X

Milano, oggi “Musica e Arte” con Wolfgang Amadeus Mozart e Franz Schubert

Protagoniste dell’appuntamento saranno Arianna Dotto (violino) e Aska Carmen Saito (pianoforte) che proporranno la Sonata in la maggiore K 526 di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sonata in la maggiore “Gran Duo” D 574 di Franz Schubert.

Il violino è stato uno strumento fondamentale nella prima parte della vita di Mozart, quella legata a Salisburgo. Il padre Leopold aveva pubblicato, pochi mesi prima della nascita di Wolfgang, uno dei principali trattati sulla didattica violinistica del Settecento e impartì al figlio un’ottima educazione anche sul violino, convinto che sarebbe stato uno strumento di lavoro imprescindibile. In effetti Mozart venne impiegato nella cappella musicale di Salisburgo come Konzertmeister, una sorta di primo violino e direttore d’orchestra. Agli anni di Salisburgo sono legati in effetti i lavori solistici più importanti per il violino, anche se il rapporto di Mozart con lo strumento del padre è stato controverso. Dopo il trasferimento a Vienna Mozart si dedicherà esclusivamente al pianoforte, strumento legato non solo al virtuosismo ma anche alla composizione. Il violino non venne tuttavia del tutto abbandonato, ma trasformato in uno strumento in dialogo con il pianoforte grazie a una serie di grandi e magnifiche Sonate. Questi lavori, a differenza della sonata italiana d’ispirazione barocca e virtuosistica, erano imperniati sul linguaggio del pianoforte e rappresentavano un momento di confronto e dialogo alla pari tra i due strumenti, nello spirito della musica da camera destinata a un pubblico di amatori. La Sonata in la maggiore K526, scritta nel 1787 a ridosso della prima rappresentazione di Don Giovanni, illustra molto bene questo rapporto dialettico tra violino e pianoforte, in un lavoro di grande respiro formale, specie nell’Andante centrale, che ha uno sviluppo molto esteso per un movimento lento del periodo classico.

Per un musicista del primo Ottocento la conoscenza del violino, ovvero dello strumento melodico per eccellenza, rappresentava ancora un elemento essenziale della formazione. Questo valeva anche per Schubert, che tuttavia non fu mai un virtuoso da concerto nemmeno sul suo strumento, il pianoforte. Un musicista dalla vena melodica così generosa come Schubert non poteva che dedicare al violino dei lavori d’irresistibile fascino, come la Sonata in la maggiore D.574, scritta nel 1817 e pubblicata postuma con il titolo di Gran Duo. La Sonata segue di un anno il gruppo di tre cosiddette sonatine per violino e pianoforte, conferendo questa volta alla forma un respiro più ampio e una struttura architettonica più unitaria. I quattro movimenti, modellati sull’esempio dei lavori di Beethoven, traboccano di idee musicali, che Schubert sviluppa in una scrittura fluida e già segnata dallo stile originale della grande musica da camera degli ultimi anni.

Musica e Arte offre agli appassionati otto occasioni in cui diventa realtà la fusione fra il piacere dell’ascolto musicale e quello della visione di opere d’arte in alcuni dei più significativi scrigni della città.

Il sabato, alle 17.30, da gennaio a marzo, giovani interpreti – tutti radicati a Milano – eseguiranno programmi musicali intriganti e raffinati “intonati” alla specificità artistica dei diversi luoghi. Al Museo Diocesano viene proposta una programmazione legata al primo Romanticismo viennese, al Museo Poldi Pezzoli trova posto lo stile classico e la strumentalità italiana del primo Ottocento, a Villa Necchi Campiglio si è privilegiato il repertorio francese e italiano dell’inizio del Novecento e infine alle Gallerie d’Italia opere del primo Novecento europeo.

I concerti saranno preceduti da una breve introduzione del musicologo Francesco Gala.

Musica e Arte è parte del progetto “Società del Quartetto: dalle nostre radici, inventiamo il futuro”, sostenuto dalla Fondazione Cariplo.

 

 

Related Post
Categories: Cultura