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Milei conquista Wall Street: record storico per l’ETF argentino

Imagoeconomica

La terapia della motosega convince sempre di più i mercati finanziari. Prova ne è che mentre il presidente argentino Javier Milei è duramente contestato nel suo Paese per aver tagliato spesa pubblica e welfare, a Wall Street il suo impegno per mettere ordine nei conti e per contenere l’inflazione viene apprezzato.

Al punto che non solo la Borsa di Buenos Aires è in rally da quasi un anno, praticamente da quando Milei è entrato in carica, ma gli investitori danno sempre più segnali concreti di fiducia. E così, dopo che il Fondo Monetario Internazionale ha riconosciuto uno sconto sulla restituzione dei sostanziosi prestiti elargiti negli ultimi anni al Paese sudamericano, ora il Global X MSCI Argentina ETF ha incassato solo nella settimana che si è chiusa il 22 novembre la cifra record di 144 milioni di dollari, di cui 88 milioni solo nella giornata di venerdì 22 novembre. Da quando Milei è presidente, il fondo che permette agli investitori di comprare azioni sull’Argentina, cioè di scommettere sulla ripresa del Paese, è aumentato di più di 600 milioni di dollari, passando da 104 milioni agli attuali 750 milioni raccolti.

A riportarlo è Bloomberg, che cita anche alcuni analisti: “Il presidente argentino – ha ad esempio dichiarato Malcolm Dorson, gestore del portafoglio senior di Global X Management, la società che amministra l’ETF argentino – non si limita a parlare, ma agisce. L’inflazione sta diminuendo, l’attività economica sta crescendo e quest’anno è stato raggiunto il primo avanzo finanziario dal 2012”.

La ricetta Milei ha portato benifici all’inflazione e ai salari reali

La ricetta Milei ha effettivamente portato l’inflazione al solo 2,7% su base mensile ad ottobre, ed è riuscita a far salire i salari reali, anche se ancora in maniera insufficiente rispetto al costo della vita e alla svalutazione del peso. Il programma di condono fiscale ha inoltre agevolato l’ingresso in Argentina di circa 20 miliardi di dollari, una manna per un Paese che ha disperato bisogno di riserve in dollari, a garanzia del suo gigantesco debito pubblico.

Per evitare però che la recessione continui e per facilitare le trattative con l’FMI, secondo gli esperti Buenos Aires dovrebbe adesso progressivamente allentare il controllo sui capitali stranieri. Gli scettici sostengono invece che questa iniezione di fiducia sia soltanto un fuoco di paglia, come era già accaduto con il presidente Mauricio Macri: gli investitori si erano attivati approfittando di politiche più market friendly, ma l’effetto si era poi dissipato con la sconfitta elettorale nel 2019 e il ritorno del peronismo.
Morgan Stanley comunque ha confermato per l’Argentina l’outlook “overweight”, cioè con aspettative positive ma non ancora da “buy”, osservando che le politiche di risanamento dei conti e di deregulation dell’economia stanno superando le previsioni: “Il Paese ha fatto progressi straordinari nel 2024, continueremo a seguirlo da vicino”.

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