, con un fatturato (dati Confindustria Moda su fonti Istat) ormai vicino ai 96 miliardi, un export ulteriormente cresciuto a 63,4 miliardi, con un saldo commerciale che supera i 28 miliardi e rappresenta quasi un terzo del surplus dell’intera manifattura italiana.

NUMERI DA RECORD

Ad illustrare i record del settore TMA (tessile, moda, accessori) è stato Claudio Marenzi, Presidente di Confindustria Moda e di Pitti Immagine: “Il nostro è ormai il quarto settore industriale italiano per valore aggiunto creato, con 24,2 miliardi di euro, dietro solo alla metallurgia, ai macchinari e al Food&Beverage”. E davanti ad altri settori strategici come i mobili, i mezzi di trasporto, i prodotti chimici, la farmaceutica. Per quanto riguarda il numero di addetti il TMA risulta essere in seconda posizione, con circa mezzo milione di occupati (di cui il 41% in Lombardia e Toscana) in circa 66mila aziende (una su cinque in Toscana). Ma è soprattutto a livello internazionale che l’universo allargato della moda made in Italy fa la differenza: siamo al primo posto in Europa sia per valore aggiunto che per numero di occupati. Sono un paio dati che saltano all’occhio: l’Italia produce oltre un terzo del valore aggiunto europeo, poco meno di Francia, Regno Unito, Germania e Spagna messi insieme. E, considerando solo il settore della concia, il 54% degli occupati dell’intero continente lavora in Italia.

EXPORT

Numeri che testimoniano una vera e propria supremazia, che si conferma anche a livello globale: con i suoi oltre 60 miliardi di euro di prodotti esportati (per la precisione 61,7 nel 2017 e 63,4 previsti nel 2018), l’Italia è il secondo esportatore di TMA nel mondo, dietro solo alla Cina. La Cina che peraltro si conferma un partner commerciale con il quale abbiamo un saldo negativo, anche se nel 2018 le nostre esportazioni a Pechino e dintorni hanno superato i 2 miliardi (+13,6% dal 2017), posizionando il gigante asiatico all’ottavo posto tra le migliori destinazioni commerciali (con una quota del 4%) e allo stesso tempo le importazioni verso l’Italia sono diminuite del 2,3%, anche se la Cina resta il primo Paese dal quale importiamo, con una quota di poco inferiore al 20% sul totale. Il principale destinatario dei prodotti italiani rimane la Francia, che nei primi 10 mesi del 2018 ha già importato per 5,6 miliardi, davanti a Svizzera e Usa. In proporzione rispetto all’intero export manifatturiero italiano, il primo Paese è però il Giappone: ogni 4 prodotti italiani importati, uno è del settore TMA (un po’ più di uno in realtà, il 26,9%). Stessa percentuale più o meno per gli Emirati Arabi Uniti, mentre la Germania nel 90% dei casi preferisce importare altre tipologie di beni.

I CAMPIONISSIMI

Venendo invece ai campioni dei campioni, la ricerca di Confindustria Moda (“La prima che effettuiamo da quando siamo stati istituiti”, ha tenuto a ricordare il presidente Marenzi) ha elencato i 10 prodotti del made in Italy che sono al primo posto mondiale – nella rispettiva categoria – in quanto a saldo commerciale. Al primo posto ci sono le borsette (anche a tracolla) in pelle, che esportiamo per 3 miliardi in più rispetto a quanto importiamo; completano il podio gli occhiali da sole (2,2 miliardi) e le calzature in pelle con suola in cuoio naturale (2,1 miliardi). In classifica, con un saldo però inferiore al miliardo di euro, compaiono anche i portafogli e borsellini in pelle, i tessuti pettinati in lana, le cinture in pelle naturale e, più in là (al secondo o terzo posto mondiale per saldo), anche prodotti di consumo più ampio come le tute sportive per donna o ragazza, le montature in plastica per occhiali, i collant, i maglioni in cashmere, i cappotti in fibra sintetica.

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