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Mobili made in Italy: cala l’export, soprattutto nel Nord Europa ma Snaidero tranquillizza: “Il clima è positivo, nessun allarme”

Secondo il presidente della Confederazione Europea Industrie del Mobile, Edi Snaidero, le previsioni indicano un rimbalzo nei prossimi mesi, sulla scia del +28% visto al Salone del mobile. “Non sono gli incentivi che ci servono, ma sostenibilità e internazionalizzazione”

Mobili made in Italy: cala l’export, soprattutto nel Nord Europa ma Snaidero tranquillizza: “Il clima è positivo, nessun allarme”

Dopo l’euforia della Design Week di Milano, dove l’arrivo degli operatori aveva registrato numeri straordinari, sono arrivati i deludenti consuntivi per le esportazioni di mobili che, dopo anni di continue impennate, hanno registrato pesanti arretramenti.

I dati Istat sul Commercio Estero hanno infatti segnato a marzo su marzo 2023 un -13,8 per cento a causa del crollo delle vendite in Francia (-4 per cento, il nostro primo mercato), in Germania (-8,1 per cento) e dell’Inghilterra (-10 per cento) anche se la forte crescita del mercato nordamericano (+24,4 per cento) sta compensando i cali europei. Quanto alla produzione il primo trimestre si è chiuso con un -4.9 per cento per l’arredo e un -3,3 per cento per la filiera del legno.

Snaidero: ma il clima è positivo, nessun allarme

“Nonostante questi primi dati, le attese sono positive” dichiara a Firstonline Edi Snaidero, Presidente della Confederazione Europea Industrie del Mobile-EFIC e rappresentante del settore cucine in Federlegno Arredo, “e le previsioni indicano un rimbalzo che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. Questa positiva reazione si spiega con quel +28% degli arrivi degli operatori al Salone del Mobile e soprattutto con la fortissima presenza di quelli stranieri che nei primi giorni costituivano addirittura l’80 per cento”.

In Europa è andata peggio: -20%.

Se il Made in Italy dell’arredo e del legno accusa una battuta d’arresto, dopo due anni di grandi e irripetibili crescite, ci si domanda come è andata nel resto dell’Europa. “E’ andata peggio” dice ancora Snaidero. “In Francia, in Germania e in Nord Europa l’arretramento è di circa il 20 per cento un tutta Europa e una ripresa delle vendite potrà trarre beneficio solo da un calo dei tassi d’interesse che potrebbe influenzare l’andamento dell’edilizia e in particolare delle ristrutturazioni”.

Gli incentivi non sono utili, meglio puntare alla sostenibilità e all’internazionalizzazione

In una recente intervista a Firstonline Snaidero aveva manifestato contrarietà a un eventuale programma di incentivi di grande portata. “Rimaniamo della stessa opinione perché, come si è visto in altri settori, una volta terminato il periodo delle agevolazioni, il mercato accusa cali molto consistenti. Siamo invece del parere che la crescita dell’intero nostro settore deve essere legata alla sostenibilità e all’internazionalizzazione”. E però, nella recente campagna elettorale europea il tema della transizione ecologica e della decarbonizzazione è andato in secondo piano, anzi, gli stessi vertici europei non ne hanno volutamente più parlato. Uno dei valori vincenti riconosciuti al design italiano è proprio quello di una condivisa scelta per l’ecosostenibilità; ma a fronte delle difficoltà di un mercato molto competitivo cosa succederà?

La sostenibilità italiana: un modello per l’Europa

Abbiamo chiesto a Snaidero se c’è qualche ripensamento nel percorso vincente della transizione circolare nel settore dell’arredo italiano. “Nessun cambiamento e anzi il nostro modello di verifica di questo percorso è stato adottato in sede europea” dice Snaidero, “e dal 3 aprile è infatti attiva la prima survey a livello europeo. Ma, tenendo conto che le aziende del nostro comparto sono prevalentemente piccole e medie, deve essere loro dato il tempo necessario e le risorse per adeguare ai cambiamenti già intrapresi non solo i processi produttivi, ma anche i prodotti. Questo significa che molto dipende dalle modalità con le quali da Bruxelles imporrà le sue decisioni”. Questo dell’ecosostenibilità è infatti un percorso difficile per l’industria europea poiché lavora in condizioni di difficile competitività, confrontandosi con le produzioni di altre paesi che non hanno le nostre regole…” Snaidero non pronuncia la parole “dumping” ma è chiaro che, come più volte Bruxelles ha lamentato, operano in Europa competitor le cui fabbriche si avvantaggiano di condizioni socio-economiche più favorevoli, e pesantemente sovvenzionati dai governi.

Meno concorrenza per i mobili per cucina

C’è comunque un segmento dell’arredo, quello dei mobili per cucina, che è poco o per niente colpito da questa concorrenza sleale. Una cucina è infatti un sistema complesso, costituito da un insieme di mobili, tecnologie e servizi che è difficile portare in Europa da altre aree innanzitutto per obiettive difficoltà logistiche. Ma il pericolo o le sfide vengono nel settore degli elettrodomestici e proprio nelle fasce di gamma alta del builtin dove la produzione europea riusciva a mantenere posizioni forti.

I produttori coreani stanno diventando particolarmente aggressivi e l’ultimo esempio è arrivato dalla presentazione che Lyu Jae-cheol, presidente della divisione LG Electronics Home Appliance & Air Solution, ha fatto in un incontro con i giornalisti della strategia LG per la conquista del mercato europeo dell’incasso, sia nella fascia Premium che in quella media. “Puntiamo a raggiungere in tre anni 722 milioni di dollari di vendite globali di elettrodomestici da incasso” ha detto Lyu Jae-cheol, conquistando il cuore dei consumatori in Europa, il più grande mercato di elettrodomestici da cucina da incasso al mondo, sia di fascia premium, che di fascia media.

Secondo Euromonitor, il mercato degli elettrodomestici da cucina ammontava a 21,2 miliardi di dollari nel 2023, controllando il 42% del mercato globale degli elettrodomestici da incasso. Più chiaro di così, il programma di LG non poteva essere. Molto ambizioso e già in atto visto che LG con il brand Premium Signature Kitchen Suite e con quello di origine LG Electronics ha raggiunto in Europa quote notevoli. Quanto ai cinesi, in grande ascesa anche loro, “non li temiamo”, ha commentato gelido il manager coreano.

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