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Milleproroghe, Napolitano: troppi emendamenti fuori contesto

Il milleproroghe che fa traboccare il vaso. L’ultimo decreto trasformato in legge dal nostro Parlamento ha messo in luce un vizietto tutto italiano: la bulimia da emendamenti. E’ vero, per tradizione il maxi-decreto di fine anno è un calderone in cui finisce un po’ di tutto, in particolare quando si tratta di aggiustare il tiro delle manovre varate nei mesi precedenti. Però stavolta dal Colle hanno avuto qualcosa da eccepire.

In una lunga lettera indirizzata al premier Mario monti e ai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, il Presidente della Repubblica ha fatto notare che “in occasione del recente decreto-legge milleproroghe 29 dicembre 2011, n. 216 sono stati ammessi e approvati emendamenti che hanno introdotto disposizioni in nessun modo ricollegabili alle specifiche proroghe contenute nel decreto-legge – scrive Giorgio Napolitano -, e neppure alla finalità indicata nelle premesse di garantire l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa. Le disposizioni così introdotte, se in possesso dei requisiti di straordinaria necessità e urgenza, avrebbero dovuto trovare più corretta collocazione in un distinto apposito decreto-legge”.

Il Capo dello Stato sottolinea quindi la “necessità di attenersi, nel valutare l’ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti, a criteri di stessa attinenza allo specifico oggetto degli stessi e alle relative finalità, anche adottando – se ritenuto necessario – le opportune modifiche dei regolamenti parlamentari”. Senza questi accorgimenti, il rischio che si corre è l’annullamento da parte della Corte Costituzionale.

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