In casa Mitsubishi scoppia uno scandalo che rischia di far impallidire il Dieselgate di Volkswagen. Il colosso giapponese delle automobili ha ammesso di aver manipolato i dati dei test sulle emissioni già dal 1991. Le indiscrezioni, riportate inizialmente dal quotidiano economico Nikkei, sono state poi confermate dal gruppo.
Alla Borsa di Tokyo il titolo ha ceduto quasi il 10%, arrivando così a dimezzare il proprio valore nelle ultime cinque sedute.
Secondo l’edizione del pomeriggio di Nikkei, Mitsubishi Motors ha utilizzato metodi inadeguati per i test anti-emissioni a partire dall’inizio degli anni Novanta, e non dal 2013, come indicato inizialmente dal gruppo.
Il quotidiano parla anche di “diverse decine” di modelli interessati e non solo di quattro modelli di minicar. Finora, invece, il caso interessa ufficialmente solo 625mila minicar, tra cui 468mila a marchio Nissan.
I dirigenti della casa giapponese, il sesto produttore di veicoli nel Paese, hanno precisato tuttavia che al momento non hanno rilevato manipolazioni su veicoli venduti al di fuori del Giappone: i test condotti in Europa, Stati Uniti e gran parte dell’Asia erano corretti.
